Come massimizzare il valore della collaborazione tra studio professionale e cliente? Il canale di comunicazione da utilizzare è il digitale. A dimostrarlo la fattura elettronica, i corrispettivi telematici e la conservazione dei registri contabili e fiscali in modalità 2.0. Questi i temi al centro dell'evento formativo organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale che si è tenuto lunedì 10 maggio 2021 alle ore 15.
Passa dal digitale, canale di comunicazione efficace e punto di incontro per il flusso di dati e informazioni da gestire, il percorso per massimizzare il valore della collaborazione tra studio professionale e cliente.
Fattura elettronica, corrispettivi telematici e conservazione dei registri contabili in modalità 2.0 rappresentano alcuni esempi pratici dei vantaggi che ne derivano, dopo aver superato le criticità fisiologiche che si presentano nella fase iniziale del passaggio dall’analogico al digitale.
Questi i temi al centro del webinar organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale lunedì 10 maggio alle ore 15 nell’ambito del ciclo annuale di eventi formativi dedicati a professionisti e aziende. Ad analizzarli Salvatore Cuomo, tributarista e membro della Commissione Fiscalità dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT), e la dottoressa Melissa Farneti.
Portare la gestione amministrativa delle aziende su un piano digitale significa avere una maggiore velocità delle operazioni, un risparmio dello spazio fisico, con la creazione di uno spazio virtuale condiviso dalle parti interessate e sempre accessibile, un ampio controllo di dati e informazioni.
Negli ultimi anni, sempre più, la normativa spinge ad abbandonare la strada analogica introducendo in alcuni casi un passaggio obbligatorio.
Come massimizzare il valore della collaborazione tra studio professionale e cliente: scarica le slide dell’evento formativo organizzato da TeamSystem e Informazione Fiscale il 10 maggio 2021.
Fattura elettronica: i vantaggi da sfruttare
È il caso della fattura elettronica, che tra gioie e dolori e dopo un primo periodo di applicazione solo per i rapporti commerciali tra aziende private e Pubblica Amministrazione, è diventata obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2019.
L’obbligo di fatturazione elettronica è diventato operativo con la Legge di Bilancio 2018.
L’articolo 1, comma 909, della Legge 27 dicembre 2017, n. 205, ha, infatti, modificato l’articolo 1 del decreto Legislativo 5 agosto 2015, n. 127 prevedendo il debutto ufficiale di questa nuova modalità di emissione e ricezione dei documenti fiscali.
Al comma 3 si legge:
“Al fine di razionalizzare il procedimento di fatturazione e registrazione, per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, e per le relative variazioni, sono emesse esclusivamente fatture elettroniche utilizzando il Sistema di Interscambio e secondo il formato di cui al comma 2. [...] Le fatture elettroniche emesse nei confronti dei consumatori finali sono rese disponibili, su richiesta, a questi ultimi dai servizi telematici dell’Agenzia delle entrate; una copia della fattura elettronica ovvero in formato analogico sarà messa a disposizione direttamente da chi emette la fattura. È comunque facoltà dei consumatori rinunciare alla copia elettronica o in formato analogico della fattura”.
La data del 1° gennaio 2019 ha segnato un primo passo verso una rivoluzione digitale ancora in atto nel mondo del Fisco. Non sono mancate le difficoltà iniziali e alcune criticità che ancora persistono, come ad esempio la necessità di fare i conti con la tutela della privacy.
Ma senza dubbio tornare indietro al cartaceo oggi vorrebbe dire rinunciare a una serie di vantaggi, solo per fare qualche esempio:
- dematerializzazione della documentazione;
- assenza di vincoli temporali tra cliente e studio professionale;
- riduzione della perdite di documenti;
- nessuna necessità di spazi fisici per l’archiviazione della documentazione;
- analisi ed elaborazione dei dati dell’attività più semplice.
Corrispettivi telematici, il presupposto per una condivisione semplificata dei dati
Il secondo passo, determinato da obblighi normativi, verso una gestione sempre più digitale di dati e informazioni è stato compiuto a gennaio 2020 con l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi.
A dettare i tempi per il debutto generalizzato è stato l’articolo 2, comma 1, del Decreto Legislativo n. 127 del 5 agosto 2015 che ha stabilito le regole riportate di seguito:
“A decorrere dal 1° gennaio 2020 i soggetti che effettuano le operazioni di cui all’articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, memorizzano elettronicamente e trasmettono telematicamente all’Agenzia delle entrate i dati relativi ai corrispettivi giornalieri.
La memorizzazione elettronica e la connessa trasmissione dei dati dei corrispettivi sostituiscono gli obblighi di registrazione di cui all’articolo 24, primo comma, del suddetto decreto n. 633 del 1972”.
Lo scontrino elettronico ha mandato in pensione l’obbligo del registro dei corrispettivi, un indubbio vantaggio, e ha rappresentato un presupposto fondamentale per una condivisione più agevole dei dati anche tra cliente e studio professionale, e non solo con l’Amministrazione finanziaria.
Come per la fattura elettronica, si è spostata sul piano digitale un obbligo già previsto e la traduzione dall’analogico al digitale con la creazione di contenitori di dati più facilmente accessibili ha portato una serie di novità positive.
Ultima nota da considerare, infine, è la possibilità di non dover necessariamente acquistare un registratore telematico fisico.
Conservazione dei registri contabili e documenti fiscali: i vantaggi del digitale
Infine il Decreto del 23 gennaio 2004 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito le regole da seguire per le modalità di assolvimento degli obblighi fiscali relativi ai documenti informatici ed alla loro riproduzione in diversi tipi di supporto.
Testo, poi, aggiornato 10 anni dopo con il DM del 17 giugno 2014. Anche in questo caso la conservazione dei registri contabili e dei documenti fiscali può apparire ostico in principio. Le operazioni devono essere eseguite in linea con il Codice di Amministrazione Digitale: processi e documenti devono rispondere a requisiti e caratteristiche ben precise.
Ma il gioco vale la candela. Le vecchie stanze d’archivio fitte di materiale cartaceo lasciano il posto all’evanescenza del Cloud. In un contenitore digitale vengono raccolte tutte le informazioni che devono essere conservate con la possibilità di una gestione e consultazione molto più semplice e ottimizzata.
Si traducono, poi, in versione digitale anche una serie di altre operazioni collegate. Un esempio? Anche il pagamento dell’imposta di bollo diventa virtuale.
In altre parole, il digitale garantisce il risparmio di due risorse preziose per i clienti così come per gli studi professionali: spazio e tempo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il digitale nella collaborazione tra studio e cliente: l’evento formativo del 10 maggio