Il futuro dei navigator è in bilico col cambio di governo? Quali possono essere gli effetti di un nuovo assetto politico? Verosimile che la Legge di Bilancio 2020 riveda le risorse del Fondo dedicato al reddito di cittadinanza, inverosimile che non preservi la loro posizione lavorativa.
Il futuro dei navigator è in bilico? Quali possono essere gli effetti di un nuovo governo sul contratto che ANPAL ha stipulato con i nuovi professionisti della ricerca del lavoro introdotti dal reddito di cittadinanza? La crisi politica ha fatto nascere una serie di interrogativi sulle misure che hanno caratterizzato fin dall’inizio l’intesa tra il Movimento 5 stelle e la Lega.
Proprio nel momento in cui la nuova misura di sostegno per i cittadini in difficoltà stava entrando nella fase di rodaggio completo, l’idillio tra le due forze si è spezzato, aprendo una finestra di incertezze per i beneficiari e per i navigator, che hanno debuttato il 2 settembre nei Centri per l’Impiego.
Contratto navigator, futuro incerto col cambio di governo?
Come si legge nell’avviso pubblico, i 2.978 selezionati per supportare i Centri per l’Impiego nella gestione dei Patti per il Lavoro e nella ricerca di opportunità professionali per i beneficiari del reddito di cittadinanza hanno firmato a fine luglio “un contratto di collaborazione coordinata e continuativa nei termini ed alle condizioni previste dal presente Avviso, in applicazione di quanto disposto dall’art. 2, comma 2, lettera a) del D. Lgs. 81/2015, nonché dall’Accordo Quadro Nazionale sulla disciplina delle collaborazioni instaurate con Italia Lavoro S.p.A. (oggi ANPAL Servizi S.p.A.) del 22.07.2015”.
Dal 1° luglio 2019, per la pubblica amministrazione vige il divieto di stipulare i cosiddetti co.co.co., una regola che non si applica, però, in questo caso: a gestire i rapporti di lavoro, infatti, è ANPAL Servizi S.p.A. che pur essendo diretta discendente dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro si configura come un ente privato.
Ai navigator spetta un compenso lordo annuo pari a 27.338,76 euro e oltre 300,00 euro mensili per il rimborso forfettario delle spese di viaggio, vitto e alloggio. Il 30 aprile 2021 è la data di scadenza indicata nei contratti.
Le risorse per la retribuzione derivano dal Fondo per il reddito di cittadinanza, pari a 5.906,8 milioni di euro nel 2019, di 7.166,9 milioni di euro nel 2020, di 7.391 milioni di euro nel 2021 e di 7.245,9 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Sono queste le cifre indicate nell’articolo 12 della legge di conversione numero 26 del 2019.
Mancano meno di due anni alla scadenza dei contratti dei navigator e gli scenari politici che si possono delineare sono tanti e imprevedibili, non solo nell’immediato. Le carte in tavola sono già cambiate rispetto alla squadra di governo che ha approvato il decreto sul reddito di cittadinanza, e la Legge di Bilancio 2020 potrebbe rivedere le risorse da destinare al Fondo.
Contratto navigator, nessuna tempesta all’orizzonte: ma qualcosa potrebbe cambiare col nuovo governo
Qualsiasi sia la scelta del nuovo governo, appare alquanto improbabile che non venga rispettato il contratto stipulato con 3.000 lavoratori individuati con una selezione pubblica.
Se anche le somme da investire nel reddito di cittadinanza si dovessero ridurre, in cima alle priorità su cui impiegarle non potrebbero mancare le retribuzioni dei navigator.
E se anche il Fondo per il reddito di cittadinanza dovesse essere totalmente eliminato, si dovrebbe trovare una strategia fino al 2021: tra gli scenari plausibili, il ricollocamento delle nuove figure professionali formate per la ricerca del lavoro all’interno dei Centri per l’Impiego e degli enti territoriali delle ex province, le Città Metropolitane, nelle attività di routine e non più come supporto esterno.
Gli interrogativi più grandi, in realtà, hanno un raggio lungo: cosa accade dopo il 2021? Ci sarà posto nel mondo delle politiche attive del lavoro per i navigator?
La resa dei conti è tra due anni quando sarà necessario decidere se confermare e stabilizzare questa nuova figura professionale, se lasciarla andare dopo averla forgiata e formata, o ancora se tenerla nel limbo della precarietà.
Uno scenario già visto e che preoccupa per questo: è proprio il timore di nuovi lavoratori in bilico che ha portato il governatore della Campania Vincenzo De Luca a non firmare l’accordo con ANPAL, lasciando in stand by 471 navigator.
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