Poste Italiane: il blocco alla cessione del credito interessa anche le pratiche già avviate

Tommaso Gavi - Irpef

Lo stop alla cessione del credito di Poste Italiane non riguarda soltanto nuove pratiche ma anche quelle già avviate. Nella comunicazione di mancata accettazione viene richiamata la legge di conversione del DL Superbonus, ma non una misura specifica

Poste Italiane: il blocco alla cessione del credito interessa anche le pratiche già avviate

Il blocco alla cessione del credito di Poste Italiane ha contorni più ampi rispetto a quanto anticipato dallo stesso Istituto.

Poste Italiane aveva già fatto sapere che dal 30 maggio scorso non sarebbe stato possibile inviare nuove richieste in relazione alle cessioni di superbonus e di altri bonus edilizi.

Dopo l’approvazione della legge di conversione del Decreto Superbonus, però, l’Istituto sta rifiutando anche le pratiche già avviate.

Poste Italiane: chi interessa il blocco alla cessione del credito?

Il blocco della cessione del credito di Poste Italiane, indicato dallo stesso Istituto per le nuove pratiche a partire dallo scorso 30 maggio, si sta dimostrando più esteso di quanto inizialmente messo in evidenza.

Da alcuni giorni diversi clienti di Poste Italiane hanno ricevuto un messaggio relativo alla mancata accettazione della cessione del credito.

L’oggetto è il seguente: “Cessione del credito d’imposta a Poste Italiane - Comunicazione di mancato accoglimento della proposta di cessione”.

Segue il testo del messaggio:

“Gentile Cliente,
siamo spiacenti di comunicarLe la mancata accettazione della Sua proposta di cessione del credito d’imposta (ID Pratica ), anche tenuto conto del Decreto Legge 39/2024, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 67 del 23 maggio 2024.

Cordiali saluti

Poste Italiane S.p.A.”

Tra le motivazioni della mancata accettazione dei crediti relativi a interventi del superbonus e dei bonus edilizi ci sono le disposizioni della legge n. 67 del 23 maggio 2024, di conversione del Decreto Superbonus.

La legge di conversione dell’esecutivo ha terminato l’iter parlamentare lo scorso 23 maggio, il testo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 maggio scorso ed è in vigore dal giorno successivo.

Sono diverse le misure che sono state aggiunte al testo originale, tra queste:

  • l’allungamento a 10 anni dell’utilizzo delle detrazioni;
  • il divieto di cessione del credito per le rate residue, nel caso in cui almeno una sia stata fruita in detrazione;
  • la stretta alla compensazione con F24 per banche e intermediari finanziari, con il divieto di compensazione dei crediti con i contributi previdenziali, assistenziali e dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, con applicazione della disposizione dal 1° gennaio 2025.

Nel messaggio, tuttavia, non si fa riferimento a una specifica disposizione. Il richiamo è, genericamente, al testo della legge di conversione del decreto Superbonus, nonostante non contenga norme che vietino di accettare le cessioni.

Poste Italiane: bloccate anche le cessioni relative a pratiche già avviate

Il blocco alla cessione del credito di Poste Italiane, tuttavia, interessa anche pratiche già avviate ben prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Superbonus.

La mancata accettazione, infatti, riguarda anche spese sostenute nel 2023. Nel caso della rata annuale relativa a spese sostenute nello scorso anno, porta all’impossibilità di trovare un nuovo soggetto a cui cedere gli importi.

La scadenza dello scorso 4 aprile, termine ultimo per gli invii di comunicazioni all’Agenzia delle Entrate relative alle cessioni di crediti di bonus edilizi, non può essere derogata.

Al momento, infatti, non è più possibile procedere con la comunicazione e la legge di conversione del Decreto Superbonus ha anche confermato l’eliminazione della remissione in bonus, lo strumento che avrebbe permesso la regolarizzazione l’omesso o ritardato adempimento comunicativo oltre la scadenza indicata.

Per i contribuenti resta, quindi, esclusivamente la strada della detrazione. Una strada che può essere percorsa esclusivamente dai soggetti con adeguata capienza fiscale e che però precluderà la cessione del credito anche per le rate relative ad annualità successive.

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