Bonus acqua potabile, scende drasticamente il credito d’imposta effettivamente fruibile in compensazione o in dichiarazione dei redditi 2024. Oltre 23 milioni di crediti richiesti, a fronte di uno stanziamento pari a 1,5 milioni per le spese 2023, portano alla riduzione del rimborso spettante
Il bonus acqua potabile relativo alle spese sostenute nel 2023 sarà riconosciuto in misura ben inferiore rispetto a quanto previsto, solo teoricamente, dalla normativa di riferimento.
Questo l’effetto della rideterminazione del credito d’imposta sulle spese relative all’acquisto e all’installazione dei sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e o addizione di anidride carbonica, tenuto conto delle somme richieste entro la scadenza del 28 febbraio 2024.
La Legge di Bilancio 2021 ha stanziato un totale di 1,5 milioni di euro in relazione alle spese sostenute nel 2023, ultimo anno di vigenza dell’agevolazione fiscale. Il totale dei crediti richiesti per il bonus acqua potabile è invece pari a oltre 23 milioni di euro.
Il credito d’imposta spettante scende quindi al 6,45 per cento delle somme effettivamente richieste e, conseguentemente, sulle spese sostenute si otterrà un rimborso di poco superiore al 3 per cento.
A stabilirlo il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 marzo 2024.
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Bonus acqua potabile, rimborso irrisorio: scende a poco più del 3 per cento
Puntuale, secondo la tabella di marcia prevista, l’Agenzia delle Entrate ha reso nota la percentuale del credito d’imposta spettante a chi ha richiesto il bonus acqua potabile per le spese del 2023, presentando domanda nella finestra compresa tra il 1° e il 28 febbraio scorso.
Il credito d’imposta fruibile in compensazione ovvero in dichiarazione dei redditi 2024 sarà pari al 6,45 per cento dell’importo richiesto. Tenuto conto quindi che il bonus ammonta teoricamente al 50 per cento delle spese sostenute, il rimborso spettante cala al 3 per cento circa.
Questo l’effetto determinato dallo stanziamento ridotto di risorse, a fronte dell’elevato numero di domande trasmesse in relazione alle spese sostenute.
Non si tratta di una sorpresa, considerando che era già ampiamente prevedibile che le risorse messe in campo sarebbero state tutt’altro che idonea a coprire un’agevolazione di ampia portata e per il cui accesso non sono stati previsti particolari limiti.
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 marzo 2024 specifica quindi che l’importo massimo fruibile da parte di ciascun beneficiario sarà pari al credito risultante dall’ultima domanda trasmessa, moltiplicato per la percentuale di calcolo appena pubblicata.
Si ricorda che il bonus acqua potabile poteva essere richiesto per un totale di 1.000 euro per unità immobiliare, per le persone fisiche non esercenti attività economica, e di 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
Facciamo quindi un esempio dell’impatto della percentuale ridotta definita dall’Agenzia delle Entrate ai fini del calcolo del rimborso fiscale spettante.
In caso di spese sostenute pari a 800 euro, il credito d’imposta richiesto indicato nella domanda è pari a 400 euro (50 per cento delle somme sostenute).
Ai fini del calcolo delle somme che sarà possibile richiedere a rimborso con la dichiarazione dei redditi 2024 ovvero utilizzare in compensazione, bisognerà moltiplicare il credito teorico con la percentuale effettiva del 6,45 per cento.
Nell’esempio di cui sopra quindi, il valore del bonus acqua potabile scende a 25,80 euro, un importo irrisorio rispetto alle aspettative iniziali e che è pari a poco più del 3 per cento delle spese sostenute.
- Agenzia delle Entrate - provvedimento del 22 marzo 2024
- Definita la percentuale definitiva del bonus acqua potabile sulle spese sostenute nel 2023
Bonus acqua potabile, nel Cassetto Fiscale il calcolo del credito d’imposta
Il valore effettivo del credito d’imposta fruibile, rideterminato alla luce della ripartizione delle risorse effettuata dall’Agenzia delle Entrate, sarà visualizzabile da ciascun beneficiario all’interno del proprio Cassetto Fiscale.
Le somme spettanti potranno essere utilizzate in compensazione da parte dei titolari di partita IVA, mentre esclusivamente per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, il rimborso sarà fruibile in sede di dichiarazione dei redditi 2024.
Il credito d’imposta potrà quindi essere utilizzato a partire dalla dichiarazione dei redditi relativa al 2023, anno di sostenimento delle spese agevolabili, e in quelle successive fino a conclusione dell’utilizzo. Una precisazione contenuta nel provvedimento del 22 marzo dal tono beffardo, considerando l’importo irrisorio riconosciuto a ciascun richiedente.
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