Dopo la scadenza del 17 giugno per il versamento dell'acconto IMU 2024, in caso di ritardo bisognerà pagare sanzioni e interessi. Un focus sul ravvedimento operoso: dalle regole previste e al calcolo dell'importo dovuto
Pagamenti in ritardo maggiorati di sanzioni e interessi, per chi non ha versato l’acconto IMU 2024.
Dopo la scadenza del 17 giugno 2024, chi non pagato in tempo potrà regolarizzare la situazione grazie al ravvedimento operoso. L’istituto prevede la riduzione delle sanzioni e particolari vantaggi in caso di pagamento entro 14 giorni dal termine ordinario.
In linea generale i contribuenti sono chiamati a rispettare i termini canonici del 16 giugno per l’acconto e del 16 dicembre per il saldo, anche se quest’anno la scadenza della prima rata è stata oggetto di una mini-proroga al 17 giugno 2024.
In caso di mancato rispetto del termine si può comunque ottenere la riduzione delle sanzioni per ritardato o mancato pagamento.
Un focus sulle regole per chi paga in ritardo con il ravvedimento operoso: le regole per il calcolo delle sanzioni.
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IMU 2024, pagamento in ritardo: quali regole sono previste per chi paga con il ravvedimento operoso?
Cosa succede a chi non ha pagato l’acconto IMU entro la scadenza del 17 giugno 2024.
Per tali contribuenti c’è comunque la possibilità di regolarizzare la situazione attraverso altre modalità.
Si può infatti utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso, anche per il pagamento delle sanzioni IMU.
L’istituto in questione evita i provvedimenti forzosi, tuttavia il soggetto sarà chiamato a pagare, oltre all’imposta dovuta, anche una maggiorazione a titolo di:
- sanzioni;
- interessi.
Per il calcolo della somma dovuta si deve considerare i giorni di ritardo rispetto alla data di scadenza del versamento. Maggiore sarà il numero di giorni di ritardo e più alta sarà la percentuale da applicare.
Ravvedimento operoso: le sanzioni per il ritardo nel pagamento dell’IMU 2024
In caso di mancato pagamento dell’IMU 2024, qualora accertato a seguito dei controlli degli enti locali, il contribuente dovrà provvedere:
- al versamento integrale dell’imposta dovuta;
- al pagamento della sanzione.
La sanzione ordinaria è prevista nella misura del 30 per cento dell’importo dovuto all’origine.
C’è tuttavia la possibilità di regolarizzare la situazione grazie all’istituto del ravvedimento operoso.
La riduzione della sanzione dipende dal ritardo nel pagamento, ovvero dai giorni che separano il termine per il versamento dell’imposta e la data del versamento per la regolarizzazione.
Sulla base del termine del versamento, il ravvedimento viene classificato come segue:
- super breve, il ravvedimento operoso effettuato entro 14 giorni dalla scadenza prevista. Per la regolarizzazione del versamento entro tale lasso di tempo si applica di una sanzione dello 0,1 per cento, pari a 1/10 di quella ordinaria dell’1 per cento, per ognuno dei giorni di ritardo;
- breve, nel caso in cui la regolarizzazione avvenga entro 30 giorni dalla scadenza prevista, più precisamente dal 15° al 30° giorno. La sanzione da applicare, in questo caso, è dell’1,5 per cento e si essere calcolata sull’importo del tributo dovuto;
- medio, la sanzione arriva all’1,67 per cento se il pagamento dell’IMU avviene entro 90 giorni dal termine previsto per il versamento o dalla scadenza della presentazione della dichiarazione, se la regolarizzazione si riferisce a omissioni o errori commessi in dichiarazione;
- lungo, si applica al superamento dei 90 giorni di ritardo, a condizione che il pagamento sia effettuato entro il termine di 1 anno.
Il versamento per la regolarizzazione deve comprendere l’integrale pagamento dell’imposta dovuta e una sanzione pari al 3,75 per cento.
Una possibilità di regolarizzazione è prevista anche per i contribuenti che pagano con oltre un anno di ritardo.
Ravvedimento operoso “lunghissimo”: come funziona?
L’abrogazione del comma 1-bis dell’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997, ha aperto la strada a un’ulteriore possibilità di regolarizzazione per i contribuenti.
Anche chi provvede al versamento con oltre un anno di ritardo rispetto alla scadenza originaria dell’imposta può regolarizzare la situazione.
L’abrogazione della disposizione citata in precedenza ha esteso a tutti i tributi alcune riduzioni delle sanzioni in precedenza possibili in via esclusiva per i tributi erariali.
Anche per il ritardo nei versamenti IMU 2024 è quindi prevista la possibilità di adottare il cosiddetto “ravvedimento operoso lunghissimo.”
Il contribuente può regolarizzare la sua posizione senza essere chiamato al pagamento della sanzione ordinaria del 30 per cento anche se è stato superato l’anno di ritardo nel versamento.
Si può infatti utilizzare il ravvedimento lunghissimo, da applicare nei casi di mancato versamento e regolarizzazione entro i due anni o, addirittura, oltre tale termine.
Se il pagamento avviene entro 2 anni dalla scadenza prevista o da quella di presentazione della dichiarazione periodica, deve essere pagata la sanzione ridotta a 1/7 di quella originariamente prevista. In termini percentuali la maggiorazione sarà del 4,29 per cento.
Nel caso di superamento del periodo di tempo di 2 anni, la sanzione aumenta al 5 per cento dell’imposta dovuta.
Oltre alle sanzioni, alle somme dovute si deve aggiungere le quote relative agli interessi di mora, che maturano giorno per giorno e devono essere calcolati di conseguenza.
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Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: IMU 2024, pagamento in ritardo: ravvedimento operoso e sanzioni ridotte