Riforma commissioni tributarie, la proposta di legge presentata dalla Lega potrebbe portare alla nascita di una quinta magistratura? Alla riorganizzazione del MEF è legata anche la definitiva chiusura della questione “Prelex” e l'assegnazione della perequazioni ai lavoratori, come segnala il sindacato Usb.
Riforma commissioni tributarie: in arrivo la quinta magistratura?
Il ministero dell’Economia e finanze si avvia verso una profonda riorganizzazione, con ripercussioni anche sull’ordinamento delle Commissioni Tributarie.
Gli indizi ci sono tutti: il 23 gennaio è stata presentata alla Camera una proposta di legge, la numero 1526, con oggetto l’Ordinamento degli organi di giurisdizione e amministrativi della giustizia tributaria, primi firmatari i deputati Giulio Centemero, Roberto Turri, Laura Cavandoli, tutti in quota Lega Nord.
Nello stesso giorno l’iniziativa di legge era stata anche presentata alla stampa dal sottosegretario al MEF, Massimo Bitonci, collega di partito di Centemero e degli altri firmatari della proposta.
In sostanza, il testo prevede lo scorporamento delle Commissioni Tributarie dal Ministero, con la costituzione a partire dal 1° gennaio del 2020 di un organismo autonomo specificamente tributario che si configurerebbe di fatto come la cosiddetta “quinta magistratura”, dopo quella ordinaria, amministrativa, contabile e militare.
L’organico della nuova struttura giurisdizionale si avvarrebbe di 800 magistrati di ruolo e di un numero ancora non stabilito di giudici onorari che si dedicherebbero ai contenziosi non superiori ai 3 mila euro che costituiscono una gran parte delle cause pendenti (poco più del 44 per cento del totale). Il personale avrebbe un ruolo unico e godrebbe del trattamento economico della Presidenza del consiglio.
Riforma commissioni tributarie, spunta di nuovo la “Prelex”
A spingere verso una riorganizzazione del dicastero guidato da Giovanni Tria c’è anche la necessità di chiudere la coda della questione “Prelex”.
Infatti, i commi 350 e 351 della legge di Bilancio 2019 hanno legato la distribuzione della perequazione a tutti i dipendenti al riassetto organizzativo del ministero dell’Economia e Finanze, riducendo la somma di 7 milioni, prevista inizialmente solo per gli addetti alle attività di supporto all’attività legislativa, a 2,5 milioni di euro e riassegnando a tutto il personale i restanti 4,5 milioni.
È normale quindi che la presentazione del progetto di legge sopra citato abbia attirato l’attenzione delle organizzazioni sindacali.
In particolare dell’Usb pubblico impiego che era stata tra i promotori della battaglia contro la Prelex.
Riforma giustizia tributaria, la contrarietà dell’USB
Tuttavia, da una nota diffusa dal sindacato di base si percepisce una netta contrarietà all’iniziativa dei deputati leghisti. Una parte delle motivazioni di questa reazione negativa sono riconducibili anche alla preoccupazione che l’iter di riorganizzazione si appesantisca e si dilunghi.
L’Usb segnala in una nota infatti che il comma 350 dell’ultima “Finanziaria” che prevede:
“la dipendenza organica e funzionale delle Commissioni Tributarie alla Ragioneria Generale dello Stato, potrebbe essere a breve cassato riportando gli organi giurisdizionali all’interno del Dipartimento delle Finanze… La riorganizzazione della rete territoriale del MEF, pertanto, dovrebbe così limitarsi ad una razionalizzazione logistica delle sedi che non precluderebbe comunque in alcun modo il percorso della perequazione dell’indennità di amministrazione di tutto il personale del dicastero”.
Il problema per l’organizzazione sindacale è che la scelta di mantenere separate le Commissioni Tributarie dalla Ragioneria può essere funzionale anche alla proposta di legge leghista per la costituzione della “quinta magistratura” e metterebbe in serio dubbio l’assegnazione della perequazione a tutti i dipendenti del MEF.
Il che nell’assenza all’orizzonte di un rinnovo del contratto del pubblico impiego è decisamente una brutta notizia.
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