Esonero contributivo Sud, la legge di bilancio 2021 proroga gli sgravi dei contributi fino al 2029. Nella bozza aggiornata al 16 novembre 2020, giorno dell'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, è prevista la riduzione progressiva dell'agevolazione: 30% dei contributi previdenziali versati sino al 31 dicembre 2025, 20% dei contributi previdenziali versati per il 2026 e 2027 e 10% di quelli per il 2028 e 2029.
Esonero contributivo Sud: l’agevolazione prevista dal decreto Agosto per il periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2020 sarebbe prorogata fino al 2029, con una riduzione progressiva della misura.
Ad anticiparlo è la bozza del 16 novembre 2020, giorno dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, della legge di bilancio 2021, che inserisce la proroga tra le misure relative al Sud e alla coesione territoriale e prevede tre scaglioni:
- il 30% dei contributi previdenziali versati sino al 31 dicembre 2025;
- il 20% dei contributi previdenziali versati per il 2026 e 2027;
- il 10% dei contributi previdenziali per il 2028 e 2029.
L’agevolazione per i datori di lavoro privati sarebbe concessa in relazione ai dipendenti delle regioni Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
La misura deve tuttavia essere riconfermata dal testo definitivo che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo l’iter parlamentare.
Esonero contributivo Sud, legge di bilancio 2021: proroga fino al 2029
Tra le anticipazioni della bozza della legge di bilancio 2021 c’è la proroga dell’esonero contributivo per il Sud fino al 2029.
Nel testo del 16 novembre 2020, giorno dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, la misura è inserita tra gli interventi relativi al Sud e alla coesione territoriale.
L’agevolazione, già prevista dal decreto Agosto per il periodo compreso tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2020, sarebbe quindi riproposta fino al 2029 ma con una riduzione progressiva degli sgravi contributivi:
- il 30% dei complessivi contributi previdenziali versati sino al 31 dicembre 2025;
- il 20% dei complessivi contributi previdenziali versati per il 2026 e 2027;
- il 10% dei complessivi contributi previdenziali per il 2028 e 2029.
La decontribuzione per il Sud diventerebbe quindi una misura strutturale anche se sarà necessaria l’approvazione nel testo definitivo della manovra, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Se venisse riconfermato quanto già previsto dal decreto Agosto, i datori di lavoro privati che potrebbero usufruire dell’agevolazione sarebbero quelli con sede nelle seguenti regioni: Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.
La misura di sostegno alle imprese potrebbe inoltre essere richiesta anche per i lavoratori dipendenti già assunti.
Esonero contributivo Sud: cosa cambia dopo il 30 giugno 2021
L’esonero contributivo per il Sud, se fosse approvato nel testo definitivo della legge di bilancio 2021 quanto previsto nella bozza del 16 novembre 2020, sarebbe concesso dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021 nel rispetto delle condizioni del Quadro Temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19 (Comunicazione CE 19 marzo 2020 C (2020) 1863.
Per il periodo successivo, invece, dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2029 l’agevolazione sarebbe concessa previa adozione della decisione di autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea e nel rispetto delle condizioni previste dalla normativa in materia di aiuti di Stato applicabile.
In ogni caso la misura già prevista dall’articolo 27 del decreto Agosto avrebbe le medesime condizioni dell’ultimo periodo del 2020 fino al 31 dicembre 2025.
La proroga dell’intervento potrebbe riconfermare anche i requisiti che i datori di lavoro privati dovranno rispettare per avere diritto all’agevolazione prevista in favore dei loro dipendenti.
Nello specifico rientrerebbero nell’agevolazione le imprese con sede di lavoro situata in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75% della media EU27 o comunque compreso tra il 75% e il 90%, e un tasso di occupazione inferiore alle media nazionale.
In altre parole la misura sarebbe pensata per le aree caratterizzate da gravi situazioni di disagio socio-economico.
Sarebbero inoltre esclusi il settore agricolo e i contratti di lavoro domestico.
La riduzione, inoltre, sarebbe prevista per i soli contributi previdenziali ed assistenziali, con l’esclusione dei premi e dei contributi dovuti dai datori di lavoro privati all’INAIL.
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