Avvocati: il gratuito patrocinio lo paga il fisco con la compensazione dei crediti maturati a titolo di gratuito patrocinio con imposte e contributi. Vediamo come funziona.
Avvocati, ultime novità: il gratuito patrocinio a spese dello Stato potrà essere pagato mediante compensazione con imposte e contributi.
A partire dal 17 ottobre fino al 30 novembre 2016 gli avvocati potranno esercitare l’opzione che consente la compensazione dei crediti vantati dagli avvocati per l’attività svolta a titolo di gratuito patrocinio con le tasse e le imposte dovute dagli stessi professionisti, nonché con i contributi previdenziali obbligatori dovuti per i loro dipendenti.
La novità per gli avvocati sul gratuito patrocinio è stata introdotta dalla Legge di Stabilità 2016 e consente la compensazione dei crediti vantati con le tasse e le imposte dirette e indirette (compresa anche l’imposta sul valore aggiunto IVA) e i contributi da pagare per il personale dipendente degli studi legali.
Con il D.M. 15 luglio 2016 sono state disciplinate le modalità di compensazione dei crediti vantati a titolo di gratuito patrocinio in qualsiasi data maturati e non ancora saldati, per i quali non è stata proposta opposizione.
La ratio di tale previsione risiede nella volontà di risolvere l’annosa questione del ritardo nel pagamento degli onorari maturati a titolo di gratuito patrocinio dagli avvocati.
Per esercitare la compensazione crediti-debiti, gli avvocati devono aver ottenuto un decreto di pagamento per il gratuito patrocinio svolto e fare domanda di compensazione mediante una specifica procedura informatica.
A chiarire i vari passaggi della nuova modalità di pagamento del gratuito patrocinio per gli avvocati è intervenuta la circolare 3 ottobre 2016 del Dipartimento Affari di Giustizia.
Vediamo insieme come funziona la compensazione crediti da gratuito patrocinio.
Avvocati, gratuito patrocinio: come richiedere la compensazione
Gli avvocati ammessi al gratuito patrocinio che difendono i cittadini a spese dello Stato hanno diritto alla liquidazione degli onorari maturati all’esito della lite che sarà oggetto di una specifica istanza di liquidazione del patrocinio a spese dello Stato prima che il giudizio sia concluso.
Grazie a quanto previsto dalla Legge di Stabilità, è possibile esercitare l’opzione di compensazione del credito mediante la piattaforma elettronica di certificazione che permetterà di compensare i crediti del gratuito patrocinio con i debiti verso lo Stato o gli istituti previdenziali.
Per esercitare l’opzione di compensazione, l’avvocato deve essere registrato nella piattaforma quale “libero professionista” ed effettuare le dichiarazioni di responsabilità dotate di firma digitale.
La compensazione dei crediti ha ad oggetto solamente quei crediti con fattura elettronica o cartacea registrata sulla piattaforma elettronica di certificazione dei crediti (PCC): sono escluse quindi dall’opzione di compensazione le fatture intestate a studi associati, data la natura individuale del credito maturato dall’avvocato a titolo di gratuito patrocinio.
Avvocati, gratuito patrocinio: come funziona la compensazione
Per l’anno 2016 l’opzione di compensazione crediti-debiti può essere esercitata dal 17 ottobre al 30 novembre. La piattaforma elettronica di certificazione seleziona le fatture elettroniche o cartacee per i quali è richiesta la compensazione fino a concorrenza delle risorse stanziate e comunica agli avvocati l’ammissione alla procedura di compensazione per ciascuna fattura.
Entro cinque giorni dalla scadenza del termine per l’esercizio dell’opzione viene trasmesso all’Agenzia delle Entrate l’elenco dei crediti ammessi alla procedura di compensazione, con il codice fiscale del relativo creditore e l’importo utilizzabile in compensazione.
Gli avvocati potranno decidere di esercitare per intero ovvero parzialmente l’opzione di compensazione dei crediti con le tasse e le imposte dovute dai professionisti, nonché con i contributi previdenziali obbligatori dovuti per i loro dipendenti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Avvocati: il fisco paga il gratuito patrocinio. Ecco come funziona