Bonus 600, ancora caos per i professionisti con Cassa: una norma del decreto Rilancio prevede il divieto di cumulo e l'esclusione per chi l'ha già richiesto ed ottenuto a marzo. A denunciare la criticità è l'AdEPP, con il comunicato del 21 maggio 2020.
Bonus 600 euro, ancora caos per i professionisti iscritti alle Casse. Per gli iscritti all’albo il decreto Rilancio prevede una specifica incompatibilità tra l’indennità di aprile e maggio con quella già percepita a marzo.
Un “effetto cortocircuito” tra l’articolo 78 e l’articolo 86 del decreto Rilancio, il dl n. 34 del 19 maggio 2020. Se con il primo vengono stanziati 1.150 milioni di euro per il rifinanziamento del Fondo per il reddito di ultimo istanza, il secondo dispone l’incompatibiltà tra il nuovo bonus e quello previsto dal decreto Cura Italia.
Per i professionisti, già in trincea per l’esclusione dal contributo a fondo perduto, emerge quindi una seconda criticità. L’AdEPP spera in una svista, ed ha già richiesto opportuni chiarimenti ai ministeri competenti.
Bonus 600 euro, esclusi i professionisti che l’hanno richiesto a marzo?
L’auspicio dell’Associazione delle Casse di previdenza dei professionisti è che quanto previsto dal decreto Rilancio sia un errore materiale. In caso contrario, l’esclusione dei professionisti dal bonus di 600 euro di aprile e maggio rischierebbe di causare una nuova rottura con il Governo.
Il fulcro del problema nasce dalla lettura combinata dell’articolo 78 ed 86 del decreto Rilancio.
Il primo, rifinanzia il Fondo per il reddito di ultima istanza, stanziando 1.150 milioni di euro per l’erogazione del bonus di 600 euro per i professionisti con cassa. Le risorse rispetto alla dotazione prevista dal Cura Italia sono nettamente superiori, ed è ancora da definire il perimetro di beneficiari così come l’importo dell’indennità spettante.
Il secondo, invece, prevede che il nuovo bonus di 600 euro per i professionisti non è cumulabile con l’indennità prevista dal decreto Cura Italia. Apertura invece per i beneficiari dell’assegno ordinario di invalidità.
Non è chiaro quindi se il bonus di 600 euro per i professionisti con Cassa spetti o no a chi ha già richiesto l’indennità spettante per il mese di marzo. Un’esclusione totale sarebbe paradossale, e rischia di acuire il malcontento già manifestato dagli iscritti agli albi, esclusi dalla possibilità di accedere al contributo a fondo perduto.
Bonus 600 euro per i professionisti, l’AdEPP chiede chiarimenti sul decreto Rilancio
Se da un lato il Governo ha rifinanziato il bonus di 600 euro, un “codicillo” rischia di escludere dal nuovo indennizzo i professionisti che ne hanno già beneficiato a marzo, denuncia l’AdEPP con il comunicato stampa del 21 maggio 2020.
L’Associazione ha già richiesto chiarimenti ad i ministeri competenti, per una correzione volta ad evitare un blocco nelle procedure di erogazione del nuovo bonus di aprile e maggio 2020. La procedura operativa sarà affidata ai singoli Enti di previdenza, che chiedono quindi linee guida chiare.
Il bonus di 600 euro, evidenzia l’AdEPP, non è l’unico motivo per la quale i professionisti criticano il decreto Rilancio. Le casse di previdenza lamentano disattenzione sul fronte fiscale, considerando che, dichiara il Presidente Olivetti:
“in nessun decreto si è trovato ancora il modo di chiarire come debbano essere trattati gli aiuti degli enti di previdenza dei professionisti. Trattandosi di interventi assistenziali analoghi, vorremmo che l’esenzione fiscale applicata ai 600 euro statali venga riconosciuta ai sussidi autonomi e aggiuntivi delle Casse. Nelle more proporremo interpello all’Agenzia delle Entrate.”
C’è poi la questione dei contributi a fondo perduto e l’esclusione per tutti i professionisti. Una discriminazione che ha già prodotto i primi effetti pratici: commercialisti e consulenti del lavoro non hanno presenziato al tavolo avviato dall’Agenzia delle Entrate per la messa a punto della struttura operativa per le domande da parte delle partite IVA.
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