Mercato del lavoro: positivo il saldo tra assunzioni e cessazioni, ma il 2022 è stato anche l'anno in cui si è allargato il divario tra Nord e Mezzogiorno. Il 79 per cento delle nuove assunzioni hanno riguardato le regioni settentrionali. Non va meglio per l'occupazione femminile cresciuta meno rispetto a quella maschile
L’anno appena trascorso si è concluso dal punto di vista del mercato del lavoro con un saldo positivo nel rapporto tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro.
Buono anche il dato relativo alle attivazioni nette per i contratti a tempo indeterminato. Il 2022, infatti, ha visto la creazione di 412 mila posti di lavoro stabili.
Le note positive, però, sembrano finire qui, dal momento che bisogna registrare anche l’ulteriore allargamento del divario occupazionale tra nord e sud e la crescita dell’occupazione femminile inferiore a quella maschile.
È quanto emerge dalla “Nota di gennaio sul mercato del lavoro” pubblicata oggi - 27 gennaio 2023 - dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalla Banca d’Italia e da ANPAL, sulla base dei dati relativi alle comunicazioni obbligatorie e alle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro.
Un bilancio in chiaroscuro, in cui le luci sono controbilanciate da ombre che pesano sul percorso di crescita del Paese, rallentando il processo di eliminazione delle disuguaglianze territoriali e di genere.
Mercato del lavoro: nel 2022 aumentano le assunzioni e i contratti a tempo indeterminato
I numeri contenuti nella nota congiunta ci dicono che il 2022 (dati aggiornati al 31 dicembre 2022) ha chiuso con il segno più il saldo tra assunzioni e cessazioni. Le posizioni lavorative create sono state, infatti, 382mila, meno rispetto al 2021, ma superiori a quelle registrate nel 2019, prima cioè dell’emergenza Covid, quando i nuovi posti di lavoro al netto delle cessazioni erano stati 308 mila.
Un dato sicuramente positivo che racconta di una vivacità del mercato del lavoro, dove la domanda è rimasta sostenuta fino all’inizio dell’estate, grazie al traino rappresentato dal comparto turistico, per poi rallentare in autunno, quando nel bimestre novembre-dicembre, le attivazioni nette sono diminuite, ritornando ai livelli pre-pandemici, a seguito del rallentamento del settore delle costruzioni.
Positivo il bilancio del settore manifatturiero, dove le attivazioni nette sono state superiori al 2021 e hanno continuato a crescere anche in autunno.
Il rapporto si sofferma, quindi, sulla tipologia dei contratti stipulati negli ultimi dodici mesi, evidenziando una crescita delle assunzioni a tempo indeterminato che sono state 412 mila (cifra che comprende anche le trasformazioni da contratto a tempo determinato o di apprendistato). Stabile il rapporto dei contratti a termine, mentre diminuiscono i contratti di apprendistato che sono calati di 53 mila unità.
Come precisato nella nota metodologica, i contratti analizzati nel documento sono quelli a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato del settore privato non agricolo.
Si allarga il divario tra nord e sud e tra occupazione maschile e femminile
La lettura dei dati del mercato del lavoro ci restituisce anche l’immagine di un paese in cui il divario occupazionale tra le regioni settentrionali e quelle meridionali continua a crescere.
Nel 2022 la crescita occupazionale ha riguardato essenzialmente il centro-nord con 302 mila attivazioni nette, pari al 79 per cento, una differenza di 11 punti percentuale in più rispetto al 2021 (68 per cento). Il rallentamento del settore delle costruzioni ha di fatto interrotto la fase espansiva nelle regioni meridionali.
Cresce l’occupazione femminile, ma anche in questo caso i dati ci raccontano di una crescita a due velocità rispetto all’occupazione maschile che fa registrare numeri di molto superiori. Nel 2022 il saldo relativo all’occupazione femminile è stato di 152 mila unità in più, mentre quello maschile è stato di 230 mila.
Per concludere, la nota analizza il dato della diminuzione della disoccupazione (aggiornato a novembre 2023) che fa registrare un importante rallentamento. Nei primi undici mesi del 2022 il numero dei disoccupati è di diminuito di 120 mila unità, mentre il 2021 la diminuzione era stata di 350 mila unità.
Di seguito la nota redatta congiuntamente da Ministero del Lavoro, Banca d’Italia e ANPAL.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Nel 2022 firmati 412mila nuovi contratti stabili ma crescono i divari occupazionali