Plastica monouso: il 14 gennaio 2022 scatta lo stop alla vendita di cannucce, posate, piatti e altri prodotti di plastica non riciclabile e oxo-degradabile. Chi immette sul mercato questi prodotti rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di 2.500 a un massimo di 25.000.
Stop alla plastica monouso dal 14 gennaio 2022: sanzioni fino a 25.000 euro per gli inadempienti.
In attuazione della direttiva europea n. 2019/904, anche in Italia è scattato il divieto di vendita sui prodotti di plastica non compostabile e non biodegradabile, sancito dal decreto legislativo n. 196/2021.
Chi venderà cannucce, posate, piatti, cotton fioc e altri articoli vietati dal provvedimento può ricevere una multa che va da un minimo di 2.500 euro ad un massimo di 25.000.
Si potranno vendere sul mercato solo le merci di plastica monouso comprate prima dell’introduzione del divieto, fino all’esaurimento delle scorte.
Plastica monouso, stop dal 14 gennaio 2022: sanzioni per chi non rispetta le regole
Il decreto legislativo n. 196/2021 ha introdotto il divieto di utilizzo delle plastiche monouso, per attutirne l’impatto sull’ambiente e sulla salute umana.
Il provvedimento recepisce quanto dettato dalla direttiva UE n. 2019/904, la cosìddetta direttiva anti-plastica Sup, che sta per “Single use plastic”.
In generale, vengono vietati tutti gli articoli composti da plastica monouso e oxo-degradabile, cioè quelle create con degli additivi che permettono la frantumazione in pezzi minuscoli quando esposti al calore o alla luce ultravioletta.
Oltre a questi, scatta il divieto anche per i prodotti da pesca contenenti la plastica.
La lista completa delle merci vietati è consultabile alla parte B dell’allegato al decreto legislativo n. 196/2021. Tra gli oggetti di uso comune che non potranno più essere venduti troviamo:
- cannucce;
- posate;
- piatti;
- cotton fioc;
- agitatori per bevande;
- aste per i palloncini;
- tazze o bicchieri per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi.
La normativa italiana prevede che i prodotti possano essere ancora messi a disposizione sul mercato fino all’esaurimento delle scorte, “a condizione che possa esserne dimostrata l’immissione sul mercato in data antecedente alla effettiva decorrenza dell’obbligo”.
Il legislatore ha previsto anche delle sanzioni per chi non rispetta la normativa. Chi immette sul mercato le merci vietate da queste regole rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di 2.500 euro ad un massimo di 25.000.
La multa può essere aumentata fino al doppio nei casi di “immissione di un quantitativo di prodotti del valore superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore”.
Una sanzione amministrativa di 5.000 euro, invece, può essere irrogata nei confronti dei produttori che non aderiscono ai sistemi di responsabilità estesa del produttore (ERP).
Dal 14 gennaio 2022 questi soggetti sono responsabili dei costi di sensibilizzazione dei consumatori e della gestione dei rifiuti per una serie di prodotti, come i sacchetti di plastica in materiale leggero, i palloncini, le salviette umidificate o i prodotti del tabacco.
Stop alla plastica monouso: il credito d’imposta per chi usa prodotti biodegradabili e le altre misure
Il divieto di vendita non si applica nei casi di prodotti biodegradabili e compostabili che abbiamo al suo interno almeno il 40 per cento di materia prima rinnovabile. Dal 1° gennaio 2024, la percentuale salirà fino al 60 per cento.
Inoltre, sempre dal 2024 potranno essere prodotti tappi e coperti di plastica solo se rimarranno attaccati al contenitore.
Per incentivare le imprese all’utilizzo di prodotti alternativi alla plastica, l’art. 4, comma 7, del decreto legislativo introduce un credito d’imposta rivolto alle imprese che usano piatti, tazze e altri prodotti riutilizzabili, creati con materiali biodegradabili.
Il contributo viene quantificato nella misura del 20 per cento delle spese sostenute, e opportunamente documentate, per gli acquisti di questi prodotti. I beneficiari potranno ottenere al massimo 10.000 euro per ogni anno.
Il credito d’imposta potrà essere utilizzato solo su compensazione. Le procedure per ottenerlo verranno indicate da un decreto apposito del Ministero per la Transizione Ecologica. Fino al 2024, il legislatore ha messo a disposizione 3 milioni di euro all’anno per finanziare il sostegno.
Una novità importante riguarda le etichettature delle merci. Dal 14 gennaio 2022 una serie di prodotti dovranno contenere l’informazione riguardante l’impatto ambientale del prodotto “in caratteri grandi, chiaramente leggibili ed indelebili”, così da sensibilizzare i consumatori sul suo smaltimento ed eventuale riciclo. Questi sono:
- tazze e bicchieri per bevande;
- assorbenti, tamponi igienici e applicatori per tamponi;
- salviette umidificate;
- prodotti del tabacco, in particolare “i filtri commercializzati in combinazione” con questi.
Una norma che non vedrà la luce prima del 2023 è, invece, la Plastic Tax. La tassa sulla plastica è stata rimandata al 2023 dalla Legge di Bilancio.
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