Tutela del marchio Made in Italy e contrasto all'italian sounding: nella legge di conversione del Decreto Crescita 2019 sono previste nuove agevolazioni per le imprese. Tra gli obiettivi anche quello di evitare la delocalizzazione delle imprese storiche italiana. Tutte le novità punto per punto.
Tutela del marchio Made in Italy, contrasto all’Italian sounding e nuove agevolazioni per le imprese: sono queste alcune delle novità diventate ufficiali con l’approvazione definitiva della legge di conversione del Decreto Crescita 2019.
Tra le misura approvate da Camera e Senato, è stata prevista l’istituzione di una sezione ad hoc presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Registro speciale dei marchi storici di interesse nazionale, al quale potranno iscriversi i titolari o licenziatari di marchi d’impresa registrati da almeno 50 anni, o utilizzati in via continuativa per pari periodo.
Ma questa non è l’unica novità proposta in merito alla tutela del made in Italy. Nella legge di conversione del Decreto Crescita state inserite misure per la salvaguardia dei livelli occupazionali e per arginare il fenomeno della delocalizzazione di imprese titolari di marchi storici di interesse nazionale.
Novità specifiche per contrastare il fenomeno dell’Italian Sounding, ovvero la falsa evocazione dell’origine italiana di prodotti. Alle imprese che operano in mercati esteri per la tutela del marchio Made in Italy sarà riconosciuta un’agevolazione pari al 50% delle spese sostenute per la tutela legale dei propri prodotti, nonché per realizzare campagne informative e di comunicazione per l’identificazione dei prodotti italiani.
Vediamo punto per punto le novità introdotte nel capitolo della legge di conversione del Decreto Crescita 2019 per tutelare il Made in Italy ed i marchi storici italiani.
Tutela del marchio Made in Italy: nasce il Registro Speciale per i marchi storici
I titolari o licenziatari esclusivi di marchi d’impresa registrati da almeno cinquanta anni o per i quali sia possibile dimostrare l’uso continuativo da almeno cinquanta anni, utilizzati per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati in un’impresa produttiva nazionale di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale, potranno iscrivere il proprio marchio nel Registro Speciale dei marchi storici di interesse nazionale.
Questo il primo punto contenuto nella legge di conversione del Decreto Crescita, approvata in via definitiva nella giornata del 27 giugno 2019. Si punta a tutelare il made in Italy e tutte quelle attività e quei brand che identificano l’Italia all’estero.
Tra le novità, è prevista l’istituzione di un Marchio storico di interesse nazionale, con un logo che verrà istituito con apposito decreto ministeriale e che potranno utilizzare a fini commerciali e promozionali le imprese iscritte al Registro Speciale.
Per la tutela del Made in Italy, il Decreto Crescita prevede inoltre l’istituzione presso il MISE di un Fondo per la tutela dei marchi storici e di interesse nazionale. L’obiettivo è quello di arginare il fenomeno delle delocalizzazioni e di evitare che si perdano nuovi posti di lavoro.
Tutela del Made in Italy, nasce il Fondo per la tutela dei marchi: nuove agevolazioni ed obblighi per le imprese
II Fondo introdotto dal Decreto Crescita opera mediante interventi nel capitale di rischio delle imprese, con regole e modalità di funzionamento che dovranno essere disposte con decreto del MISE, nel rispetto della normativa sugli aiuti di stato. Per il 2020 sono stanziati 30 milioni di euro.
Nella legge di conversione vengono tuttavia introdotti specifici obblighi informativi per le imprese titolari di marchi storici iscritti nel Registro Speciale.
Qualora intendano chiudere il sito produttivo di origine o quello principale per cessazione dell’attività svolta o per delocalizzazione della stessa al di fuori del territorio nazionale, con conseguente licenziamento collettivo, notifica senza ritardo al Ministero dello sviluppo economico le informazioni relative al progetto di chiusura o delocalizzazione dello stabilimento e, in particolare:
- i motivi economici, finanziari o tecnici del progetto di chiusura o delocalizzazione;
- le azioni tese a ridurre gli impatti occupazionali attraverso incentivi all’uscita, prepensionamenti, ricollocazione di dipendenti all’interno del gruppo;
- le azioni che intende intraprendere per trovare un acquirente;
- le opportunità per i dipendenti di presentare un’offerta pubblica di acquisto ed ogni altra possibilità di recupero degli asset da parte degli stessi.
Sarà in questi casi che il MISE individuerà gli interventi da avviare, attingendo dal Fondo per la tutela del Made in Italy.
La violazione degli obblighi informativi da parte delle imprese è punita con una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 a 50.000 euro nei confronti del titolare dell’impresa titolare o licenziataria esclusiva del marchio.
La tutela del marchio Made in Italy passa anche dal reclutamento di personale ad hoc mediante concorso pubblico.
Saranno 10 i nuovi assunti al MISE, con contratto a tempo indeterminato, da inquadrare nell’area III ed in posizione economica F1.
Nel Decreto Crescita incentivi per deposito brevetti e marchi e per contrastare la contraffazione
Il capitolo degli incentivi è una delle voci più importanti delle novità introdotte dalla legge di conversione del Decreto Crescita per tutelare il marchio Made in Italy ed evitare la contraffazione di prodotti.
Per le imprese che operano in mercati esteri, viene prevista un’agevolazione pari al 50 per cento delle spese sostenute per la tutela legale dei propri prodotti colpiti dal fenomeno dell’Italian sounding, nonché per la realizzazione di campagne informative e di comunicazione finalizzate a consentire l’immediata identificazione del prodotto italiano rispetto ad altri prodotti.
L’agevolazione è concessa fino ad un importo massimo annuale per soggetto beneficiario di 30.000 euro. Sarà un decreto ministeriale a fissare regole attuative, spese ammissibili e procedure per l’ammissione che avverrà in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande.
Tutela del Made in Italy, voucher alle startup innovative
Un voucher per gli investimenti della startup innovative, finalizzato all’acquisizione di servizi di consulenza legati al deposito di brevetti in Italia e all’estero. Pensa anche alle imprese più piccole e giovani il Decreto Crescita 2019, ma non solo.
Tra le nuove agevolazioni viene introdotto anche un incentivo concesso dal MISE volto a sostenere sostenere la promozione all’estero di marchi collettivi o di certificazione volontari italiani da parte di associazioni rappresentative di categoria.
Misure per le quali saranno tuttavia necessari più decreti attuativi e che quindi, dopo l’ok definitivo alla legge di conversione del Decreto Crescita 2019, saranno in standby temporaneo.
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