Bonus da 600 a 1.000 euro in arrivo per le imprese che ospiteranno i progetti di alternanza scuola lavoro. Ecco un'analisi dei punti di forza e di debolezza dell'attuale sistema e tre proposte per migliorare.
Alternanza scuola lavoro: l’anno scolastico 2017-2018 vedrà la piena entrata a regime del nuovo sistema di istruzione, con l’ingresso delle classi quinte.
Per favorire l’ampia partecipazione da parte delle imprese - in particolare delle PMI - il Governo sta vagliando l’ipotesi di un bonus da 600 a 1.000 euro che vada a remunerare l’attività dell’imprese e del tutor aziendale dedicato.
Si tratta di un piccolo contributo ma che potrebbe assumere un significato simbolico molto importante.
Oggi il sistema di alternanza scuola lavoro è fortemente inefficiente: troppa burocrazia, nessuna possibilità di una rapida gestione documentale online e carenze di vario tipo delle scuole.
Le imprese che hanno provato ad inserirsi nel sistema hanno letteralmente sbattuto contro un muro di burocrazia mista ad ignoranza. L’aspetto più inaccettabile è rappresentato dal numero infinito di moduli che scuola e azienda devono compilare non si sa bene perché e per chi, una montagna di carta assolutamente inutile. Perché non creare un portale online ad hoc in cui inserire i dati del progetto e predisporre dei controlli da parte dell’ente scolastico?
Altro aspetto critico è costituito dalla gestione operativa del progetto formativo. È chiaro che le scuole devono consentire la partecipazione al progetto di tutti gli studenti. Ma è altrettanto comprensibile che molte pmi non possano ospitare 20/25 ragazzi alla volta, sia per esigenze pratiche sia per poter seguire davvero i ragazzi. Da questo punto di vista occorre una capillare azione di selezione dei progetti da parte delle scuole e non - com’è accaduto a Roma per esempio - la bocciatura di interessanti progetti formativi solo perché la sede dell’azienda che si è proposta poteva ospitare non più di 10 ragazzi. Così facendo si toglie soltanto un’opportunità agli studenti, nient’altro.
Quindi ben vengano gli incentivi alle imprese - come questo bonus di 600 o 1.000 euro - ma questo non basta.
Occorrono almeno altre tre azioni mirate, tutte a costo zero, che rappresentano proposte concrete per migliorare l’attuale sistema dell’alternanza scuola lavoro:
- eliminare la burocrazia inutile;
- consentire la gestione amministrativa online dei progetti;
- individuare delle figure realmente motivate, capaci e preparate che possano assumere l’importante ruolo di tutor scolastico.
L’alternanza scuola lavoro è il futuro. Apre le porte del mondo del lavoro ai ragazzi, sempre più distaccati dalla realtà per colpa di un sistema scolastico e universitario anacronistico e per la gran parte non meritocratico.
Si consideri, inoltre, che la Legge di Bilancio 2017 ha previsto l’esonero contributivo per i contratti di lavoro stipulati nel periodo che intercorre tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2018 a favore dei datori di lavoro che assumono, entro sei mesi dall’acquisizione del titolo di studio, studenti che hanno svolto in azienda attività di alternanza scuola-lavoro per un periodo pari almeno al 30% minimo del monte ore previsto, cioè 120 ore negli istituti tecnici e professionali e 60 ore nei licei. Recentemente l’Inps è intervenuta in materia con la circolare esplicativa numero 109 del 10 luglio 2017.
In Germania il sistema duale di alternanza scuola lavoro è considerato la normalità, la modalità migliore per un ingresso graduale e proficuo dei giovani nel mercato del lavoro. Per combattere la piaga della disoccupazione giovanile del nostro Paese occorre partire da qui.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Bonus per le aziende che ospitano l’alternanza scuola lavoro. Analisi delle criticità e proposte di riforma