L'Italia è al 25° posto nella classifica dei migliori Paesi europei in cui aprire una nuova impresa. Lo rivela lo studio di Blacktower, il gruppo di consulenza indipendente sulla gestione patrimoniale. La ricerca ha analizzato diversi fattori e dai risultati emerge come i Paesi dell'Est Europa sarebbero i migliori in cui avviare una nuova attività.
L’Italia si posiziona al 25° posto della classifica dei migliori Paesi europei in cui aprire una nuova impresa.
Sono i dati della ricerca portata avanti da Blacktower, il gruppo di consulenza indipendente sulla gestione patrimoniale.
Lo studio ha classificato 31 paesi in tutta Europa, prendendo in considerazione diversi fattori, con l’obiettivo di individuare quelli che si prestano maggiormente a nuove opportunità di business.
In cima alla lista troviamo i Paesi dell’Est, dove l’economia è in forte crescita. Incide il basso costo della vita e per l’affitto, così come la percentuale elevata di popolazione con un titolo di studio.
Italia al 25° posto nella classifica dei migliori Paesi per aprire una nuova impresa
Le ricerche su Google per “Come avviare una nuova attività” sono aumentate del 200 per cento nell’ultimo anno. L’imprenditoria attira, ma investire in nuove opportunità di business, soprattutto all’estero, può essere molto difficile.
L’Italia si colloca solamente al 25° posto della classifica relativa ai migliori Paesi europei in cui aprire una nuova impresa.
La graduatoria è frutto dello studio di Blacktower, il gruppo di consulenza indipendente sulla gestione patrimoniale, nel quale sono stati considerati diversi fattori come la percentuale della popolazione con titoli universitari, lo stipendio netto medio, l’aliquota dell’imposta sulle società, il costo della vita e il costo dell’affitto.
Sono i Paesi dell’Europa dell’Est ad occupare i primi posti in classifica. Si tratta di economie in crescita che iniziano a competere con quelle dei Paesi più affermati.
A fare la differenza rispetto all’Italia sono le basse aliquote dell’imposta sulle società, tutte abbondantemente sotto il 20 per cento, contro il 24 per cento nostrano, e i bassi costi d’affitto. A questi si aggiungono anche il costo della vita, che in Italia non è tra i più bassi e soprattutto per la percentuale del numero di laureati, al contrario troppo basso rispetto alla media europea.
Insomma, nel caso in cui si intenda investire in nuove attività imprenditoriali sarebbe meglio guardare ad Est piuttosto che in casa.
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