Quando è necessario aprire una partita iva per un'associazione? Sicuramente l'ente associativo nasce per perseguire uno scopo sociale, questa sua natura però non preclude la possibilità di svolgere anche minime attività commerciali.
Quando occorre aprire la partita iva per un’associazione? È fondamentale nel caso in cui si abbia l’intenzione di portare avanti una minima attività commerciale verso l’esterno.
C’è questa possibilità anche se gli enti associativi si configurano dal punto di vista giuridico come enti non commerciali e quindi sono chiamati a svolgere prevalentemente attività non commerciali per poter mantenere una posizione privilegiata all’interno del tessuto economico, sia dal punto di vista fiscale che amministrativo.
Lo svolgimento di attività commerciale necessità di alcuni adempimenti preliminari, l’attribuzione della partita iva è una di questi.
Quando l’attività esercitata dall’associazione si definisce commerciale
L’attività svolta dalle associazioni si definisce per la maggior parte “istituzionale”, questo artefatto infatti ha l’intento di decommercializzare spesso molte attività aventi invece rilevanza fiscale se esercitate da un ente commerciale, al fine di voler agevolare tutti quegli enti che perseguono un fine di pubblica utilità.
Molto spesso quindi molte delle attività svolte dalle associazioni non hanno rilevanza fiscale, soprattutto se effettuate nei confronti dei soci, e nel rispetto di quanto scritto nello statuto dell’associazione stessa.
Nel caso in cui invece l’associazione intenda implementare attività che richiedono la percezione di corrispettivi derivanti dalla vendita di beni o dalla prestazione di servizi nei confronti di soggetti terzi, inclusa la pubblica amministrazione, o decida di svolgere attività intrinsecamente commerciali, come lo sono ad esempio la sponsorizzazione o l’attività di ristorazione o la cessione di beni nuovi, si rende necessario aprire una partita iva.
È bene sottolineare nuovamente che al fine di mantenere la qualifica di ente non commerciale, l’associazione deve sempre comunque contenere le entrate di natura commerciale, non permettendo mai che esse superino quelle non commerciali.
Per rimanere sempre aggiornati sulle ultime novità fiscali relative al mondo delle associazioni iscrivetevi gratuitamente al canale YouTube di Informazione Fiscale:
Come si apre la partita iva? Le istruzioni per un’associazione
L’associazione può decidere di aprire la partita iva contestualmente alla richiesta del codice fiscale e quindi in fase di sua costituzione, perché già consapevole della sua necessità, oppure farne domanda successivamente.
La richiesta della partita iva dovrà essere presentata compilando l’apposito modello AA7/10 disponibile sul sito dell’agenzia delle entrate, alla quale dovrà pervenire eligendo una delle seguenti tre modalità:
- nel caso di soggetti obbligati all’iscrizione al registro delle imprese attraverso la piattaforma Comunicazione Unica (ComUnica);
- direttamente presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate in duplice esemplare direttamente anche a mezzo di persona appositamente delegata;
- in unico esemplare a mezzo servizio postale e mediante raccomandata, allegando fotocopia di un documento d’identità del dichiarante, da inviare a un qualunque ufficio dell’Agenzia delle Entrate, a prescindere dal domicilio fiscale del contribuente;
- per via telematica direttamente dal contribuente o tramite i soggetti incaricati della trasmissione telematica di cui all’art. 3, commi 2-bis e 3, del D.P.R. 22 luglio 1998, n. 322.
L’apertura della partita iva porta, però, con sé molti nuovi adempimenti fiscali e contabili ai quali l’associazione dovrà successivamente sottostare, per cui merita un’attenta riflessione iniziale e l’affidamento ad un professionista esperto nel terzo settore.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Quando occorre aprire la partita iva per un’associazione?