A settembre sta riprendendo a pieno regime l’attività degli studi, cosa ci attende
Come al solito riprende dopo l’estate quello che io definisco il capodanno tributario 2024.
Terminata la pausa estiva, ci si trova al solito ad un crocevia tra adempimenti di fine anno adempimenti correnti e altri propedeutici alla definizione del reddito e delle imposte dell’anno in corso.
In effetti, in pochi casi si è potuto seguire con particolare accortezza l’andamento delle attività dei propri clienti presi come siamo stati dal fitto calendario tributario e l’imbuto determinato tra la sovrapposizione del corrente con quanto introdotto o modificato per l’evoluzione normativa per l’attuazione della riforma fiscale.
Un settembre che riparte con la scadenza posticipata della rata della rottamazione quater, l’invio delle LiPe e dei dati al Sistema Tessera Sanitaria relativi al primo semestre del 2024
Senza dimenticare la miriade di altri adempimenti, correnti e non, ed il termine della controversa pax agostana delle notifiche e della riscossione
A questo si aggiunge tra settembre ed ottobre la chiusura di diversi adempimenti relativi allo scorso anno di imposta:
- CU professionisti;
- Modello 770;
- Modello redditi;
- Modello 730;
- Dichiarazione Precompilata.
Sono oramai una consuetudine che porta ogni anno alla stessa considerazione...
Il fatto che si debba arrivare alla fine dell’anno successivo per l’invio delle predette dichiarazioni è essa stessa testimonianza della complessità della materia tributaria, appena scalfita dall’attuazione della Riforma.
La dichiarazione dei redditi che da anni non è più un modello di mera autoliquidazione delle imposte ma un contenitore di informazioni e dati, spesso ridondanti, si pensi ai quadri RS ed RU, con il rischio non così remoto di incorrere in sanzioni.
Se non il mancato riconoscimento di crediti di imposta o il dover affrontare onerosi contenziosi per il riconoscimento di diritti disconosciuti al controllo formale per la dimenticanza di un flag...
La Cu dei professionisti ed il modello 770 che potrebbero ben essere anticipati ma, per evitare ingorghi del calendario tributario in periodo pregno di altri adempimenti, la dichiarazione IVA e i documenti di bilancio di fine anno ma da qualche anno a questa parte quanto connesso all’alimentazione della banca dati necessaria alle Agenzie Fiscali in particolare per la predisposizione dei modelli dichiarativi precompilati ancora in fase sperimentale dopo un decennio dalla loro prima introduzione
I quesiti irrisolti del concordato preventivo biennale per le partite IVA
Quest’anno si aggiunge la prima novità di un certo rilievo dettata dall’attuazione della Riforma Fiscale: il Concordato Preventivo Biennale.
Uno strumento che a determinate condizioni consentirà ai contribuenti aderenti un potenziale risparmio fiscale e la cui adesione dovrà essere manifestata all’interno del modello redditi, ritornando al rilievo precedente un contenitore multifunzione.
Tuttavia, parliamo di una norma modificata e perfezionata poco prima della pausa estiva che entra ora nel suo periodo clou ma con ancora diversi punti interrogativi:
- la tassazione dei contribuenti in regime forfettario che in corso di anno “sforano” i limiti previsti;
- la esatta determinazione del debito scaduto;
- il riferimento temporale dell’accettazione della proposta.
Si pensi al contribuente che manifesti oggi al proprio consulente la volontà di aderire e questi rilasci l’impegno all‘invio della dichiarazione, che però invia a ridosso della scadenza, comunque nei termini e nel frattempo, e per i più svariati motivi il limite dei 5.000 euro viene sforato prima del termine. Che succede in questo caso?
Quelli sopra elencati sono solo alcuni dei diversi punti che destano qualche preoccupazione nella corretta lettura del dettato normativo, la cui attesa nota di prassi dell’Agenzia delle Entrate potrà dare utili elementi.
Che speriamo non siano però ulteriormente complicati dalla pubblicazione, con insolito ritardo, in Gazzetta del DM che ha disposto diverse modifiche relative al calcolo dei punteggi ISA, già recepito dal “motore” utilizzato dai nostri gestionali e che non vorremmo inficiato nella sua validità da qualche differenza tra il documento pubblicato e quanto applicato per la la determinazione dell’Affidabilità Fiscale, la liquidazione delle imposte 2023 od ancor peggio per il CPB su cui l’esito dell’ISA ha un peso determinante.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il Capodanno tributario del 2024