Nuovi chiarimenti dall'Agenzia delle Entrate sull'accesso al bonus beni strumentali nuovi: focus sulle condizioni che escludono le imprese concessionarie dal credito d'imposta che spetta per gli investimenti. I dettagli nel principio di diritto numero 7 dell'11 aprile 2023
L’Agenzia delle Entrate torna sul perimetro di applicazione del bonus beni strumentali chiarendo le condizioni che non permettono alle imprese concessionarie di servizi di beneficiare del credito d’imposta.
Sotto la lente di ingrandimento c’è l’agevolazione prevista dalla Legge di Bilancio 2021 per incentivare gli investimenti.
Bonus beni strumentali nuovi: i chiarimenti sull’esclusione delle imprese concessionarie
Con i commi da 1051 a 1063, la legge n. 178 del 2020 ha riformulato la disciplina che regola l’accesso al bonus per gli investimenti in beni strumentali nuovi materiali e immateriali destinati a strutture produttive che si trovano nel territorio dello Stato.
Nel panorama di regole messe nero su bianco ci sono anche alcuni specifici casi di esclusione.
Tra gli altri non rientrano nel perimetro di applicazione delle agevolazioni “i beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
Con il principio di diritto numero 7 dell’11 aprile 2023, l’Agenzia delle Entrate fornisce le istruzioni per individuare correttamente quali sono le imprese concessionarie escluse dal bonus beni strumentali nuovi.
A prescindere dal testo, che pone il veto per le imprese che operano in concessione e a tariffa, la bussola per orientarsi nella norma è rappresentato dal meccanismo agevolativo che si intende innescare.
Bonus beni strumentali nuovi e casi di esclusione per le imprese concessionarie
Le condizioni che non permettono l’accesso al bonus beni strumentali nuovi, quindi, sono da rintracciare in relazione alla ratio dell’agevolazione, che l’Agenzia delle Entrate riassume con le parole che seguono:
“La finalità del credito qui in esame è quella di incentivare l’effettuazione di nuovi investimenti, che altrimenti l’impresa non intraprenderebbe o intraprenderebbe in misura minore, da parte dei soggetti che sopportano i rischi degli investimenti stessi”.
Considerando la spinta che il credito d’imposta intende rappresentare, ci sono casi in cui le imprese concessionarie dei servizi indicati dalla Legge di Bilancio 2021 sono sicuramente escluse dall’accesso all’agevolazione:
- quando gli investimenti sono effettuati come adempimento degli obblighi assunti nei confronti dell’ente pubblico concedente;
- quando sono previsti meccanismi che sterilizzano il rischio economico dell’investimento nei beni strumentali nuovi.
Sulla base di queste indicazioni va comunque fatta una valutazione di carattere fattuale che, però, conclude l’Agenzia delle Entrate, “esula dal perimetro delle attività esperibili in sede di risposta alle istanze di interpello”.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus beni strumentali nuovi: focus sull’esclusione delle imprese concessionarie