Tutto pronto per la partenza dei nuovi mini contratti di sviluppo. I contributi a fondo perduto sono destinati alle imprese del Sud che investono in tecnologie critiche
Da quando è possibile fare domanda per i nuovi mini contratti di sviluppo promossi dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy?
Aprirà a breve la finestra per la presentazione delle richieste da parte delle aziende del Mezzogiorno.
Le istanze dovranno essere presentate in via telematica dal sito di Invitalia.
L’agevolazione prevede la concessione di contributi a fondo perduto a sostegno degli investimenti in tecnologie digitali e deep tech, tecnologie pulite ed efficienti e biotecnologie.
Tutte le istruzioni nel decreto MIMIT pubblicato a fine dicembre 2024.
Mini contratti di sviluppo per le imprese del Sud: quando fare domanda?
Sta per partire la nuova agevolazione che mira a sostenere gli investimenti produttivi delle imprese con sede nelle regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
A disciplinare le modalità di domanda e le date di apertura dello sportello per beneficiare dei nuovi mini contratti di sviluppo è il decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 20 dicembre 2024.
Si tratta dell’agevolazione introdotta dal Decreto Coesione, attuata dal decreto del 12 agosto, e che prevede la concessione di contributi a fondo perduto in favore delle imprese che investono nello sviluppo e/o nella fabbricazione di tecnologie critiche previste dal Regolamento STEP, compresi gli interventi per migliorare l’efficienza energetica, e cioè:
- tecnologie digitali e deep tech;
- tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse;
- biotecnologie.
Le imprese interessate e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa possono presentare la domanda di agevolazione a partire dalle ore 12:00 del 5 febbraio 2025.
Ci sarà tempo fino alla scadenza fissata per le ore 12:00 dell’8 aprile.
La domanda va inviata online dal sito di Invitalia (soggetto gestore) dove sarà a breve disponibile anche tutta la documentazione necessaria.
Le imprese devono essere in possesso di un’identità digitale (SPID, CNS, CIE) e devono, se non l’hanno già fatto, registrarsi sulla piattaforma. Da qui è poi possibile compilare la domanda e caricare il business plan e gli allegati.
È inoltre necessario disporre di una firma digitale e di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC).
Al termine della procedura viene assegnato un protocollo elettronico. La graduatoria viene determinata in base ai punteggi attribuiti ai singoli piani di investimento come indicato nei decreti ministeriali. L’istruttoria delle domande seguirà dunque l’ordine di tale graduatoria.
Mini contratti di sviluppo per le imprese del Sud: quanto è possibile ottenere?
Le agevolazioni previste dai mini contratti di sviluppo sono concesse nella forma di contributi a fondo perduto e coprono le spese ammissibili secondo le seguenti percentuali:
- 55 per cento per le piccole imprese;
- 45 per cento per le medie imprese;
- 35 per cento per le grandi imprese.
Gli investimenti produttivi agevolati sono quelli di media dimensione finanziaria: compresi tra i 5 e i 20 milioni di euro. Le imprese, inoltre, sono tenute a contribuire almeno al 25 per cento del totale delle spese ammissibili.
Per essere ammessi all’agevolazione, oltre a rispettare il limite di spesa previsto, i piani di investimento devono:
- riguardare un’unica unità produttiva nelle citate regioni;
- essere avviati dopo la presentazione della domanda e essere conclusi entro 36 mesi;
- prevedere un piano occupazionale incrementale connesso alla realizzazione dell’investimento che preveda anche l’assunzione di occupati qualificati;
- garantire il rispetto del principio DNSH.
I piani possono riguardare la creazione, ampliamento, riconversione o ristrutturazione di un’unità produttiva.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Mini contratti di sviluppo per le imprese del Sud: quando fare domanda?