Riforma del canone Rai in cantiere, con la previsione di cancellazione della tassa in bolletta e dell'estensione dell'obbligo di pagamento in caso di possesso di cellulari, PC o tablet. A parlarne è stato il Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, nell'audizione in Commissione di vigilanza del 27 luglio 2023
Riforma in vista per il canone Rai.
Per la tassa annuale di 90 euro dovuta ad oggi in caso di detenzione di televisori si ragiona sulla modifica delle modalità di pagamento e, in parallelo, sulla ridefinizione del presupposto per l’applicazione della stessa.
Il canone Rai potrebbe quindi lasciare la bolletta elettrica, con l’ipotesi di estendere l’obbligo di pagamento anche a chi possiede cellulari, PC o tablet.
Queste le linee guida tratteggiate dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione del 27 luglio presso la Commissione di vigilanza.
Canone Rai verso la riforma: fuori dalla bolletta e ipotesi estensione a cellulari, PC e tablet
Non è la prima volta che si parla di riforma in merito alle modalità di pagamento del canone Rai, attualmente addebitato direttamente in bolletta nei confronti di 21 milioni di contribuenti.
Il perché è legato ad una richiesta avanzata all’Italia dalla Commissione Europea, che chiede per l’appunto di escludere il costo del canone, pari a 90 euro complessivi, dalle bollette.
Il progetto di revisione sembra ora essere sulla via dell’attuazione, anche a fronte delle dichiarazioni rese dal Ministro del MEF, Giancarlo Giorgetti, che nell’audizione in Commissione di vigilanza del 27 luglio ha parlato delle prospettive future in merito alla gestione del sistema di riscossione della tassa che finanzia il servizio pubblico.
L’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica dovrà in ogni caso essere accompagnata dall’introduzione di modalità di riscossione efficaci, per evitare che salga la propensione al mancato pagamento dei 90 euro previsti attualmente.
L’introduzione in bolletta del canone TV, spalmato in dieci rate da 9 euro cadauna, ha portato ad una riduzione significativa dell’evasione dal versamento che, come evidenziato dal Ministro Giorgetti, è passato dal miliardo circa del 2016 a 235 milioni di media nel triennio dal 2017 al 2019 e, ad oggi, il gettito complessivo è pari a 1,85 miliardi all’anno.
Entrate che bisogna quindi salvaguardare, così come bisogna ripensare, a detta del Ministro dell’Economia, quella che è l’attuale platea di soggetti tenuti al versamento.
Dal canone Rai dovuto in caso di possesso di TV si potrebbe quindi passare all’obbligo di versamento anche in relazione alle utenze telefoniche. Il possesso di cellulari, PC o tablet potrebbe quindi diventare il nuovo presupposto per l’addebito della tassa.
Canone Rai anche per chi possiede cellulari, PC o tablet
Di definito ad oggi non vi è nulla, ma le valutazioni sono in corso.
Il cambiamento delle modalità di fruizione dei programmi televisivi non può che portare alla necessità di riflettere su come rimodulare l’obbligo di versamento del canone Rai.
Una valutazione ritenuta doverosa da parte del MEF, per definire un eventuale ampliamento nel medio periodo del presupposto dell’imposta, che potrebbe quindi essere esteso al possesso di utenze di telefonia mobile.
Semplificando, se ad oggi paga il canone Rai chi possiede una TV in casa, nel futuro l’obbligo potrebbe accogliere anche chi possiede un cellulare, un PC o un tablet connesso ad internet e che, conseguentemente, consente di accedere ai programmi Rai.
Sono 107 milioni le utenze telefoniche attive, contro i 21 milioni di quelle elettriche. Una riforma per l’estensione del canone Rai anche a cellulari, TV e tablet porterebbe conseguentemente ad un aumento del gettito annuo.
Per il Ministro Giorgetti bisognerebbe in ogni caso prevedere un limite massimo per famiglia, per evitare che in un singolo nucleo si finisca con il versare un importo superiore ai 90 euro addebitati ad oggi in bolletta.
La discussione sul futuro del canone TV è quindi aperta, e si resta in attesa di una definizione più chiara delle novità presentate ad oggi solo in versione embrionale.
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