Regime forfettario, novità dal 1° gennaio 2025: fattura semplificata senza limiti

Regime forfettario, cambiano le regole dal 1° gennaio 2025 in relazione alla fattura semplificata. Le novità nel decreto legislativo di attuazione della direttiva IVA dell'UE

Regime forfettario, novità dal 1° gennaio 2025: fattura semplificata senza limiti

Regime forfettario, novità dal 1° gennaio 2025 per la fattura semplificata.

Nell’ambito delle misure di recepimento della nuova normativa UE in materia di IVA, così come modificata dalla direttiva 2020/285, trova spazio anche l’estensione delle modalità semplificate di fatturazione per i forfettari.

Le regole previste dall’articolo 21-bis del DPR n. 633/1972 si applicheranno senza limiti di importo. Un’analisi delle novità approvate dal Governo e all’esame delle Commissioni parlamentari competenti.

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Regime forfettario, novità dal 1° gennaio 2025: fattura semplificata senza limiti

Si concluderà entro il 9 ottobre l’esame dello schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva (UE) 2020/285, con novità sul fronte del regime speciale per le piccole imprese e la normativa IVA.

Il testo, approvato in Consiglio dei Ministri il 7 agosto, allinea quindi le regole alle nuove disposizioni comunitarie, con un impatto rilevante sul fronte degli adempimenti fiscali per le partite IVA minori.

La semplificazione è uno degli obiettivi della normativa UE delle piccole imprese, parte del piano d’azione della Commissione in materia di IVA. Nell’ottica di ridurre gli oneri amministrativi e creare presupposti per favorire la crescita, a cambiare sono anche le regole in materia di fatturazione per i contribuenti in regime forfettario.

In particolare, dal 1° gennaio 2025 i titolari di partita IVA nei confronti dei quali si applica la flat tax potranno emettere fattura in modalità semplificata anche se per operazioni di valore superiore al limite di 400 euro.

Non si dovrà quindi tener conto della soglia massima prevista dall’articolo 21-bis del DPR n. 633/1972. Queste le novità contenute nello schema di decreto legislativo di recepimento approvato dal Governo, sulle quali si attende ora l’approvazione da parte delle Commissioni competenti di Camera e Senato, passaggio al quale seguirà il via libera definitivo.

Cos’è la fattura semplificata

La fattura semplificata ha fatto il suo ingresso nel sistema a partire dal 1° gennaio 2013 e l’importo massimo è stato poi innalzato nel 2019, con il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 10 maggio, come conseguenza della nuova normativa sull’IVA comunitaria.

Attualmente, può essere utilizzata per operazioni di importo non superiore a 400 euro da considerare come comprensivo di imponibile più IVA, da parte di tutti i soggetti passivi d’imposta.

Un numero minore di informazioni e importi decisamente ridotti caratterizzano la fattura semplificata che si rivela particolarmente utile per i soggetti che lavorano in alcuni settori specifici, come la ristorazione. In queste attività può risultare davvero vantaggioso il suo utilizzo, sia per ottimizzare i tempi sia per una maggiore semplificazione della normale procedura di emissione.

Secondo quanto previsto dall’articolo 21 bis del Decreto IVA, i dati obbligatori da inserire sono i seguenti:

  • data di emissione e numero progressivo che consentano di identificare la fattura semplificata senza possibilità di equivoco;
  • ragione o denominazione sociale, ditta, nome e cognome, residenza e/o domicilio del soggetto cedente-prestatore;
  • numero di partita IVA del soggetto cedente-prestatore;
  • ragione sociale, ditta, nome e cognome, residenza e/o domicilio del soggetto cessionario-committente;
  • indicazione dei servizi offerti-beni ceduti;
  • ammontare del totale documento e dell’imposta;
  • in caso di nota di addebito o di accredito, riferimento ad eventuale fattura rettificata con indicazioni e sulle specifiche degli elementi soggetti a modifica.

Queste le regole sulle quali è in arrivo un ulteriore intervento di adeguamento che, tuttavia, si applicheranno esclusivamente ai contribuenti forfettari. Per la restante platea di partite IVA, resterà la soglia dei 400 euro.

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