Certificazione Unica 2025: cos’è e a cosa serve

Domenico Catalano - Certificazione Unica

Certificazione Unica 2025: definizione, normativa e scadenza per aziende, lavoratrici e lavoratori

Certificazione Unica 2025: cos'è e a cosa serve

Chi lavora, che sia un dipendente o un autonomo, percepisce somme di denaro (retribuzioni nel caso di lavoratrici e lavoratori, compensi per gli autonomi) che devono essere certificati per legge all’interno di un preciso documento.

Si tratta della certificazione unica, nota comunemente con l’acronimo CU, che ha sostituito la precedente versione, che era nota come CUD.

Si tratta di un documento fiscale che attesta la totalità dei redditi erogati dal sostituto d’imposta (il datore di lavoro o committente) e deve essere rilasciata al lavoratore dipendente o autonomo percipiente - percettore delle somme - utilizzando il modello sintetico.

Tale modello dovrà poi essere oggetto di trasmissione in via telematica, entro la scadenza del 16 marzo di ogni anno.

Scadenza certificazione Unica 2025 dipendenti e autonomi e sanzioni

Il modello della Certificazione Unica 2025 e le relative istruzioni vengono pubblicati ogni anno dall’Agenzia delle Entrate.

La scadenza per la consegna e l’invio telematico è il 16 marzo di ogni anno.

Doppia scadenza anomala in passato

Fino a poco tempo fa le certificazioni uniche degli autonomi potevano essere inviate telematicamente dopo le CU dipendenti ma entro la scadenza prevista per il modello 770.

A questo proposito non possiamo non segnalare come questo rappresentasse un’evidente anomalia legislativa, tra l’altro confermata anche dal comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate diffuso il 3 marzo 2017.

Proroga scadenza CU autonomi rispetto alla CU dipendenti in passato
Comunicato stampa ufficiale Agenzia delle Entrate del 3 marzo 2017

Perché parliamo di anomalia? - Perché ogni anno sentivamo parlare di “proroga” della certificazione unica cu autonomi: ma non si tratta di una proroga bensì di una sorta di “termine di tolleranza” durante il quale l’Agenzia delle Entrate non applica le sanzioni previste per i dipendenti.

Chi deve ricevere la certificazione unica e perché?

La certificazione unica ex CUD viene quindi emessa e inviata dal soggetto che ha effettuato il pagamento.

Ovviamente si tratta del datore di lavoro (sostituto d’imposta) nel caso dei lavoratori dipendenti (sostituiti).

Sono quindi lavoratrici e lavoratori dipendenti a dover ricevere la certificazione unica.

Per quale motivo?

Per i lavoratori dipendenti la certificazione unica ex CUD è fondamentale perché attesta il regolare versamento delle ritenute fiscali e previdenziali da parte del datore di lavoro; la certificazione unica ex CUD assume particolare importanza anche perché i relativi dati sono fondamentali per la compilazione del modello 730 ordinario o precompilato che sia.

In altre parole, con la certificazione unica ex CUD l’Agenzia delle Entrate può disporre di tutti i dati relativi ai redditi da lavoro dipendente che verranno inseriti nel modello 730 precompilato del lavoratore.

Scadenza certificazione unica 2025: cosa succede se il datore di lavoro non consegna la certificazione unica al lavoratore?

La scadenza per la consegna della certificazione unica ex CUD è il 16 marzo di ogni anno (era il 28 febbraio fino al 2016).

Entro tale data datore di lavoro e azienda devono consegnare la certificazione unica ai lavoratori dipendenti e autonomi.

Il datore di lavoro può consegnare la certificazione unica ex CUD al lavoratore in due diverse modalità:

  • in forma cartacea;
  • via mail.

La certificazione unica ex CUD cartacea si compone di due fogli:

  • nel primo foglio sono riportati tutti i dati anagrafici di chi ha percepito il reddito, oltre alla firma da parte del datore di lavoro;
  • nel secondo foglio sono riportati i dati fiscali tipici della certificazione unica ovvero i redditi erogati e le detrazioni effettuate, distinte per tipologia.

La certificazione unica ex CUD può essere inviata via mail esclusivamente a condizione che il datore di lavoro abbia la certezza che il lavoratore dipendente sia in condizione di ricevere la mail e stamparne il contenuto.

I lavoratori dipendenti e autonomi devono conservare la certificazione unica ex CUD in vista della successiva compilazione della dichiarazione dei redditi (modello 730 per i lavoratori dipendenti o modello UNICO per i lavoratori autonomi).

Ove il contribuente si accorga che i dati riportati nella certificazione unica ex CUD non sono corretti deve darne tempestiva comunicazione al datore di lavoro/committente che ha emesso il documento, al fine di farne comunicare la correzione all’Agenzia delle Entrate.

Allo stesso modo il lavoratore dipendente deve segnalare all’Agenzia delle Entrate l’eventuale scorrettezza del datore di lavoro inadempiente, soprattutto in caso di mancata consegna della certificazione unica ex CUD nei tempi e con le modalità previste. L’Agenzia delle Entrate deve, infatti, sanzionare tale comportamento.

Certificazione Unica 2025: sanzioni per l’azienda/datore di lavoro:

Fattispecie Sanzioni previste
Certificazione Unica omessa, tardiva o errata 100 euro per singola certificazione con limite massimo di 50.000 euro per anno e sostituto d’imposta
Certificazione Unica errata trasmessa entro il 16 marzo 2023, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 5 giorni nessuna sanzione
Certificazione Unica errata trasmessa entro il 16 marzo 2023, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 60 giorni 33,33 euro per singola certificazione con limite massimo di 20.000 euro per anno e sostituto d’imposta

Di conseguenza, per ogni certificazione omessa, tardiva o errata è prevista l’applicazione di una sanzione pari a 100 euro per singolo adempimento con il limite massimo di 50.000 euro e sostituto d’imposta.

Se, invece, viene trasmessa una certificazione unica errata, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 5 giorni non si incorre in nessuna sanzione.

Nel caso in cui, infine, si trasmetta una certificazione unica errata, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 60 giorni si incorrerà nelle sanzioni ridotte di 1/3 e quindi pari ad euro 33,33.

In quest’ultimo caso cambiano anche i limiti massimi di applicazione delle sanzioni, che scendono a 20.000 euro per periodo d’imposta e sostituto.

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