In un comunicato stampa il Ministero dello Sviluppo Economico ha annunciato che è in arrivo uno studio comparativo della Banca Mondiale sulla facilità di fare impresa in Italia.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto che a breve verrà pubblicato uno studio sulla facilità di fare impresa in Italia.
In particolare, tale studio verrà realizzato dalla Banca Mondiale in collaborazione con lo stesso Mise. A questo proposito, ieri si è svolto un incontro presieduto dal Sottosegretario Michele Geraci, sul nuovo studio “Subnational Doing Business” finalizzato a misurare le regolamentazioni applicate alle imprese ed il conseguente impatto sugli imprenditori locali in diverse località d’Italia.
Informazione Fiscale seguirà i futuri sviluppi di questo studio, pubblicando e commentando i risultati cui giungerà il gruppo di studio organizzato da Banca Mondiale e Mise.
Studio sulla facilità di fare impresa in Italia: l’obiettivo del Governo
Il Sottosegretario Geraci ha segnalato, in particolare, l’obiettivo del nuovo Governo di favorire soprattutto gli investimenti greenfield e brownfield (a maggior impatto sull’occupazione, l’export e il PIL), soprattutto nei settori dei trasporti e delle infrastrutture, con un’attenzione speciale agli investimenti nel Sud Italia.
Lo studio della Banca Mondiale si fonderà sulla metodologia del report annuale “Doing Business” e prenderà in esame le esperienze di alcune città selezionate, concentrandosi sulle piccole e medie imprese locali.
Le aree tematiche analizzate dallo studio sulla facilità di fare impresa in Italia
Il progetto, finanziato dalla Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea, si propone di confrontare il panorama normativo relativo a cinque diverse aree tematiche regolamentate a livello territoriale o nazionale:
- avvio d’impresa;
- ottenimento dei permessi edilizi;
- acquisizione di una fornitura di energia elettrica;
- trasferimento di proprietà immobiliari;
- risoluzione di dispute commerciali.
Per ciascuna di queste aree verranno identificate le buone pratiche esistenti a Roma e in altre 12 città italiane (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Reggio Calabria e Torino), fornendo raccomandazioni sulla base di esperienze virtuose identificate in Italia e in altri 189 Paesi, già analizzati dal report globale Doing Business.
I risultati dell’indagine offriranno, inoltre, un valido supporto alle amministrazioni centrali e locali e potranno essere utilizzati come riferimento per l’avvio di processi di riforma volti a facilitare l’attività di impresa in Italia.
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