Il diritto dovere al rinvio della scadenza delle imposte sui redditi 2020: un'analisi critica del contesto attuale, con uno sguardo alle posizioni delle forze politiche e uno alle esigenze dei contribuenti e degli addetti ai lavori.
Il particolare contesto economico che stiamo vivendo di certo non aiuta. La necessità da parte del Governo di dover approvare un ulteriore scostamento di bilancio con un ipotizzato stanziamento di fondi per 10 miliardi di euro potrebbe essere il provvedimento veicolo per la concessione dell’agognato rinvio a settembre del pagamento dell’autoliquidazione della dichiarazione dei redditi 2020.
Tali fondi, ad ora, non sembrano però sufficienti neanche a coprire la necessità di rifinanziare, quantomeno per le attività più colpite, una CIG in deroga che molti, anzi troppi, non hanno ancora ricevuto.
E probabilmente le condizioni attuali impediranno, anche in questo caso, la formalizzazione per tempo del provvedimento utile a stabilire un rinvio della scadenza per il versamento delle imposte sui redditi 2020 che, a questo punto, non potrà che essere adottato sul campo dagli stessi contribuenti che si trovano impossibilitati a pagare il dovuto.
Il diritto-dovere al rinvio della scadenza delle imposte sui redditi 2020
Ma il punto è un altro e sempre lo stesso: la sensazione del distacco dal mondo reale da parte dei nostri parlamentari che, una volta entrati nei palazzi, sembrano resettarsi automaticamente impostandosi su schemi lontani dalla realtà di tutti i giorni.
Questa poteva e può ancora essere l’occasione per smentire questa immagine ormai diffusa da tempo tra i cittadini e, non di meno, tra gli operatori della materia tributaria.
Alcuni esponenti dimostratisi più interessati alla concessione di un rinvio ci sono, ma sono impotenti di fronte al muro alzato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’esponente del Movimento 5 Stelle Alessio Villarosa, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in un suo intervento on line ha dichiarato che “il suo capo al MEF” non sta dando segni di riscontro alle varie istanze sollevate da lui e da altri suoi colleghi di partito e di governo, e probabilmente l’ordine del giorno approvato il 9 luglio scorso con primo firmatario l’onorevole Alberto Gusmeroli che impegnava il governo a consentire il pagamento delle imposte delle dichiarazioni dei redditi 2020 entro il 30 settembre senza l’applicazione di sanzioni e interessi non avrà un concreto seguito, malgrado lo stesso Villarosa abbia con una sua lettera protocollata il 14 luglio sollecitato l’intervento del Presidente Conte sul punto.
In effetti la scorsa settimana durante un informale scambio di opinioni con l’onorevole Ungaro, esponente di Italia Viva, componente della commissione Finanze della Camera e favorevole ad un rinvio dei termini, avevo già avuto conferma della posizione negativa del MEF circa l’ipotesi di rinvio giustificata per la classica “ragione di cassa”.
Non voglio mettere in dubbio queste obiettive ragioni. Dico, però, che di fronte ad una concreta volontà politica non possono esserci ostacoli che tengano, a maggior ragione quando sono anche gli stessi esponenti del partito di maggioranza del Governo a rappresentarla.
Il rinvio della scadenza delle imposte sui redditi 2020 è una necessità anche per gli operatori del settore
Non è solo una necessità legata alla scarsa liquidità dei contribuenti. I versamenti del saldo delle imposte per le partite IVA è ora fissato al prossimo 20 luglio, una scadenza impossibile da rispettare per imprese e studi.
Durante il periodo di lockdown per Covid19, i fiscalisti hanno svolto un grande lavoro prevalentemente a supporto di cittadini ed imprese per spiegare loro i contenuti di decreti e DPCM che si sono susseguiti e per affiancarli nei relativi adempimenti, a partire dal bonus 600 euro, passando per i bonus baby sitter, la CIG, i prestiti garantiti da 25.000 euro fino ad arrivare ai contributi a fondo perduto, al bonus vacanze e all’ecobonus 110%.
Questo ha distolto, e distoglie, attenzione ed energie dagli adempimenti ordinari che stanno gradualmente riprendendo dallo scorso maggio superando anche l’ingorgo fiscale del 30 giugno scorso.
Non viene sollecitata la proroga per guadagnare tempo ed andare in vacanza, che certo meriteremmo tutti, ma per dedicare l’attenzione necessaria al corretto espletamento delle pratiche dichiarative rispettando al meglio le sempre più complesse disposizioni normative.
Una valida testimonianza delle complessità, a dispetto della semplificazione degli adempimenti fiscali sbandierata fin dall’introduzione di Entratel, è la ormai tradizionale circolare emanata dall’Agenzia delle Entrate, pubblicata a inizio luglio probabilmente a causa del Covid.
Si tratta di una guida di 411 pagine a parziale chiarimento delle istruzioni del modello 730, ma ben applicabile anche alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche, il cui termine del versamento era già scaduto il 30 giugno scorso.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il diritto dovere al rinvio della scadenza delle imposte sui redditi 2020