Calo di assunzioni nel 2020: pubblicati il 18 febbraio 2021 i dati dell'Osservatorio sul precariato INPS aggiornati a novembre dell'anno scorso. Dati negativi sul lavoro nonostante il blocco dei licenziamenti, nel frattempo la Legge di Bilancio ha introdotto nuovi bonus per assumere dipendenti, serviranno a migliorare i dati dell'anno in corso?
Calo assunzioni nel 2020: l’INPS ha pubblicato il 18 febbraio 2021 sul proprio sito istituzionale i dati dell’Osservatorio sul precariato aggiornati a novembre 2020.
Le assunzioni nel corso dell’anno passato, infatti, sono state 4.755.000, il 30 per cento in meno rispetto al 2019.
Spicca l’indice relativo alla variazione tendenziale di lavoro, ossia alla differenza tra assunzioni e cessazioni, che mostra un trend costantemente in decrescita, calano le prime e anche le seconde, ma solo per effetto del divieto dei licenziamenti.
Infatti, il “saldo annualizzato” - così si chiama questo indice - nel corso dell’anno che si è concluso è sempre stato di segno negativo raggiungendo il valore massimo, a giugno 2020 con un calo di 813.000 unità.
Ci si chiede, quindi, in che misura possano incidere sui livelli occupazionali i bonus previsti dalla legge di Bilancio 2021.
Calo assunzioni nel 2020 nonostante bonus e blocco licenziamenti, e nel 2021? I dati INPS
I dati dell’Osservatorio sul precariato INPS pubblicati il 18 febbraio 2021 e aggiornati a novembre 2020 denotano un trend di contrazione delle assunzioni che conferma una situazione occupazionale, in un contesto di crisi pandemica, molto critica.
Sono calati anche i numeri che riguardano le cessazioni dei rapporti di lavoro, ma solo perché da marzo è in vigore il divieto dei licenziamenti introdotto dal decreto Cura Italia, e riconfermato da provvedimenti successivi.
Ecco, quindi, che saldo annualizzato registra la variazione tendenziale negativa delle posizioni di lavoro e mostra un andamento sfavorevole dell’occupazione.
Questo indice, riporta l’INPS, ha avuto un picco di decrescita a marzo 2020, a causa della contrazione dell’attività produttiva conseguente alla pandemia da Covid con un valore di segno meno pari a 284.000.
Tendenza che si è confermata ad aprile con un meno 623.000 fino a raggiungere il suo valore più alto a giugno con 813.000 rapporti di lavoro attivi in meno.
A luglio, invece, si è registrata un’inversione di tendenza, la portata del calo si è ridotta ma è ridotta ma non si è arrestata mantenendosi costante fino a novembre, mese in cui si è registrato un saldo annualizzato pari a 664.000 posizioni di lavoro in meno rispetto all’anno precedente.
In questa situazione si inseriscono le misure previste a sostegno del lavoro dalla legge di Bilancio 2021 e sorge un interrogativo: riusciranno a incidere positivamente?
Si ricordano, infatti, tra le novità e le conferme delle misure preesistenti previste dalla recente manovra, i seguenti incentivi all’occupazione:
- il bonus assunzioni under 35, in vigore dal 2021, per cui i contratti di lavoro stipulati con giovani sotto i 35 anni danno diritto a uno sgravio contributivo pari al 100 per cento per 3 anni;
- il bonus apprendisti che conferma lo sgravio contributivo triennale del 100 per cento per l’assunzione di apprendisti da parte delle imprese fino a 9 dipendenti;
- il bonus Sud che, anche in questo caso, conferma la misura già esistente dello sgravio contributivo del 30 per cento per i lavoratori delle aziende che si trovano al Sud e nelle Isole e che viene estesa a tutto il 2021.
I dati dell’Osservatorio sul precariato: il blocco dei licenziamenti non ha invertito la tendenza
Anche il dato relativo alle interruzioni dei rapporti di lavoro, trasmesso attraverso il filtro del saldo annualizzato sulla differenza tra assunzioni e cessazioni, seppur di segno positivo presenta delle note amare.
Le cessazioni nel 2020, infatti, sono state complessivamente 5.051.000, ed hanno registrato così una sensibile contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari al 20 per cento.
Una contrazione che si è particolarmente accentuata nel periodo marzo - novembre relativamente ai contratti a tempo indeterminato e di apprendistato (rispettivamente con un calo del 29 per cento e 30 per cento in confronto all’analogo periodo del 2019).
Non c’è, purtroppo, molto da gioire, perché questo indice va comunque letto alla luce del blocco dei licenziamenti introdotto proprio a marzo 2020 dal decreto Cura Italia e successivamente riconfermato dal decreto Rilancio e dal decreto Agosto.
Divieto che, peraltro, si protrarrà ancora, come previsto dalla legge di Bilancio 2021, fino al 31 marzo 2021.
Un circostanza che assume ancora più rilevanza se si pensa che, nonostante lo stallo che coinvolge gran parte dei datori di lavoro, seppur con qualche eccezione, il rapporto tra assunzioni e cessazioni risulta comunque di segno negativo.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il comunicato stampa dell’INPS allegato di seguito.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Calo assunzioni nel 2020, serviranno i bonus nel 2021? I dati INPS