Iva al 10% anche per l'asporto e la consegna a domicilio e non solo per la somministrazione: aliquota unica per i ristoranti in questo nuovo periodo di restrizioni inaugurato con le misure del DPCM del 24 ottobre 2020. Il via libera arriva nelle interrogazioni a risposta immediata presso la Commissione Finanze della Camera del 18 novembre 2020.
Iva al 10% anche per l’asporto e la consegna a domicilio e non solo per la somministrazione: i ristoranti possono applicare un’aliquota unica senza fare differenza tra il servizio al tavolo e il semplice acquisto di cibi e bevande.
La normativa, in questo ultimo caso, impone l’applicazione dell’aliquota ordinaria del 22%, o comunque specifica del prodotto. Ma anche sulle regole IVA il periodo di emergenza e restrizioni per le attività impone la necessità di prevedere delle eccezioni.
Il via libera arriva durante le interrogazioni a risposta immediata del 18 novembre 2020 presso la Commissione Finanze della Camera.
Iva al 10% anche per l’asporto e non solo per la somministrazione: aliquota unica per i ristoranti
A farsi portavoce della possibilità di applicare l’aliquota IVA del 10% anche all’asporto e alla consegna a domicilio è il sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Alesso Mattia Villarosa.
“Allo stato attuale, tenuto conto della riduzione dei coperti per il rispetto degli ingenti vincoli igienico sanitari per la somministrazione in loco degli alimenti, la vendita da asporto e la consegna a domicilio rappresentano modalità integrative mediante le quali i titolari dei suddetti esercizi possono svolgere la loro attività anche se dotati di locali, strutture, personale e competenze astrattamente caratterizzanti lo svolgimento dell’attività di somministrazione abitualmente svolta dagli stessi.
Alla luce di quanto suesposto entrambe le ipotesi possono rientrare nell’applicazione delle aliquote ridotte”.
Come sottolineato dallo stesso Sottosegretario, si tratta di una posizione conforme alla Direttiva IVA UE che prevede al punto 1 dell’Allegato 3, la possibilità di applicare alle cessioni di prodotti alimentari un’aliquota ridotta.
Iva al 10% anche per l’asporto e non solo per la somministrazione: eccezione alla regola per i ristoranti
Il particolare trattamento IVA su asporto e consegna a domicilio da parte dei ristoranti nasce in seguito alle restrizioni imposte dai DPCM del 24 ottobre e del 3 novembre 2020 che limitano le attività di bar e ristoranti sia per quanto riguarda l’orario che per quanto riguarda le modalità.
L’emergenza coronavirus, quindi, ha i suoi effetti su un punto controverso della normativa che riguarda l’imposta sul valore aggiunto e su cui l’Agenzia delle Entrate si è espressa con il principio di diritto numero 9 del 22 febbraio 2019 proprio per sottolineare la differenza tra cessione e somministrazione, che in linea generale presuppone la presenza dell’utilizzatore finale e uno spazio per il consumo di ciò che si acquista.
La prima, infatti, secondo le norme canoniche sconta un’aliquota del 22%, mentre la seconda al 10%.
A stabilirlo è il punto 121 punto 121 dell’allegato A al Decreto IVA che include “ somministrazioni di alimenti e bevande, effettuate anche mediante distributori automatici e prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto aventi ad oggetto forniture o somministrazioni di alimenti e bevande” tra i casi in cui è applicabile l’aliquota ridotta.
Con la risposta fornita dal sottosegretario Villarosa, dunque, si supera questa differenza e almeno fino a quando saranno in vigore le restrizioni per il settore della ristorazione non ci saranno dubbi sull’aliquota da applicare.
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