Ultima chiamata per coloro che devono inviare i dati reddituali relativi al 2020 per evitare la revoca delle pensioni: la scadenza è fissata per il 15 settembre
Dopo le trattenute, si passa alla revoca delle pensioni per coloro che non hanno inviato i dati reddituali relativi al 2020: ancora pochi giorni per mettersi in regola.
L’avviso, che l’INPS ha ribadito nella notizia del 19 agosto, riguarda le gestioni private e le prestazioni collegate al reddito.
Gli interessati e le interessate hanno ricevuto un’apposita comunicazione con le istruzioni da seguire.
Pensioni a rischio revoca: dati reddituali entro la scadenza del 15 settembre
In linea con l’art. 35 comma 10 bis del decreto legge numero 207/2008, in caso di mancanza di informazioni si procede prima alla sospensione e poi alla revoca delle pensioni.
C’è tempo fino alla scadenza del 15 settembre 2024 per inviare i dati reddituali relativi al 2020: ultima chiamata dopo una serie di solleciti già inviati.
Sotto la lente di ingrandimento le somme che risultano, in tutto o in parte, collegate al reddito, come l’integrazione al trattamento minimo, la maggiorazione sociale, la pensione ai superstiti.
Per coloro che non sono in regola con le comunicazioni già nei mesi di agosto e settembre è prevista una trattenuta pari al 5 per cento determinata sulla base dell’importo della pensione di luglio 2024, aspetto evidenziato anche nel cedolino pensione.
Se non si rispetta neanche la scadenza di metà settembre, è prevista la revoca definitiva delle prestazioni collegate al reddito del 2020 o, nel caso di pensioni ai superstiti, l’applicazione della fascia massima di abbattimento dell’importo. Inoltre saranno recuperati gli importi che sono stati percepiti indebitamente.
Ancora pochi giorni, quindi, per rimediare seguendo le istruzioni che gli interessati e le interessate hanno ricevuto dall’INPS tramite lettera raccomandata.
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