Riforma fiscale, nuovo scontro tra i partiti di maggioranza nel corso della seduta in Commissione Finanze della Camera del 6 aprile 2022. Non c'è l'accordo sulle proposte di modifica del MEF, ed è la cedolare secca sugli affitti uno dei temi che spacca le forze in campo. Sconvocate le prossime sedute, in attesa di un chiarimento politico.
La riforma fiscale spacca la maggioranza di Governo, e dopo lo scontro sul catasto è ora la cedolare secca sugli affitti il nuovo tasto dolente.
Nel corso della seduta presso la Commissione Finanze della Camera del 6 aprile 2022 non è stato raggiunto l’accordo sul testo riformulato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che, tra le altre cose, proponeva l’introduzione di una nuova flat tax per i fuoriusciti dal regime forfettario e il cashback fiscale.
Nelle proposte del MEF c’è però anche il passaggio al regime unico di tassazione dei redditi derivanti dall’impiego del capitale, anche sul fronte immobiliare, preceduto da un regime duale di tassazione in via transitoria.
Una nuova tassazione quindi anche sugli affitti, con il rischio che le aliquote della cedolare secca vengano ritoccate al rialzo, per uniformarsi a quelle previste sui redditi da capitale.
Riforma fiscale in salita: rischio aumento cedolare secca sugli affitti nuovo terreno di scontro
Con il pacchetto di emendamenti presentati in Commissione Finanze della Camera, il MEF auspicava che si raggiungesse un accordo sul testo della riforma fiscale, nonostante le divergenze tra le diverse forze politiche in campo.
La previsione di una flat tax per i fuoriusciti dal regime forfettario, il cashback fiscale e la clausola che esclude un aumento della pressione fiscale per effetto dell’attuazione della legge delega non sono però bastati a rendere meno complesso il percorso per il via libera e l’approdo in Aula dal 19 aprile.
La seduta del 6 aprile 2022 presso la Commissione Finanze della Camera ha confermato le profonde divergenze di vedute tra i partiti che compongono la maggioranza di Governo, ed è per il momento accantonata la possibilità di un accordo. Si va quindi verso il voto uno per uno degli oltre 400 emendamenti presentati.
Sono principalmente due le ragioni alla base del mancato accordo.
La prima è legata alla richiesta vincolante da parte della Lega di approvare l’emendamento sottoscritto da tutti i capigruppo del centrodestra, che propone di prevedere il parere vincolante delle Commissioni parlamentari sui decreti legislativi del Governo per l’attuazione della delega fiscale.
Una richiesta sulla quale non c’è accordo unanime tra le forze in campo.
Al centro della contesa c’è poi il tema delle cedolari su affitti e bot, alla luce della proposta del MEF di prevedere un regime duale transitorio che uniformi la tassazione sui redditi da capitale, anche nel settore immobiliare.
Nello specifico, una delle riformulazioni proposte dal Ministero prevede che nell’esercizio della delega, il Governo prevede la “progressiva e tendenziale evoluzione del sistema verso un modello compiutamente duale”, anche attraverso:
“l’applicazione, a regime, della medesima aliquota proporzionale di tassazione e, in via transitoria, di due aliquote di tassazione proporzionale, ai redditi derivanti dall’impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare.”
Una formula che, secondo i partiti contrari, nasconderebbe il rischio di una variazione al rialzo delle aliquote della cedolare secca sugli affitti.
Cedolare secca e redditi di capitale, sistema duale di tassazione al centro dello scontro sulla riforma fiscale
Per capire alcuni dei motivi alla base dello scontro tra i partiti di maggioranza è quindi bene fare un passo indietro.
Attualmente la cedolare secca prevede due diverse aliquote di tassazione, pari al 21 per cento e al 10 per cento in specifiche fattispecie.
Per quel che riguarda i redditi di capitale, l’imposta dovuta è pari al 26 per cento per gli interessi derivanti da dividendi, obbligazioni, interessi attivi bancari e postali e certificati di deposito, aliquota che scende al 12,50 per cento per i titoli di Stato e similari.
La proposta del MEF è invece di passare ad un sistema duale con aliquota unica, e solo transitoriamente doppia, per tutte le somme fuori dalle regole di tassazione IRPEF. Si andrebbe quindi verso un sistema proporzionale transitoriamente a due aliquote per tutti gli importi non tassati progressivamente.
Chi si oppone alla revisione evidenzia il rischio che la riforma porti ad un aumento delle aliquote, in particolare per quel che riguarda la cedolare secca e i titoli di Stato.
Un paventato rischio per il quale non bastano le rassicurazioni previste da un’altra proposta di modifica presentata dal Ministero dell’Economia, che esclude un aumento della pressione tributaria dall’attuazione delle deleghe, e che porta quindi all’ennesimo scontro tra le forze politiche in campo.
Dopo il catasto, la cedolare secca è quindi ora uno dei temi che rende più complicato il via libera alla delega in materia di riforma fiscale.
La seduta in Commissione Finanze della Camera del 6 aprile 2022 si è conclusa con vive proteste e contestazioni, si legge nel resoconto pubblicato, e sono state quindi sconvocate le sedute per il proseguimento dell’esame del provvedimento, in attesa di un chiarimento politico.
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