Reddito di cittadinanza, controlli potenziati grazie al protocollo d'intesa operativo dal 1° giugno tra INPS e Ministero della Giustizia. Obiettivo? Procedere con la revoca o con l'esito negativo della domanda in caso di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni per i reati che bloccano l'accesso al sostegno economico.
Reddito di cittadinanza, dal 1° giugno è stato potenziato il meccanismo di controlli grazie al protocollo d’intesa tra INPS e Ministero della Giustizia per lo scambio di informazioni rilevanti per l’erogazione del sussidio.
Obiettivo? Disporre la revoca dell’assegno mensile o procedere con l’esito negativo per la domanda presentata in caso di reati che bloccano l’accesso al beneficio economico.
Ad annunciare le novità sulle verifiche è l’Istituto con il comunicato stampa del 1° giugno 2022.
Reddito di cittadinanza, controlli INPS e Ministero della Giustizia: revoca o domanda con esito negativo in caso di reati
Si fanno più serrati i controlli che riguardano la fruizione del reddito di cittadinanza sia per coloro che già beneficiano dell’assegno che per coloro che presentano una nuova istanza.
Il potenziamento del sistema è frutto dell’intesa tra INPS e Ministero della Giustizia che hanno firmato un protocollo, operativo dal 1° giugno, per lo scambio delle informazioni utili alle verifiche relative alla concessione e/o alla revoca del beneficio.
La condivisione delle informazioni avviene nel pieno rispetto della normativa sulla privacy e con un elevato standard di sicurezza, assicura l’Istituto.
“Il protocollo è frutto di una intensa collaborazione tra le due istituzioni ed è un significativo passo in avanti verso maggiori controlli automatizzati per l’erogazione del reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto. Il potenziamento delle verifiche e dell’interoperabilità delle banche dati su tutte le prestazioni è una priorità dell’Istituto, per garantire i cittadini e gli interessi del Paese”.
Con le parole riportate nel comunicato stampa del 1° giugno, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico commenta la novità.
Reddito di cittadinanza, potenziamento dei controlli: in caso di revoca prevista anche la restituzione del beneficio
Come funziona il nuovo meccanismo di controlli sul reddito di cittadinanza? L’INPS invia al Ministero della Giustizia l’elenco costantemente aggiornamento dei soggetti beneficiari della misura di sostegno economico per verificare la presenza nel Casellario Centrale di condanne con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni per i reati indicati nell’art. 7, comma 3, del DL n.4 del 28/1/2019.
In base agli ultimi dati presentati le persone interessate sono 2,65 milioni. Le stesse verifiche vengono effettuate anche su coloro che presentano domanda di accesso al beneficio.
In base ai risultati, si procede eventualmente alla revoca del sussidio economico o all’esito negativo dell’istanza presentata.
In base a quanto stabilito dalla normativa, nel primo caso l’efficacia è retroattiva, dal punto di vista pratico quindi coloro che hanno percepito le mensilità senza averne diritto devono procedere con la restituzione degli importi che hanno ricevuto.
In linea generale il reddito di cittadinanza non può essere nuovamente richiesto prima di dieci anni dalla condanna.
In caso di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti informazioni non veritiere, o di omissioni di dati richiesti, è prevista la reclusione da due a sei anni.
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