Legge di Bilancio 2023, la Corte dei Conti fa il punto su come vengono utilizzate le risorse. Promozione con riserva sull'impianto della Manovra, diverse le perplessità: dal periodo di copertura dei bonus bolletta al via libera ai contanti, contrario alle misure di contrasto all'evasione del PNRR
Il testo del Disegno di Legge di Bilancio 2023 è stato trasmesso al Parlamento il 1° dicembre, i lavori per arrivare alla definizione della Manovra sono entrati ufficialmente nel vivo.
Sul pacchetto di misure proposte dal Governo, arriva la promozione con riserva della Corte dei Conti che ha analizzato il valore e le modalità di impiego delle risorse calandole nel contesto attuale.
“Nonostante il limitato tempo a disposizione, si sono approntati interventi per importi significativi senza ricorrere in misura rilevante a nuove entrate (eccettuata la misura sugli extra profitti delle imprese del settore energetico) e individuando minori spese per importi considerevoli”.
Si legge nel comunicato stampa pubblicato nella serata del 2 dicembre 2022, al termine dell’audizione sul testo che si è tenuta alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Le perplessità, però, ci sono e sono diverse: dal periodo di copertura dei bonus bolletta al ritorno all’utilizzo dei contanti, che contrasta con la direzione di lotta all’evasione voluta anche dal PNRR, passando per la necessità di accompagnare all’abolizione del reddito di cittadinanza un potenziamento dei percorsi di assistenza nella ricerca del lavoro.
Legge di Bilancio 2023, dai bonus bollette alle misure per la famiglia: come vengono impiegate le risorse
La Legge di Bilancio 2023 si articola su un bacino di risorse pari a 35 miliardi di euro. Ma per cosa saranno utilizzate le risorse?
Il primo capitolo di spesa è sicuramente rappresentato dai bonus bollette per le imprese e non solo, in generale da tutte le misure legate all’emergenza energetica.
Uno spazio importante è dedicato poi anche alle politiche del lavoro e della famiglia, come ad esempio il potenziamento dell’assegno unico con l’aumento degli importi per le famiglie con figlie e figli più piccoli e più numerose.
Ma c’è posto anche per le novità pensate per ridurre la pressione fiscale, come le cosiddette flat tax, per gli interventi a favore della crescita e gli investimenti delle imprese e per interventi a favore di sanità e infrastrutture.
In linea generale, e considerando il tempo breve a disposizione, la Corte dei Conti promuove l’impiego delle risorse dal punto di vista quantitativo, ma esprime più di una perplessità dal punto di vista qualitativo.
Le incertezza riguardano, prima di tutto, il capitolo principale di spesa: tutti i bonus bollette per le imprese e più in generale le misure legate al caro energia.
“L’intervento sui costi dell’energia, pur di dimensioni rilevanti (oltre 20 miliardi nel 2023), è destinato a esaurire la maggior parte degli effetti nel primo trimestre dell’anno”.
Sottolineano i giudici contabili.
Dal canto suo il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, nella sua audizione che si è tenuta alle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato. sempre il 2 dicembre 2022 ha fatto sapere:
“A a fine marzo, con la predisposizione del Programma di Stabilità 2023, il Governo rivaluterà la situazione e, se necessario, attuerà nuove misure di contrasto al caro energia. Sarà, comunque, una priorità del Governo quella di mettere in campo interventi per controllare e monitorare il livello dei prezzi al fine di evitare traslazioni di costi ingiustificati dei prezzi di beni di prima necessità”.
Insomma, da questo punto di vista sembra esserci la consapevolezza del Governo sui limiti delle misure previste dalla Legge di Bilancio 2023.
Legge di Bilancio 2023, l’alert della Corte dei Conti sui contanti: non coerente con il PNRR
Ma l’analisi della Corte dei Conti non si limita solo ad accendere i riflettori sull’emergenza in corso che impone risposte continue e immediate, le perplessità espresse toccano anche due misure chiave per l’Esecutivo: le flat tax, il via libera all’utilizzo dei contanti, con l’innalzamento del tetto a 5.000 euro e l’introduzione di una soglia per il pagamento con POS, e l’abolizione del reddito di cittadinanza con le regole transitorie previste per il 2023.
Fondamentale per la Corte dei Conti “conseguire significativi miglioramenti in termini di coerenza fiscale” mettendo in atto misure di prevenzione e contrasto all’evasione.
“Non sembrano andare in questa direzione alcune delle misure della manovra che interrompono un percorso intrapreso per la tracciabilità dei pagamenti, che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regime forfettario o che propongono regimi di favore che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato, ipotecano entrate future”.
Si legge nel comunicato stampa del 2 dicembre 2022.
Nel motivare la sua posizione la Corte dei Conti ribadisce l’importanza dei pagamenti tracciabili anche per la semplificazione di adempimenti fiscali e amministrativi sia per i cittadini e le cittadine che per le imprese, ma soprattutto mette in guardia sugli impegni presi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come d’altronde ha già fatto nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Da ultimo va segnalato come l’innalzamento del tetto dei pagamenti e, in particolare, la on sanzionabilità dei rifiuti ad accettare pagamenti elettronici di un determinato importo possano risultare non coerenti con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel PNRR e, segnatamente, con la riforma 1.12 del PNRR (“Riforma dell’Amministrazione fiscale”), nell’ambito della quale la Missione 1 prevede specifiche misure volte, a “contrastare l’evasione fiscale”.
Alla vigilia del deposito del testo del Disegno di Legge di Bilancio 2023, Palazzo Chigi ha fatto sapere che sul limite dei 60 euro è aperto il dialogo con la Commissione Europea.
Al momento la Manovra solleva commercianti e professionisti dall’obbligo di accettare pagamenti con POS per le spese inferiori a 60 euro, preservandoli anche dalle sanzioni in vigore, ma fino all’approvazione definitiva tutto può essere ancora rivisto.
Legge di Bilancio 2023 e abolizione del reddito di cittadinanza: potenziare le occasioni di ricerca del lavoro
Un altro aspetto su cui si accende i riflettori la Corte dei Conti è l’abolizione del reddito di cittadinanza. Più volte i giudici contabili hanno analizzato negli anni la misura e i risultati ottenuti.
Fin dalla definizione dell’impianto di regole su cui poggia, ha destato sempre grande perplessità l’idea di far convivere uno strumento universale di lotta contro la povertà e le politiche attive del lavoro, utilizzando, quindi, una ricetta unica per esigenze del tutto diverse.
A settembre 2021 la Corte dei Conti con l’indagine sul “Funzionamento dei centri per l’impiego nell’ottica dello sviluppo del mercato del lavoro” si è soffermata anche su un punto: il reddito di cittadinanza ha rappresentato un’occasione persa per rafforzare il sistema.
Da un lato i servizi offerti risultavano ancora lenti e pochi efficaci e dall’altro il numero di beneficiari e beneficiarie del reddito di cittadinanza rientrate nel modo del lavoro risultava molto ristretto.
Portare coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza a lavorare è l’idea su cui poggia l’abolizione del reddito di cittadinanza voluta dal Governo che, però, sembra aver dimenticato un aspetto fondamentale, la debolezza dei Centri per l’Impiego e delle politiche attive in generale.
Partendo da queste considerazioni per la Corte dei Conti c’è una grande incertezza sul futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli, “di cui non è ancora percepibile lo sviluppo dell’aspetto più impegnativo: l’effettiva assistenza nella ricerca di occasioni di lavoro”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Legge di Bilancio 2023, dai bonus bollette ai contanti: le perplessità della Corte dei Conti