Agevolazioni 2019: accesso come una corsa a ostacoli per imprese e liberi professionisti. Il sistema lento e farraginoso rende incentivi e bonus simili a un'illusione, diluendone l'efficacia e dimostrando che pianificare è impossibile. Bonus Sud, finanziamenti Resto al Sud e tira e molla su mini ires ne sono un esempio.
L’accesso alle agevolazioni 2019 per imprese e liberi professionisti nell’arco dell’anno si è trasformato più volte in un percorso a ostacoli.
Incentivi e bonus messi nero su bianco da norme approvate e in vigore spesso diventano un’illusione: il passaggio all’operatività è subordinato a decreti attuativi e circolari che forniscono strumenti e istruzioni per beneficiarne effettivamente. Ma il sistema è lento e farraginoso e nel corso nell’anno più volte si è fermato o ha girato a vuoto su sé stesso.
I casi del bonus Sud, del finanziamenti Resto al Sud e del tira e molla sulla mini ires dimostrano che tempi lunghi e incertezza diluiscono l’efficacia di bonus e incentivi e rendono impossibile la pianificazione per aziende e professionisti.
Agevolazioni 2019 accesso a ostacoli per imprese e liberi professionisti: il caso del bonus Sud
Da questo punto di vista le agevolazioni diventano un freno e perdono la funzione di acceleratore.
Secondo i dati SVIMEZ, il divario occupazionale tra Sud e Centro-Nord si sta allargando: servirebbero circa 3 milioni di assunzioni.
Nella media del 2018, il Sud resta di circa 260 mila occupati sotto il livello del 2008 con un calo del 4,0% a fronte di una variazione positiva del 2,3% per il Centro Nord.
Il Bonus Sud nasce per incentivare le assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno: per i rapporti di lavoro intrapresi con giovani disoccupati dai 16 ai 34 anni, o dai 35 anni in poi se disoccupati da almeno 6 mesi, basati su un contratto a tempo indeterminato, è possibile beneficiare di uno sgravio contributivo fino a 8.060 euro su base annua.
Ma i datori di lavoro che avevano previsto di beneficiarne per le assunzioni dal 1° gennaio 2019, come previsto dalla Legge di Bilancio, non hanno avuto vita semplice:
- in prima battuta il decreto ANPAL fondamentale per l’operatività, arrivato dopo 4 mesi e mezzo dall’approvazione della manovra, ha escluso dall’agevolazione tutti i datori di lavoro che avevano assunto da gennaio ad aprile;
- il Decreto Crescita ha aggiustato il tiro, prevedendo la possibilità di beneficiare dell’agevolazione per i contratti attivati durante tutto l’anno, anche per i primi quattro mesi;
- la circolare INPS numero 102 solo il 16 luglio 2019 ha sbloccato ufficialmente la possibilità di fare domanda, sia per le assunzioni da maggio che per quelle da gennaio;
- ma a settembre sono emerse nuove criticità: a distanza di neanche due mesi le richieste delle nuove assunzioni e/o trasformazioni di rapporti di lavoro dal 1° maggio 2019, quelle su cui le aziende potevano contare di più, risultavano già in stand by per mancanza di fondi. E nel frattempo erano disponibili, ma inaccessibili, le risorse per i primi mesi dell’anno.
Il bonus Sud 2019 si è trasformato in un labirinto di imprevisti che ha reso difficile e incomprensibile l’accesso agli incentivi ai datori di lavoro: se l’obiettivo è favorire l’occupazione, l’inaffidabilità delle agevolazioni le rende inefficaci.
Agevolazioni 2019: la promessa inaffidabile di Resto al Sud
Destino simile e travagliato anche per i finanziamenti Resto al Sud 2019. È stata sempre la Legge di Bilancio dell’anno in corso a potenziare la misura estendendo in due direzioni la platea di beneficiari:
- i finanziamenti agevolati sono diventati accessibili anche per i liberi professionisti;
- il limite massimo di età per l’accesso è passato da 35 a 45.
Il Decreto che traduce dalla teoria alla pratica la novità è arrivato in Gazzetta Ufficiale il 23 novembre 2019, a distanza di quasi un anno.
E se è il tempo è sempre importante, se si parla di età diventa determinante: solo dall’8 dicembre 2019 c’è la possibilità di accedere a Resto al Sud fino a 45 anni, le novità non sono retroattive e nel testo del Decreto non è prevista nessuna precisazione particolare per il periodo transitorio durato 11 mesi.
Chi ha immaginato di poter accedere ai finanziamenti previsti dall’incentivo Resto al Sud non ha semplicemente dovuto affrontare un percorso a ostacoli, ma è rimasto fuori dalla possibilità di beneficiarne.
Agevolazioni 2019, dalla mini ires all’ACE: le conseguenze
Un ultimo e significativo tassello in questo panorama di incentivi diluiti dal tempo e dalle contraddizioni è il caso della mini ires, introdotta anche quest’ultima con la Legge di Bilancio del 2019, rivista dal Decreto Crescita e in via di abrogazione con la Manovra a cui sta attualmente lavorando il governo.
Per premiare chi lascia i soldi in azienda si ritorna alle origini: nel disegno di Legge di Bilancio torna l’ACE, Aiuto Crescita Economica. E il sistema della mini ires scompare, restando quindi inapplicato.
Secondo un sondaggio condotto dalla redazione di Informazione Fiscale sul numero di risposte a interpelli fornito dall’Agenzia delle Entrate, il 77% dei lettori partecipanti sostiene che i contribuenti italiani sono immersi in una normativa fiscale incerta e disorganica che ha l’aspetto di un labirinto.
Le conseguenze sul piano pratico sono significative: difficile tenere il passo con le novità e con la possibilità di beneficiare dell’applicazione effettiva delle norme.
Impossibile per le imprese e i liberi professionisti strutturare una pianificazione di lungo periodo, di cruciale importanza per la crescita e lo sviluppo delle aziende e del sistema economico in senso lato.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Agevolazioni 2019, accesso a ostacoli per imprese e liberi professionisti