Guglielmo Loy, presidente CIV INPS e segretario confederale UIL, al Festival del Lavoro 2019: il reddito di cittadinanza è una misura molto onerosa, che ha disatteso le aspettative dei cittadini. Ne valeva la pena? Per combattere la povertà servono altri strumenti, e per l'inclusione lavorativa bisogna attendere i primi risultati.
Nell’analisi tra costi e benefici del reddito di cittadinanza, Guglielmo Loy, presidente Commissione indirizzo e vigilanza INPS e segretario confederale UIL, ospite al Festival del Lavoro 2019, analizza i punti di debolezza e i potenziali punti di forza della nuova misura di sostegno per i cittadini.
Si tratta di una misura molto onerosa, che ha disatteso le aspettative dei cittadini. Per combattere la povertà servono altri strumenti e per la sua efficacia in termini di inclusione lavorativa bisogna attendere i primi risultati.
Guglielmo Loy, presidente Civ INPS: Reddito di cittadinanza, misura onerosa. Ne valeva la pena?
Il reddito di cittadinanza garantisce ai nuclei familiari che rispondono ai requisiti reddituali e anagrafici un assegno fino a un massimo di 780 euro mensili, 500 euro di integrazione al reddito e 280 euro di contributo per l’affitto, per i singoli. La somma a cui si ha diritto parte dai 40 euro: l’importo reale va calcolato in base a diversi fattori e riparametrato rispetto alla composizione e al numero di componenti della famiglia.
Proprio sull’importo massimo sarebbe stata costruita una comunicazione fuorviante che ha creato grandi attese e grande delusione:
“La norma era chiara: 780 è la misura massima, se hai un reddito di un certo tipo ti integrano fino ad arrivare a quella cifra. In sostanza molto persone sono deluse dalla cifra che mediamente è intorno a 400, 450 euro”.
La percezione che a costi complessivi alti non corrispondano grandi benefici per i singoli è diffusa anche tra i lettori di Informazione fiscale. In unsondaggio condotto a maggio 2019 per stimare quale valore viene attribuito alle tre novità introdotte dal governo, reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100, soltanto il 9% dei partecipanti si è espresso in maniera favorevole sulla misura di sostegno economico per i cittadini.
Guglielmo Loy, presidente Civ INPS: il reddito di cittadinanza è misura onerosa, la sfida è l’inclusione lavorativa
Il costo per il 2019 ammonta a 7,1 miliardi, una misura costosa, anche secondo Guglielmo Loy, e con delle lacune:
“Il mio parere sul reddito di cittadinanza: è una misura necessaria perché la povertà in Italia c’è, probabilmente andava affidata più a una rete sociale che semplicemente a un’elargizione di natura economica, non perché non ci sia bisogno di soldi ma perché la povertà andava contrastata con più strumenti contributi per l’affitto, per mandare i figli a scuola, cure sanitarie”.
L’analisi tra costi e benefici andava fatta in maniera più accurata:
“È una prestazione molto onerosa, si trattava di valutare se ne valesse la pena.”
In molti hanno messo a confronto il reddito di cittadinanza con quello di inclusione, qual è la novità rispetto alla misura precedente? A fare la differenza potrebbe essere la sua efficacia in termini di inclusione lavorativa dei beneficiari.
“Bisogna vedere se poi promuove l’inclusione al lavoro stante la difficoltà dei nostri centri per l’Impiego.
Si è operato con una prestazione economica e con una inclusione lavorativa, questa seconda parte non si sa quando partirà. Si tratta di capire se funzionerà e se ci saranno aziende che assumeranno queste figure. Io credo che chi accede al reddito di cittadinanza solo in piccola parte è legato a difficoltà occupazionali, una parte è fisiologicamente inattiva e non sappiamo quanto sarà inclusa.”
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Guglielmo Loy, presidente CIV INPS: reddito di cittadinanza, ne valeva la pena?