Ravvedimento speciale, i vantaggi del concordato “retroattivo”: esempi di calcolo

Il ravvedimento speciale introdotto dal decreto Omnibus consente alle partite IVA che accedono al concordato preventivo biennale di sanare omissioni dichiarative dal 2018 al 2022. Conviene? Alcuni esempi di calcolo per valutarne i vantaggi

Ravvedimento speciale, i vantaggi del concordato “retroattivo”: esempi di calcolo

Ravvedimento speciale ai nastri di partenza, con la conversione in legge del decreto Omnibus che ufficializza la sanatoria legata al concordato preventivo biennale.

La novità che punta a rendere più appetibile il patto tra Fisco e partite IVA introduce una sanatoria dai vantaggi evidenti in caso di omissioni dichiarative, consentendo di far emergere i redditi non dichiarati negli anni dal 2018 al 2022.

Un concordato “retroattivo”, che per effetto del ravvedimento speciale - o condono fiscale - consentirà di versare imposte ultra ridotte. Alcuni esempi di calcolo per valutarne i vantaggi.

Ravvedimento speciale, i vantaggi del concordato “retroattivo”: esempi di calcolo

A differenza del ravvedimento ordinario, ma anche del ravvedimento speciale introdotto nell’ambito della tregua fiscale, le novità abbinate al concordato preventivo biennale prevedono un azzeramento totale di sanzioni e interessi, ma non solo.

Ad essere tagliate sono anche le imposte dovute sui maggiori redditi che il titolare di partita IVA dichiarerà, per gli anni dal 2018 al 2022. Ed è questo il motivo per cui appare legittimo parlare di un vero e proprio condono fiscale, che cambia la prospettiva del concordato preventivo biennale: da strumento di pianificazione futura diventa una via per regolarizzare il passato.

Quali sono quindi i vantaggi per chi sceglierà di aderirvi? Facciamo alcuni esempi di calcolo, partendo dal ricordare le regole operative.

La regolarizzazione delle omissioni dichiarative potrà avvenire applicando una flat tax, in luogo di scaglioni e aliquote IRPEF, così modulata:

  • 10 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 8;
  • 12 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;
  • 15 per cento, se nel singolo periodo d’imposta il livello di affidabilità fiscale è inferiore a 6.

La sanatoria riguarda anche l’IRAP, dovuta nella misura fissa del 3,9 per cento.
Inoltre, per gli anni del Covid-19 (2020 e 2021), l’imposta dovuta è ulteriormente ridotta del 30 per cento.

Un taglio delle aliquote di tassazione ma anche della base imponibile: il calcolo dell’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali sarà determinato solo su una quota delle somme emerse, pari al:

  • 5 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;
  • 10 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore ad 8 e inferiore a 10;
  • 20 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;
  • 30 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;
  • 40 per cento per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;
  • 50 per cento per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.

In ogni caso, il minimo dovuto per accedere al ravvedimento speciale è pari a 1.000 euro.

Ravvedimento speciale per chi accede al concordato, come fare il calcolo. Alcuni esempi

Scendiamo quindi nella pratica e vediamo con alcuni esempi l’impatto delle novità.

Poniamo il caso di un titolare di partita IVA che, nel 2019, ha conseguito un punteggio ISA pari a 8 e che intende regolarizzare omissioni dichiarative per la stessa annualità pari a 80.000 euro.

La flat tax prevista per l’accesso al ravvedimento speciale sarebbe pari al 10 per cento, da applicare sul 10 per cento dei maggiori redditi dichiarati. Nel caso specifico, considerando la riduzione a 8.000 euro della base imponibile, l’imposta sostitutiva dovuta sarebbe pari a 800 euro, ma considerando il valore minimo dovuto si passerebbe a 1.000 euro.

Il vantaggio è evidente se si considerano le regole ordinarie IRPEF, che prevedono l’applicazione di aliquote graduate sulla base del reddito soggetto a imposizione. Calcolatrice alla mano, l’imposta lorda “ordinaria” sarebbe stata pari a più di 27.000 euro, senza considerare sanzioni e interessi dovuti in caso di pagamento tardivo.

Prendiamo invece il caso di un contribuente con punteggio ISA più basso, ad esempio pari a 5 nel periodo d’imposta da sanare. In tal caso, la flat tax per il ravvedimento speciale sarebbe pari al 15 per cento, da applicare sul 30 per cento della maggior base imponibile.

In caso di reddito da regolarizzare pari a 50.000 euro, la base imponibile ridotta ammonta a 15.000 euro e di conseguenza l’imposta dovuta è di 2.250 euro. Anche in questo caso, il vantaggio è evidente anche se con riferimento a soggetti ritenuti “meno affidabili”.

Con il ravvedimento speciale il concordato passa da preventivo a retroattivo

C’è da dire che per l’avvio ufficiale delle procedure di applicazione del ravvedimento speciale sarà necessario attendere il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che, come previsto dalla legge di conversione del DL Omnibus, detterà le regole operative.

È tuttavia evidente il cambio di passo del concordato preventivo biennale: da strumento di pianificazione fiscale per il futuro, si passa a via per sanare irregolarità dichiarative pregresse con il beneficio di un trattamento di favore.

Un concordato retroattivo che indubbiamente avrà un impatto non di poco sulle adesioni al patto con il Fisco, con l’ipotesi in campo di una proroga della scadenza del 31 ottobre.

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