Redditometro: chi rischia? Quando scatta l’accertamento sintetico

Definite le nuove regole operative del redditometro, l'Agenzia delle Entrate ha a disposizione un nuovo strumento per i controlli fiscali. Chi rischia e quali sono i criteri alla base dell'accertamento sintetico? L'analisi normativa

Redditometro: chi rischia? Quando scatta l'accertamento sintetico

Il redditometro torna al centro dell’attenzione, per effetto della pubblicazione del decreto MEF in Gazzetta Ufficiale del 20 maggio 2024.

Si va verso una nuova stagione di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, chiamata a vagliare le posizioni fiscali più a rischio evasione sulla base del confronto tra i redditi dichiarati e le spese sostenute.

In caso di scostamenti rilevanti, scatta la procedura di accertamento sintetico, ossia la ricostruzione dei redditi del contribuente basata sui dati a disposizione del Fisco.

Quali sono i contribuenti che, quindi, rischiano di essere sottoposti alle verifiche anti-evasione? I criteri generali alla base del redditometro sono dettati dall’articolo 38 del DPR n. 600/1973; analizziamoli di seguito.

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Redditometro: chi rischia? Quando scatta l’accertamento sintetico

Il decreto MEF datato 7 maggio e approdato in Gazzetta Ufficiale negli scorsi giorni definisce il dettaglio delle nuove categorie di spese prese in esame dal Fisco nell’ambito del redditometro, ma le regole generali restano ancorate ai principi fissati dalla normativa di riferimento.

Il DPR n. 600/1973 detta, all’articolo 38, le procedure relative all’accertamento sintetico, lo strumento utilizzato nei confronti dei soggetti IRPEF per la ricostruzione dell’effettiva capacità di spesa del contribuente, confrontando un fatto noto, ossia le spese sostenute disponibili nelle banche dati del Fisco, rispetto a un fatto ignoto, ossia la presunzione di esistenza di redditi non dichiarati.

Questa la definizione fornita dalla stessa Agenzia delle Entrate, utile per chiarire cos’è in concreto il redditometro.

Chi rischia di essere sottoposto ai nuovi controlli anti-evasione, strutturati secondo le nuove regole dettate dal MEF?

Nell’articolo 38 del TUIR si legge che la determinazione sintetica del reddito complessivo, fondata sull’utilizzo del redditometro:

“è ammessa a condizione che il reddito complessivo accertabile ecceda di almeno un quinto quello dichiarato.”

Per capire quindi quali sono le persone fisiche IRPEF potenzialmente destinatarie dei controlli dell’Agenzia delle Entrate è possibile far riferimento alla circolare n. 24/E/2013, con la quale sono state fornite le regole operative successivamente all’introduzione nel redditometro ad opera dell’articolo 22 del decreto legge n. 78/2010.

Redditometro, controlli in caso di scostamenti superiori al 20 per cento del reddito dichiarato

L’applicazione del redditometro nell’ambito delle procedure di accertamento sintetico prevede una clausola di salvaguardia e, in sostanza, restano fuori dalle procedure di controllo gli scostamenti poco significativi.

La soglia è fissata al 20 per cento del dichiarato e quindi non saranno presi in esame gli scostamenti ritenuti poco significativi tra spese sostenute e redditi dichiarati.

Da evidenziare in ogni caso che il redditometro, alla luce delle modifiche apportate dal nuovo regolamento MEF del 7 maggio 2022, prenderà in esame un elenco variegato di spese, da quelle quotidiane a quelle legate ad esempio al tempo libero, ma anche agli investimenti o ancora al valore di contributi, tasse e imposte versate.

Nel paniere preso in esame dal Fisco trovano inoltre spazio le spese sostenute dal coniuge e dai familiari fiscalmente a carico.

Rischia di più chi presenta scostamenti di maggior valore tra stile di vita e redditi dichiarati

In assenza di indicazioni aggiornate da parte dell’Agenzia delle Entrate, riprendere quanto riportato nella circolare datata 2013 aiuta a definire anche il perimetro entro il quale potranno muoversi i nuovi controlli fiscali.

La soglia di tolleranza del 20 per cento è una di queste, ma non l’unica. L’avvio della procedura di accertamento sintetico sarà in ogni caso anticipata da “un’attenta attività di analisi che porta all’individuazione delle posizioni a maggior rischio di evasione.”

L’analisi del rischio prenderà in esame le posizioni più rilevanti sul fronte dello scostamento tra reddito dichiarato e reddito determinabile sinteticamente, considerando in primo luogo le informazioni a disposizione dell’Agenzia delle Entrate.

Rischio inferiore in sostanza per i contribuenti che non presentano situazioni di particolare rilevanza e per i soggetti in situazione di marginalità economica. L’attività di selezione prende inoltre in esame il reddito complessivo dichiarato dalla famiglia, per evitare di far partire attività di controllo dettagliate nei confronti di contribuenti con livelli di reddito complessivamente coerente.

Tutele che, in ogni caso, non fanno venir meno il ruolo del redditometro, pronto ora a ripartire e a prendere in esame tutte quelle situazioni in cui si rilevano scostamenti importanti tra il tenore di vita effettivo e i redditi dichiarati al Fisco.

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