Riforma Irpef 2021, tra criticità da superare e modelli possibili, dalla flat tax all'aliquota continua: il punto di vista del direttore dell'Agenzia delle Entrate, che chiede maggiore autonomia per potenziare l'efficienza nei confronti dei contribuenti, nell'audizione sul tema che si è svolta l'11 gennaio 2021 presso le Commissioni Finanze di Camera e Senato.
Riforma Irpef 2021 verso la definizione: tra criticità da superare e modelli possibili da adottare: dalla flat tax all’aliquota continua. Sulle possibili novità da mettere in cantiere esprime il suo punto di vista il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini durante l’audizione dell’11 gennaio 2021 dinanzi alle Commissioni Finanze di Camera e Senato, che coglie l’occasione per chiedere una maggiore autonomia delle amministrazioni che rappresenta.
La revisione del sistema di tassazione sul reddito delle persone fisiche, in ogni caso, non può prescindere da trasparenza e semplicità sono “due elementi fondamentali per l’accettazione dell’imposta”.
Dal punto di vista dell’AdE, il risultato verso cui tendere non è una perfezione teorica, dal momento che, soprattutto se si considera l’ampiezza della platea, rischia di trasformarsi comunque in una imperfezione pratica.
Ma più che altro è una “stabilità nel tempo” delle novità che si introdurranno:
“per evitare che cittadini, amministrazioni e addetti ai lavori debbano adeguarsi a norme stravolte continuamente”
- Audizione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Avv. Maria Ernesto Ruffini in Commissione Finanze
- Testo ufficiale dell’audizione del direttore dell’Agenzia delle Entrate Maria Ernesto Ruffini Presso la VI Commissione Finanze della Camera e IV Commissione Finanza e Tesoro del Senato. Focus su riforma dell’Irpef, con particolare riferimento ai diversi spunti di riflessione: esigenza di una codificazione, riordino delle tax expenditures, minimo esente e base imponibile omnicomprensiva, flat tax, sistema ad aliquota continua, tassazione per cassa e sistema della riscossione coattiva.
Riforma Irpef 2021, tra criticità e modelli: il punto di vista del direttore dell’Agenzia delle Entrate
Stando ai dati diffusi dal direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, quando si parla di Irpef e quando si mette in cantiere una riforma che riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche si toccano gli interessi di 41 milioni di contribuenti con un reddito di 880 miliardi di euro e 194 miliardi di imposta versata.
Ampia e diversificata è la platea e innumerevoli sono le criticità. Secondo Ruffini, tra queste ce ne sono alcune che richiedono un intervento prioritario:
- problemi di trasparenza di calcolo dell’aliquota media che possa conoscere il cittadino;
- i salti di aliquota che portano a percentuali elevate e disincentiva l’offerta di lavoro;
- un complesso sistema di detrazioni, deduzioni e regimi sostitutivi per un valore di 80 miliardi che hanno generato un “perverso meccanismo” di erosione della base imponibile.
Centrale resta il tema della lotta all’evasione: la direzione intrapresa negli ultimi anni sembra aver dato qualche frutto, ma certamente va potenziata dal punto di vista del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
La riforma irpef 2021, in altre parole, per Ernesto Maria Ruffini deve rispondere alle seguenti esigenze:
“semplificazione, trasparenza perché il cittadino sia in grado di conoscere facilmente il peso fiscale, riduzione aliquote medie, allargamento della base imponibile”.
Riforma Irpef 2021, il punto di vista di Ernesto Maria Ruffini: dalla flat tax all’aliquota continua
Sono diversi i possibili modelli che potranno essere adottati, o adattati al contesto italiano con la riforma Irpef.
Il direttore dell’Agenzia delle Entrate vede possibili spunti in tutta Europa e anche oltreoceano:
- sul modello spagnolo alle famiglie potrebbe essere garantito un reddito minimo esente per far fronte alle spese basilari; due gli sviluppi: da un lato un reddito minimo incrementato da alcune spese particolarmente rilevanti e dall’altro il reddito minimo esente con l’introduzione di una imposta negativa, sul modello USA;
- si potrebbe ridiscutere di una flat tax che dovrebbe abbracciare tutti i redditi e prevedere un solo reddito minimo esente, ma è una strada che dovrebbe fare i conti con i costi che ne derivano;
- dalla Germania potrebbe arrivare un sistema ad aliquota continua con un’imposta lorda calcolata per ogni livello di reddito tramite un algoritmo basato su un calcolo continuo e non su scaglioni, in questo modo sarebbe anche semplicissimo conoscere l’aliquota applicabile e si limiterebbe il disincentivo sul lavoro che deriva da un salto di imposta. Si può scegliere se farla convivere con agevolazioni fiscali oppure no.
Non manca, poi, un accenno a un tema caro ad Ernesto Maria Ruffini: la tassazione per cassa sul reddito di impresa delle partite iva.
Su questo fronte, sottolinea, “è il legislatore deve individuare cosa può favorire la crescita economica”.
Vagliare la possibilità di consentire immediata deducibilità di alcuni investimenti e abbinare ai pagamenti mensili e trimestrali IVA anche quelli Irpef superando i limiti di un sistema che si basa perlopiù per stime sono due azioni possibili.
Non manca in questo discorso anche l’importanza di intervenire sulle agevolazioni fiscali e sul loro riordino, un punto che sembra mettere d’accordo chiunque si esprima sulla prossima riforma Irpef ma che è ancora lontano dall’assunzione di una forma concreta.
Al di là delle decisioni che porteranno alla definizione della revisione del sistema Irpef e che spettano alla politica, il direttore sottolinea due aspetti cruciali.
Forte è l’esigenza di una codificazione delle norme:
“Nel corso degli anni si è verificata una frammentazione da cui deriva un sistema fiscale articolato e complesso che è un freno per gli investimenti e rende oscuro il mondo del fisco ai contribuenti. Dal 1972 ad oggi il Decreto IVA ha subito oltre 1.000 modifiche e oltre 500 il TUIR”.
Diretta è la richiesta di una maggiore autonomia delle Agenzie che Ernesto Maria Ruffini dirige e che, nelle sue parole, non è indipendenza dal Parlamento ma la via per garantire maggiore efficienza ai contribuenti.
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