Commercialisti, redditi in crescita più al Sud che al Nord negli ultimi due anni: è questo uno dei dati che emerge dal Rapporto Statistico 2021, presentato nel corso degli Stati Generali del 7 ottobre.
I redditi dei commercialisti crescono più al Sud che al Nord: è questa la tendenza degli ultimi due anni.
A scattare la fotografia della professione, tra crisi economica e ripartenza post pandemia, è il Rapporto Statistico 2021 presentato il 7 ottobre presso il Palazzo dei Congressi di Roma in occasione degli Stati Generali dei Commercialisti, giornata di studio che Informazione Fiscale sta seguendo in diretta.
Il rapporto, presentato da Tommaso Di Nardo, ricercatore dell’area economico-statistica della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, fornisce un quadro chiaro dei numeri della professione, anche per delineare i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni e prepararsi alle sfide del futuro.
È sul divario Nord e Sud che è interessante focalizzarsi, per capire le dinamiche che caratterizzano la figura del commercialista: è al Nord che si registra il maggior numero degli iscritti, un dato che si capovolge se si guarda invece ai redditi.
Commercialisti, redditi in crescita più al Sud che al Nord: i dati del Rapporto Statistico 2021
Sono quasi 120.000 i commercialisti iscritti all’Albo al 31 dicembre 2020. Di questi il 33 per cento sono donne, e il 29 per cento è rappresentato da under 46, in diminuzione rispetto allo stesso dato registrato nel 2008 (59 per cento), anno di istituzione dell’albo unico.
Quel che emerge dal Rapporto Statistico 2021, presentato presso il Palazzo dei Congressi di Roma dal ricercatore della FNC Tommaso Di Nardo, è che si arriva sempre più tardi alla professione di commercialista. Cresce infatti l’età media degli iscritti alla Cassa e, in parallelo, il numero degli abilitati è crollato da 5.000 a 1.000 nel 2020 rispetto al 2008.
È pari al 36,8 per cento la quota di donne iscritte al Nord-est, con punte del 41,5 per cento in Emilia-Romagna. Più bassa la quota al Sud, dove la presenza di commercialiste si assesta al 30,2 per cento, con il valore più basso in Campania (26,3 per cento).
Divario Nord-Sud anche guardando ai dati dei giovani iscritti. È nelle regioni Settentrionali che si registra il dato più elevato (20,4 per cento) rispetto al Sud (15,9 per cento).
In controtendenza invece il dato relativo ai redditi, che crescono in misura maggiore al Sud, con un +4,5 per cento su base annuale e calano invece a Nord (- 0,3 per cento), sebbene bisogna evidenziare che il primo è pari al 40,2 per cento delle regioni settentrionali.
Commercialisti, lieve aumento di redditi e iscritti: i dati nel Rapporto Statistico 2021
Il reddito professionale netto medio del 2020 aumenta, seppur lentamente, rispetto all’anno precedente. Questo uno degli ulteriori elementi contenuti nel Rapporto Statistico presentato da FNC e CNDCEC.
Il tasso di crescita annua passa dal +2,6 per cento al +0,5 per cento, e l’importo medio è pari a 61.237 euro, superando il livello registrato nel 2019 (61.138 euro).
Il reddito mediano, invece, cresce, del 2,3 per cento portandosi a 35.255 euro pari al 57,6 per cento di quello medio e recuperando terreno, quindi, rispetto al 56,5 per cento di un anno prima.
Per quel che riguarda i numeri della professione, lo studio evidenzia inoltre un’inversione di tendenza nella dinamica degli iscritti all’Albo e al Registro praticanti:
- il tasso di crescita annuale degli iscritti all’Albo, sceso nel 2019 a +0,1 per cento, nel 2020 è risalito a +0,4 per cento rispetto all’anno precedente;
- incremento del +4,3 per cento anche per gli iscritti al Registro praticanti, dopo un lungo periodo di continue flessioni.
Nel complesso, la crescita dei commercialisti supera quella della popolazione: in tredici anno gli iscritti all’Albo sono aumentati di 11.799 unità, +11 per cento rispetto al 2007. Nello stesso periodo, la popolazione italiana è diminuita dello 0,6 per cento, l’occupazione è calata di oltre 4 punti percentuali, mentre sono aumentate dal 2,3 per cento le imprese attive.
Diminuisce quindi il rapporto tra popolazione e iscritti, passato in undici anni da da 555 a 497, e del rapporto tra le imprese attive e gli iscritti che nello stesso periodo è passato da 50 a 43.
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