L'Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sul rimborso spese per i dipendenti, in relazione agli importi pagati per le attività sportive dei figli. L'esclusione dalla tassazione è prevista solo se rientrano nei piani dell'offerta formativa scolastica
Le spese per l’attività sportiva dei figli possono rientrare tra i rimborsi per i dipendenti, riconosciuti dal datore di lavoro nell’ambito di un piano di welfare aziendale?
A fornire i chiarimenti è l’Agenzia delle Entrate con la risposta all’interpello numero 144 di oggi, 3 luglio 2024.
Gli importi pagati per l’attività sportiva praticata dai familiari può permettere l’accesso al rimborso solo se è svolta nell’ambito di un iniziativa inclusa nei piani di offerta formativa scolastica.
Le somme dovranno essere tassate se si riferiscono ad attività sportive svolte da un’associazione sportiva.
Rimborso spese dipendenti: quali voci sono escluse dalla tassazione
Con la risposta all’interpello numero 144 di oggi, 3 luglio 2024, l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sugli importi che possono permettere l’accesso al rimborso spese nell’ambito di un piano di welfare aziendale.
Lo spunto per i chiarimenti è fornito dall’istante, una società che intende rimborsare le spese per attività sportive svolte dai figli di dipendenti all’interno di circoli sportivi o palestre o di istituti scolastici.
L’istante specifica che i servizi sono erogati da associazioni sportive e chiede se le somme possono essere escluse dalla tassazione.
L’Agenzia delle Entrate fornisce le delucidazioni richieste, riepilogando il quadro normativo e di prassi.
Il richiamo normativo dirimente è l’articolo 51, comma 2 lettera f-bis del TUIR, che prevede che non concorrano alla formazione del reddito di lavoro dipendente:
“le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati nell’articolo 12, dei servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari.”
La formulazione attualmente in vigore è frutto della modifica apportata dal comma 190 dell’articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.
La norma ha esteso l’esenzione IRPEF alle somme, ai servizi e alle prestazioni per la fruizione da parte dei familiari di:
- servizi di educazione e istruzione;
- servizi integrativi e di mensa, collegati ai primi anche se non inerenti alla frequenza degli asili nido;
- servizi di ludoteche e di centri estivi e invernali.
Successivamente sono stati forniti chiarimenti sulle voci che possono rientrare tra quelle escluse dalla tassazione.
- Agenzia delle Entrate - Risposta all’interpello numero 144 del 3 luglio 2024
- Rimborso spese per dipendenti, in relazione agli importi pagati per attività sportive dei figli.
Rimborso spese solo se le attività rientrano nell’offerta formativa scolastica
Chiarimenti su quali voci di spesa danno diritto ai rimborsi per i dipendenti sono forniti con la circolare numero 238 del 2000.
Il documento di prassi ha specificato che rientrano nella lettera f-bis) dell’articolo 51, comma 2 del TUIR le somme corrisposte al dipendente per assegni, premi di merito e sussidi per fini di studio in favore dei familiari.
L’Agenzia delle Entrate sottolinea che:
“In tale nozione possono essere ricompresi i contributi versati dal datore di lavoro per rimborsare al lavoratore le spese sostenute per le rette scolastiche, tasse universitarie, libri di testo scolastici, nonché gli incentivi economici agli studenti che conseguono livelli di eccellenza nell’ambito scolastico.”
Possono quindi essere escluse dalla tassazione le spese relative a:
- trasporto scolastico;
- gite didattiche;
- visite d’istruzione;
- altre iniziative incluse nei piani di offerta formativa scolastica;
- spese di servizi di babysitting.
In linea generale deve essere acquisita e conservata la documentazione che provi l’utilizzo delle somme da parte del dipendente, in linea con le finalità dell’agevolazione.
La disposizione si riferisce a servizi di educazione e di istruzione, resi nell’ambito scolastico e formativo, compresi i servizi integrativi.
Le spese rientrano nei rimborsi solo se le attività sportive sono scolte nell’ambito di iniziative inclusi nei piani di offerta formativa scolastica.
Nel caso in questione, quindi, le somme sono escluse dall’agevolazione e devono essere tassate secondo quanto previsto dall’articolo 51, comma 1, del TUIR.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Rimborso spese dipendenti: ci rientrano quelle per l’attività sportiva dei figli?