Quarantena Covid come malattia, dal 1° gennaio 2021 l'INPS non rimborsa più gli indennizzi anticipati dai datori di lavoro privati perché le risorse pubbliche atte allo scopo sono esaurite. I Consulenti del Lavoro indicano come comportarsi, in attesa di un possibile rifinanziamento.
Quarantena Covid, equiparata su carta alla malattia, dal 1° gennaio 2021 non può più essere soggetta allo stesso trattamento economico previsto nel 2020 per esaurimento delle risorse.
Questo è il problema che la Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha affrontato nell’approfondimento del 1° settembre 2021.
I datori di lavoro privati che hanno indennizzato i propri dipendenti per i periodi di quarantena non riceveranno il rimborso da parte dell’INPS, proprio a causa dell’esaurimento delle risorse.
È per questo motivo che gli esperti auspicano un rifinanziamento del fondo in favore dei lavoratori in quarantena e dei lavoratori fragili impossibilitati di recarsi a lavoro e per cui non è applicabile lo smart working.
Tuttavia, nell’attesa che questo avvenga e che i Ministeri competenti e l’INPS trovino una quadra, i Consulenti del Lavoro “sconsigliano vivamente” di modificare le denunce Uniemens inviate richiedendo la restituzione delle quote di malattia.
Quarantena Covid equiparata a malattia: come comportarsi in attesa del rifinanziamento
Nell’approfondimento del 1° settembre vengono evidenziate tutte le criticità che si sono venute a creare a proposito del binomio quarantena e malattia.
È stato l’articolo 26, comma 1 del Decreto Cura Italia ad aver equiparato lo scorso anno l’isolamento fiduciario e la quarantena del dipendente privato ad un periodo di malattia, ai fini del riconoscimento della relativa indennità.
Nulla, invece, è stato fatto per il 2021. L’articolo citato, infatti, resta “incompiuto” non fornendo alcun accenno all’anno in corso e prevedendo il solo limite massimo di spesa esclusivamente per il 2020 di 663,1 milioni di euro. Insomma, c’è la norma, ma non ci sono le risorse per attuarla.
In sostanza, nel 2021 tutti gli oneri rimangono totalmente a carico delle aziende, almeno in teoria. I Consulenti del Lavoro invitano alla pazienza, in vista di un possibile stanziamento di risorse volte a rimborsare ex post i datori di lavoro.
Non sembra, quindi, consigliabile una rettifica delle denunce Uniemens e, tanto meno, l’impiego di soluzioni molto più drastiche e a volte sul filo della legalità quali l’aspettativa non retribuita, le ferie forzate o di permessi indennizzati.
Nel frattempo, parrebbe una buona idea, annotare nel Libro paga gli anticipi delle indennità di malattia corrisposte in ipotesi di quarantena o isolamento fiduciario del lavoratore.
Quarantena Covid e malattia: nessuna tutela per il lavoratore, ma fino a quando?
Al momento non è previsto nessuno stanziamento per coprire i periodi di malattia da quarantena del 2021 dei lavoratori del settore privato.
È stata la stessa INPS, con il messaggio numero 2842 del 6 agosto 2021 a mettere nero su bianco questa problematica: in mancanza di uno specifico stanziamento di fondi, per ora, le relative prestazioni di malattia non sono riconosciute.
Un grande problema, se si pensa che, al momento la quarantena per non i vaccinati è prevista per una durata di 10 giorni, mentre quella per i vaccinati è di una settimana.
Sono sempre i Consulenti del Lavoro a rassicurare le aziende private sul punto, anche alla luce delle parole del Ministro Orlando che, in occasione della Festa dell’Unità di Modena del 26 agosto, aveva espresso piena disponibilità a risolvere il problema.
Non si esclude, infatti, che il Governo vari un nuovo decreto a tutela di questi lavoratori per rifinanziare la misura dal momento.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quarantena Covid equiparata a malattia: come comportarsi in attesa del rifinanziamento