Stop ai revisori del MEF nelle società. La Legge di Bilancio 2025, dopo le modifiche della Commissione, cancella la norma tanto discussa. Soddisfazione da parte del CNDCEC
Dopo settimane di acceso dibattito, nella Legge di Bilancio 2025 viene abrogata la norma sui revisori del MEF nelle società.
Dagli emendamenti approvati in Commissione Bilancio della Camera è arrivata infatti l’eliminazione dei commi 1 e 2 dell’articolo 112 del DdL di Bilancio.
La norma, per come era stata formulata in origine, prevedeva la nomina di rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società ed enti di dritto privato che ricevessero contributi pubblici in misura pari o superiore a 100.000 euro.
La cancellazione del provvedimento era stata chiesta a gran voce dai commercialisti, e il Consiglio Nazionale esprime soddisfazione sulle modifiche entrate nel testo della Manovra.
Legge di bilancio 2025: abrogata la norma sui revisori del MEF nelle società
Sulla questione se cancellare o meno la norma sui revisori del MEF si è discusso a lungo, ma alla fine i commercialisti hanno ottenuto il risultato sperato.
La Legge di Bilancio, per effetto degli emendamenti approvati in Commissione alla Camera, non prevede più l’ingerenza dei revisori del MEF all’interno dei collegi sindacali o di controllo, lasciando la verifica agli organi di controllo già esistenti.
Con un comunicato stampa diffuso il 18 dicembre dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili il presidente Elbano de Nuccio ha affermato:
“La versione finale della norma sui controlli del MEF nelle aziende e negli enti destinatari di contributi pubblici, approvata ieri in Commissione Bilancio alla Camera, stabilisce che non ci saranno revisori indicati dal Ministero nei collegi sindacali o di controllo, ma che gli organi di controllo già esistenti dovranno verificare l’utilizzo dei contributi pubblici”.
Il presidente del CNDCEC ha inoltre espresso il suo compiacimento per il risultato raggiunto, in quanto viene così riconosciuto il ruolo dei commercialisti quali garanti del pubblico interesse in materia di revisione dei conti.
A tal proposito, de Nuccio ha infatti aggiunto:
“In queste settimane ci siamo spesi con forza affinché questo ruolo non fosse svilito e oggi possiamo quindi esprimere la nostra piena soddisfazione per il testo approvato”.
Commentando l’abrogazione del provvedimento sopracitato, de Nuccio ha affermato che la norma:
“è stata sostituita dalla prescrizione, per i commercialisti impegnati nei collegi sindacali, di una specifica attività di rendicontazione dell’utilizzo dei contributi pubblici, attività che peraltro è più che condivisibile nei suoi propositi”.
Infatti, stando al nuovo testo di legge, gli organi di controllo dovranno inviare al MEF una relazione annuale con lo scopo di illustrare l’utilizzo dei contributi pubblici.
Infine, il presidente del CNDCEC ha ringraziato tutte le forze politiche per aver ascoltato le richieste e le osservazioni poste dai commercialisti.
Come cambia la norma sui revisori del MEF?
L’emendamento, ormai approvato e quindi facente parte a tutti gli effetti del testo della Legge di Bilancio, cancella i commi 1 e 2 dell’articolo 112.
Di conseguenza non è più prevista la presenza dei revisori nominati dal MEF all’interno dei collegi di revisione o sindacali degli enti, società, organismi e fondazioni che ricevono contributi dallo Stato.
Infine, viene aggiunto un nuovo comma, il 3- bis, il quale stabilisce che gli organi di controllo già esistenti debbano redigere una relazione annuale al fine di verificare e illustrare l’utilizzo dei contributi pubblici.
L’obbligo di redigere la relazione vale solo per quelle società ed enti di diritto privato che ricevano fondi pubblici entro una determinata soglia, che sarà stabilita da un DPCM entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio.
Tale relazione dovrà essere inviata al MEF.
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