Fringe benefit fino a 3.000 euro: come funziona, beneficiari e adempimenti

Quando arriveranno i 3.000 euro di benefit aziendali in busta paga ed a chi? Ecco le ultime novità

Fringe benefit fino a 3.000 euro: come funziona, beneficiari e adempimenti

Fringe benefit fino a 3.000 euro, per effetto delle novità introdotte dal Decreto Lavoro e confermate nel corso della conversione in legge.

Sale l’importo del bonus riconosciuto dai datori di lavoro ai propri dipendenti per il quale è possibile usufruire della non imponibilità, rispetto alla soglia ordinaria di 258,23 euro, ma esclusivamente in presenza di figli all’interno del nucleo familiare del lavoratore.

Sono infatti i lavoratori dipendenti con figli a carico i soggetti beneficiari del nuovo e più corposo limite per la fruizione dei fringe benefit previsto per il 2023, riconosciuto anche in relazione alle somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle bollette.

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Fringe benefit fino a 3.000 euro: come funziona, beneficiari e adempimenti

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 3 luglio la legge n. 85 di conversione del Decreto Lavoro n. 48/2023 che, nel corso dell’iter di discussione in Parlamento, ha confermato le novità in materia di fringe benefit.

È l’articolo 40 a stabilire le nuove e più vantaggiose regole in materia di esenzione fiscale di beni e servizi erogati dal datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti e, nello specifico, la soglia sale a 3.000 euro per il 2023 in relazione ai lavoratori con figli a carico.

La norma ha natura transitoria e, al pari di quanto previsto lo scorso anno, include tra i fringe benefit agevolati anche le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas.

Ampio quindi il perimetro di applicazione del regime di non imponibilità, per il quale nel 2023 bisognerà considerare due differenti soglie.

Fringe benefit fino a 3.000 o 258 euro, doppio regime di esenzione per il 2023

Per la generalità dei lavoratori i fringe benefit restano esenti fino al limite ordinario di 258,23 euro e, in tal caso, si applicheranno le regole indicate all’articolo 51, comma 3 del TUIR. Per i lavoratori senza figli a carico, non rientrano quindi tra i fringe benefit per i quali si applica il regime di non imponibilità le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze.

Esclusivamente in presenza di figli a carico, il limite sale per l’anno in corso a 3.000 euro, importo che potrà essere erogato anche in relazione alle bollette di acqua, luce e gas.

Fringe benefit 2023LimiteApplicazione regime di esenzione
Lavoratori dipendenti senza figli a carico 258,23 euro Art. 51, comma 3 del TUIR: beni e servizi non in denaro corrisposti dal datore di lavoro (es. auto aziendale ad uso promiscuo, buoni pasto, voucher)
Lavoratori dipendenti con figli a carico 3.000 euro Beneficio fiscale anche per le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche

Dichiarazione al datore di lavoro per i lavoratori dipendenti con figli a carico

Guardando agli adempimenti necessari per beneficiari del nuovo e più ampio regime di favore sui fringe benefit, l’articolo 40 del Decreto Legge n. 48/2023 prevede che il lavoratore dipendente dichiari al datore di lavoro di aver diritto ad accedere alla soglia di 3.000 euro, indicando il codice fiscale dei figli a carico.

Servirà dunque un’autodichiarazione del lavoratore per poter fruire del limite più elevato di esenzione fiscale che, come specificato dallo stesso decreto legge, spetta anche in relazione ai figli nati fuori dal matrimonio riconosciuti, adottivi o affidati, purché siano fiscalmente a carico.

Per quel che riguarda i datori di lavoro, in attesa di indicazioni operative aggiornate, si ritiene che continueranno ad applicarsi le regole già indicate dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 35/2022.

Il relazione alle utenze domestiche, il documento di prassi ha specificato che il datore di lavoro, nel rispetto della normativa in materia di privacy, è tenuto ad acquisire e conservare i documenti giustificativi della somma spesa o, in alternativa, un’autodichiarazione con la quale il lavoratore attesti di essere in possesso della documentazione relativa al pagamento delle utenze, nella quale indicare gli elementi necessari per l’identificazione, quali ad esempio numero e intestatario della fattura, tipologia di utenza, importo pagato, data e modalità di versamento.

Fringe benefit a 3.000 euro, i soggetti beneficiari: attenzione al limite di reddito per i figli a carico

Si ricorda che per l’individuazione dei figli fiscalmente a carico è necessario tener presenti le due soglie previste dall’articolo 12, comma 2 del TUIR:

  • per i figli di età superiore a 24 anni, il limite di reddito per essere considerato a carico dei genitori è pari a 2.840,51 euro;
  • per i figli di età inferiore ai 24 anni, la soglia massima è fissata invece a 4.000 euro.

Due quindi le soglie che il lavoratore dovrà prendere a riferimento in fase di predisposizione dell’autodichiarazione da produrre per il datore di lavoro, al fine di fruire dei fringe benefit fino a 3.000 euro.

Fringe benefit: quando arriva? La scelta è del datore di lavoro

Ultimo ma non meno rilevante aspetto da segnalare riguarda le regole per l’erogazione dei fringe benefit.

A differenza dei bonus erogati attingendo da risorse statali, il riconoscimento dei fringe benefit è legato a scelte aziendali: è il datore di lavoro a decidere se, quando e a chi erogare beni o servizi a titolo premiale o di incentivo, così come il relativo importo.

La norma introdotta con il Decreto Lavoro non prevede dunque un diritto generalizzato ai fringe benefit per i lavoratori con figli, ma incrementa esclusivamente la soglia di non imponibilità ai fini fiscali e contributivi.

La scelta finale è quindi del datore di lavoro, che potrà erogare i fringe benefit su base individuale anche solo ad alcuni dei propri lavoratori.

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