Lo schema di decreto legislativo sulla riforma della riscossione arriva ad un primo traguardo. Il 28 maggio 2024 la Commissione Finanze della Camera ha espresso parere favorevole al testo, con la richiesta di modifiche tra cui lo stop all’ipoteca sulla prima casa a specifiche condizioni
Riforma della riscossione, stop all’ipoteca sulla prima casa al ricorrere di specifiche condizioni.
Questa una delle richieste al Governo formalizzata dalla Commissione Finanze della Camera, che il 28 maggio ha espresso parere favorevole allo schema di decreto legislativo trasmesso dopo l’ok nel corso del Consiglio dei Ministri dell’11 marzo.
La richiesta è di prevedere il divieto di iscrizioni ipotecarie sulla prima casa di abitazione di contribuenti facenti parte di nuclei familiari con figli a carico, a patto che questi si attivino per regolarizzare la propria posizione debitoria, con agevolazioni anche sul fronte delle somme dovute.
Riforma della riscossione, stop ipoteca sulla prima casa: i correttivi richiesti al Governo
La riforma della riscossione è uno dei prossimi tasselli attesi nell’ambito del via libera alla delega fiscale, che punta a “sfoltire” il macigno dei debiti accumulati dall’Agenzia delle Entrate Riscossione - e in buona parte difficili se non impossibili da recuperare - ottimizzando il lavoro sui crediti effettivamente esigibili.
Il 28 maggio la Commissione Finanze della Camera ha espresso parere favorevole allo schema di decreto approvato in Consiglio dei Ministri, con alcune osservazioni che puntano da un lato ad ottimizzare la procedura dello stralcio automatico dei debiti, e dall’altro ad agevolare i contribuenti che intendono regolarizzare la propria posizione.
Su quest’ultimo fronte, la proposta al Governo è di introdurre il divieto di iscrizioni ipotecarie sulla prima casa di abitazione del nucleo familiare, a patto che il contribuente facente parte di nuclei con figli a carico, si attivi per il pagamento delle somme dovute.
In particolare, nel parere formulato dalla Commissione lo stop all’ipoteca sulla prima casa sarebbe diretta conseguenza, a seguito della notifica delle cartelle o del preavviso di iscrizione ipotecaria:
- della proposta da parte del contribuente di pagamento bonario del debito fiscale;
- della richiesta di definizione del contenzioso in caso di impugnazione della pretesa esecutiva o di opposizione all’esecuzione.
Allo stop all’ipoteca sulla prima casa, la Commissione affianca la richiesta di procedure agevolate di pagamento, con l’introduzione della:
“più ampia facoltà di rateizzazione del debito, senza ulteriori interessi, ovvero, qualora vi sia un contenzioso pendente, la facoltà di definire la vertenza con il pagamento di una percentuale del credito, senza l’applicazione di interessi o sanzioni, né spese legali.”
Riforma della riscossione, stralcio automatico delle cartelle all’attenzione della Commissione
Diverse le osservazioni formulate su una delle misure centrali della riforma della riscossione, ossia il discarico automatico dei crediti una volta trascorsi 5 anni dalla data di affidamento.
La Commissione Finanze della Camera chiede al Governo di escludere dallo stralcio i crediti degli enti previdenziali così come le quote affidate all’agente della riscossione per cui pendono azioni giudiziali e procedure di recupero, al pari delle somme per cui sono in essere e pendenti accordi ai sensi del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza.
Gli enti creditori avranno la facoltà di affidare a soggetti terzi il lavoro di recupero anche dopo il discarico da parte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione ma, in tal caso, si chiede al Governo di inserire una “espressa tutela della prima casa”, al pari di quanto previsto per l’AdER.
Richieste di rettifica anche sul fronte del blocco dei crediti d’imposta in caso di rifiuto della proposta di compensazione presentata dall’AdER tra crediti e debiti. Una regola sulla quale la Commissione Finanze della Camera chiede un passo indietro al Governo, considerando che:
“l’Agenzia delle entrate-riscossione non può bloccare gli importi delle somme versate sugli appositi fondi, ma deve procedere nei confronti del contribuente, al rimborso integrale in tempi immediati, con i relativi interessi.”
Si evidenzia in ogni caso che i pareri delle Commissioni non assumono natura vincolante per il Governo, che potrà quindi scegliere se accogliere o meno le osservazioni formulate. Inoltre, prima dell’approdo della riforma della riscossione in CdM per il via libera definitivo, si attende ancora il parere delle Commissioni competenti del Senato.
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