L’occupazione dei laureati migliora: l’85,5% ha lavoro, ma la crisi pesa ancora

Rosy D’Elia - Lavoro

L'occupazione dei laureati migliora: l'85,5% di chi conseguito un titolo di secondo livello ha un lavoro. Le lauree più richieste sono quelle collegate a settori scientifici e sanitari. Ma nei dati diffusi da Almalaurea il binomio lavoro-università si fa ancora fatica a raggiungere i livelli pre crisi.

L'occupazione dei laureati migliora: l'85,5% ha lavoro, ma la crisi pesa ancora

Il tasso di occupazione dei laureati è migliorato rispetto al 2015: l’85,5% di chi ha un titolo di secondo livello ha un lavoro, dopo 5 anni dal suo conseguimento. Non tutti i percorsi di studio hanno gli stessi effetti: le lauree più richieste sono quelle collegate a settori scientifici e sanitari, più difficoltà per le discipline umanistiche, che sono meno spendibili sul mercato del lavoro.

Con il rapporto presentato il 6 giugno 2019, Almalaurea ha scattato una panoramica della condizione occupazionale dei laureati in Italia, nel complesso l’occupazione dei laureati migliora, ma i dati del binomio lavoro-università fanno ancora fatica a raggiungere i livelli pre crisi.

Almalaurea - XXI Indagine Condizione occupazionale dei Laureati
Scarica il rapporto integrale sulla condizione occupazionale dei laureati in Italia.

L’occupazione dei laureati migliora: l’85,5% ha un lavoro, ma la crisi pesa ancora

Chi si è laureato negli ultimi anni sicuramente non ha scelto un buon momento per farlo, ma i dati raccolti nella XXI indagine Almalaurea “La condizione occupazionale dei laureati 2019” dimostrano che i segnali di ripresa ci sono.

A cinque anni dalla laurea migliorano le performance: il tasso di occupazione, che considera anche chi è in formazione retribuita, è pari all’88,6% tra i laureati di primo livello e all’85,5% tra i laureati di secondo livello. In aumento rispetto al 2015: rispettivamente più 3% e più 0,8%.

I numeri sono meno alti ma comunque in netta ripresa anche a distanza di un anno dalla corona d’alloro: il tasso di occupazione arriva al 72,1% tra i laureati di primo livello e al 69,4% tra i laureati di secondo livello.

Rispetto al 2014, il miglioramento pesa 6,4 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 4,2 punti per i laureati di secondo livello.

Ma i progressi non riescono ancora a colmare la lacuna che si è creata tra il 2008 e il 2014 pari al 17,1% per i primi e al 15,1% per i secondi.

Crescono anche le retribuzioni, sia nel breve che nel lungo periodo, ma anche su questo punto i danni della crisi non sono stati ancora sanati:

  • a un anno dal titolo, in media, i laureati di primo livello guadagnano 1.169 euro al mese e 1.232 euro quelli di secondo livello, +13,4% e +14,1%;
  • a cinque anni dalla laurea, la retribuzione mensile netta è pari a 1.418 euro per i laureati di primo livello e 1.459 euro per i laureati di secondo livello, con un aumento più contenuto rispetto alle cifre precedenti: +2,4% e +4,1%,

L’occupazione dei laureati migliora: scientifiche le lauree più richieste, umanistiche fanalino di coda

Nel panorama dell’andamento complessivo, particolarmente interessanti sono i dati che riguardano i diversi gruppi disciplinari e come cambiano da un ambito all’altro: ai due poli opposti le discipline scientifiche e umanistiche.

Sia che si tratti di formazione universitaria di primo livello che di secondo livello, le lauree più richieste dal mercato del lavorosono quelle scientifiche.

86,9% è la percentuale di occupati tra i neolaureati del gruppo scientifico che concludono il primo ciclo di studi e che vengono confermate anche al termine del percorso magistrale.

Percentuali che crescono ancora di più nel caso degli studenti di ingegneria che completano un percorso universitario, composto nella formula 3+2 anni, e che registrano un tasso di occupazione dell’89,6% a un anno dalla laurea e del 93,2% dopo 5 anni.

Buoni risultati già nel primo anno anche per i percorsi universitari dell’area chimica-farmaceutica 82,7% e per quelli che riguardano le professioni sanitarie 80,4%.

Psicologia con il 46%,2, lettere con il 59,2% e geo-biologia con il 64%, invece, rappresentano il fanalino di coda: il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali in questi ambiti ad un anno dal conseguimento del titolo è decisamente inferiore alla media, e cresce nei 5 anni senza mai raggiungere picchi altissimi.

Mentre per i laureati magistrali a ciclo unico le prospettive cambiano se si guarda a un anno o a 5 anni dal conseguimento del titolo:

  • nel breve periodo la migliore performance si registra per chi si laurea in scienze della formazione primaria, un’eccezione che conferma la regola;
  • nel lungo periodo si conferma la dicotomia: la laurea in medicina garantisce un tasso di occupazione pari al 92,4%, mentre quella in giurisprudenza rimane ferma al 76,7%.

Una sintesi perfetta delle lauree più richieste è nella fotografia che Almalaurea scatta con i dati che riguardano chi ha concluso un percorso magistrale nel 2013: ingegneria è in testa, chiude la classifica giurisprudenza.

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