Scuola, manifestazione il 26 settembre 2020 a Roma. Al centro delle richieste più investimenti per l'edilizia scolastica, la lotta contro il precariato e la sicurezza sanitaria: almeno il 5% del Pil grazie all'utilizzo del «Recovery Fund». La manifestazione è promossa da un comitato che rappresenta genitori, docenti e studenti con l'appoggio delle principali organizzazioni sindacali.
Priorità alla scuola, sotto questo slogan scende in piazza a Roma sabato 26 settembre tutto il mondo dell’istruzione che non si ritiene soddisfatto della cosiddetta ripartenza delle attività didattiche post “lockdown”.
Alla manifestazione indetta dal comitato “Priorità alla Scuola” aderiscono genitori, docenti, sindacati e studenti, questi ultimi peraltro il 25 terranno anche una loro mobilitazione sugli stessi temi.
Sono giorni caldi questi per il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che solo qualche settimana fa affermava:
“Siamo al lavoro da mesi per il rientro a scuola di tutte le studentesse e di tutti gli studenti. È una priorità assoluta del Governo perché è una priorità di tutto il Paese”.
Ora invece si trova al centro della contestazione di tutte le componenti del mondo scolastico a causa di un avvio del nuovo anno scolastico all’insegna del disagio per mancanza di spazi che garantiscano il distanziamento necessario a contenere l’epidemia di Coronavirus, per l’aumento dei docenti precari data l’ostinazione ministeriale a tenere un concorso in ottobre e a non procedere a una più celere selezione per titoli e per il conseguente ricorso alla Didattica a distanza o come viene chiamata adesso Didattica digitale integrata.
“Priorità alla scuola”, manifestazione a Roma il 26 settembre 2020: almeno il 5% del Pil per l’Istruzione
La piattaforma di richieste del comitato “Priorità alla Scuola” è piuttosto articolata, ma in sostanza alla base di tutto c’è un’esigenza irrinunciabile: l’aumento dei fondi da destinare per scuola e ricerca che dovrebbero raggiungere la media europea del 5% del Pil, ovvero almeno 80 miliardi di euro.
Lo scorso anno il governo ha stanziato 66,1 miliardi di euro ai quali si può aggiungere 1,6 miliardi stanziati dal Decreto Rilancio e il successivo miliardo di euro promesso a suo tempo dalla Azzolina.
Siamo quindi ben lontani dalla media degli altri paesi dell’Unione Europea, in effetti con il risultato di essere ultimi in classifica ad esempio per abbandono e dispersione scolastica, mentre per la spesa peggio di noi fanno solamente Bulgaria, Irlanda e Romania, stando a dati Eurostat rielaborati dall’Osservatorio dei conti pubblici italiani.
Ma cosa chiedono nello specifico i promotori dell’iniziativa?
Scuola, più investimenti per l’edilizia scolastica, assunzioni e sicurezza sanitaria
Per questo motivo “Priorità alla Scuola” chiede che una parte rilevante delle risorse del cosiddetto Recovery Fund europeo venga utilizzato per la scuola.
Risorse che consentirebbero di stanziare:
- investimenti nell’edilizia scolastica per acquisire nuovi spazi utili al distanziamento fisico necessario al contrasto del COVID-19, tramite il recupero di edifici fatiscenti, di scuole dismesse e l’acquisizione di immobili di proprietà pubblica (statale o di enti locali);
- riduzione drastica del precariato del personale scolastico, maggiori tutele dei cosiddetti lavoratori fragili e maggiori assunzioni;
- l’avvio di un processo di costruzione di un sistema pubblico “0-6 anni” con l’attenzione ai lavoratori di questo settore che spesso operano con condizioni contrattuali svantaggiate;
- riattivazione della medicina scolastica con una sala medica in ogni istituto e personale adeguato alle esigenze.
Finora il governo e il dicastero guidato da Lucia Azzolina si sono limitati a dare molta enfasi alle parole d’ordine del rilancio della scuola pubblica, ma dal prossimo fine settimana saranno chiamati dalla piazza a essere conseguenti sul piano delle cifre e degli investimenti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Priorità alla scuola: il 26 in piazza il mondo dell’istruzione