Firmata il 5 febbraio l'ipotesi di accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Federmeccanica/Assistal. Previsti aumenti a tre cifre per il milione e mezzo di lavoratori del settore. Novità nella parte normativa: superato il primo livello, innalzata la quota per il fondo Cometa per gli under 35, introdotta la clausola sociale negli appalti pubblici e il contrasto alla violenza di genere. Ora il testo va al giudizio vincolante delle assemblee nei luoghi di lavoro.
Rinnovato il contratto nazionale di lavoro dei metalmeccanici. Dopo più di un anno di trattative, il 5 febbraio è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo tra la parte datoriale Federmeccanica/Assistal e le organizzazioni di categoria dei sindacati confederali Fim Cisl, Uilm e Fiom Cgil.
Si parla di ipotesi in quanto ora il testo di intesa tra le parti dovrà essere illustrato ai lavoratori nelle assemblee tenute nei luoghi di lavoro e sarà sottoposta infine a un referendum vincolante per le organizzazioni sindacali.
I sindacati di categoria hanno strappato aumenti a tre cifre per un settore che impiega un milione e mezzo di lavoratori. In particolare, 100 euro per il terzo livello e 112 euro per il quinto livello sui minimi contrattuali per il periodo che va dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2024.
Vediamo di seguito i dettagli dell’ipotesi di accordo.
Nuovo contratto dei metalmeccanici: aumenti e nuovi inquadramenti
L’aspetto più vistoso del nuovo accordo consiste ovviamente negli aumenti a tre cifre che erano già in fase di trattative l’obiettivo considerato inderogabile dai sindacati di categoria dei metalmeccanici. Si tratta di un aumento di 100 euro per il terzo livello e di 112 per il quinto sui minimi contrattuali nel periodo 1° gennaio 2021-30 giugno 2024.
Le quote annuali di aumento verranno erogate nel mese di giugno secondo questa cadenza:
- 25 euro a giugno 2021;
- 25 euro a giugno 2022;
- 27 a giugno 2023;
- e infine 35 euro a giugno 2024.
Dato che il precedente contratto è scaduto alla fine del 2019, il 2020 è stato coperto con un incremento di 12 euro da giugno e con 200 euro in cosiddetti “flexible benefits”: ovvero buoni acquisto di beni e servizi che l’azienda rilascia ai propri dipendenti.
Dal 2021 invece e per ogni anno di vigenza del contratto saranno erogati altri 200 euro di flexible benefits già istituiti con il contratto collettivo nazionale precedente.
Nel testo sono poi presenti novità in tema di inquadramento professionale con il superamento del primo livello a partire dal 1° giugno di quest’anno, il che indurrà il passaggio di migliaia di lavoratori al livello superiore. Di fatto una presa d’atto delle trasformazioni tecnologiche intervenute dagli anni ’70 (epoca a cui risaliva l’inquadramento) ad oggi.
La soddisfazione del sindacato e lo spettro dell’inflazione
Nel testo dell’accordo sottoscritto dalle parte il 5 febbraio c’è poi tutta una parte normativa che pare soddisfare i sindacati.
“Il contratto nazionale dei metalmeccanici appena siglato va inoltre nella direzione del rafforzamento di tutta la parte normativa riguardo alle relazioni sindacali, ai diritti di informazione e partecipazione, al diritto soggettivo alla formazione, al tema della salute e sicurezza e al contrasto alla violenza contro le donne”.
Così si legge in una dichiarazione rilasciata da Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil.
C’è anche da segnalare per quanto riguarda gli appalti pubblici l’introduzione della clausola sociale che prevede la tutela dei lavoratori dell’azienda che precedentemente aveva svolto i lavori in appalto rispetto alla ditta che subentra e l’innalzamento del contributo aziendale al fondo previdenziale integrativo Cometa al 2,2 per cento dal 2022 per i dipendenti sotto i 35 anni.
Tuttavia, nonostante l’apparenza che si sia dinanzi a un buon accordo almeno dal punto di vista economico per i lavoratori, non possono sfuggire a un minimo di riflessione alcune preoccupazioni per il prossimo futuro.
Preoccupazioni legate, ad esempio, all’effetto che avrà l’impatto degli oltre 200 miliardi di euro del Recovery Fund sull’economia italiana. Per qualche tempo, in effetti, ci potrebbe essere un innalzamento dell’inflazione dovuto all’effetto artificiale dell’introduzione di una tale massa di capitali liquidi senza un’effettiva crescita della produzione reale.
Questo evento, qualora si verificasse, spiegherebbe il consenso strappato alla parte datoriale sugli aumenti a tre cifre e, però, avrebbe anche il significato di una drastica riduzione dell’effettivo potere d’acquisto dei lavoratori.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Contratto metalmeccanici: firmato il rinnovo