Il Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2022 ha dato l'ok al nuovo strumento per mappare i dati dei dipendenti pubblici in materia di competenze, percorsi formativi e mobilità. In vista dell'applicazione della Missione M1C1 del Pnrr si va verso l'avvio dell'Anagrafe Digitale della Pubblica Amministrazione.
In vista dell’applicazione del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, la Pubblica Amministrazione è pronta al lancio dell’Anagrafe dei dipendenti pubblici.
È quanto emerge dal Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 2022 che ha approvato il “Decreto bollette”.
Un articolo della bozza del provvedimento, infatti, si occupa del varo del nuovo strumento digitale in vista del raggiungimento degli obiettivi della Missione M1C1 - Digitalizzazione, Innovazione e Sicurezza nella PA.
Ma vediamo più da vicino quanto prevede il decreto approvato da Palazzo Chigi.
Anagrafe dei dipendenti pubblici: cos’è e a cosa serve
L’Anagrafe dei dipendenti pubblici di cui si tratta in un articolo della bozza del Decreto bollette è concepita come un “ponte” per il completamento del fascicolo elettronico del lavoratore pubblico, che dovrà contenere i principali dati relativi alla formazione compiuta, alla mobilità professionale, le competenze di cui è in possesso, ecc.
Per raggiungere questo traguardo si avvia il censimento anagrafico permanente dei 3 milioni e 200.000 dipendenti pubblici italiani, utilizzando a tal scopo la base di dati del personale del comparto pubblico del Ministero dell’Economia e Finanze, che al momento offre invece solo dati abbastanza scarni: età, ruolo e data di assunzione.
Si tratta, ovviamente, di obiettivi inclusi nel Pnrr e in particolare nella citata Missione M1C1, il cui raggiungimento dovrebbe consentire di avere una fotografia sempre aggiornata della pubblica amministrazione italiana anche in vista del suo ringiovanimento attraverso nuovi ingressi mirati.
Sul versante del reclutamento, peraltro, si è già agito in termini di digitalizzazione con il varo del portale InPA nell’agosto dello scorso anno, poi presentato ufficialmente nel mese di novembre 2021.
In pratica, l’Anagrafe dei dipendenti pubblici chiuderà il cerchio di una riorganizzazione digitale della Pubblica Amministrazione e fa da contraltare al recente completamento dell’Anagrafe della popolazione residente.
Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici, reazioni sindacali prudenti
Il varo dell’Anagrafe digitale è stato ovviamente salutato con entusiasmo da parte del Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta:
“L’Anagrafe sarà propedeutica alla realizzazione del fascicolo elettronico del dipendente” - ha dichiarato in proposito Brunetta - “altro obiettivo Pnrr, che conterrà lo ‘storico’ di ogni lavoratore pubblico, dalla formazione alla mobilità. Un altro passo verso la modernizzazione della nostra Pubblica amministrazione, un altro goal verso una Pa digitale, efficiente e amica”.
Meno entusiaste, ma attente alla possibilità di valorizzare le competenze acquisite dai dipendenti pubblici si sono mostrate diverse organizzazioni sindacali che hanno commentato con cautela la nascita dell’Anagrafe digitale come si evince da un’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” da alcuni esponenti di organizzazioni di categoria.
Le richieste sindacali vanno soprattutto nel senso che l’Anagrafe venga costantemente aggiornata anche con l’acquisizione delle nuove competenze acquisite dopo l’assunzione e su iniziativa dello stesso lavoratore e che inoltre il processo di formazione produca un apprezzamento in termini economici e di carriera per il dipendente.
In queste senso si sono espressi nell’intervista citata sia il segretario nazionale Fp Cgil Florindo Oliverio, sia la segretaria generale dei sindacati Flepar e Codirp Tiziana Cignarelli.
Propenso a una centralizzazione dei fascicoli che offrirebbe maggiori garanzie ai lavoratori e non a una loro gestione da parte delle singole amministrazioni pubbliche si è detto invece il segretario di Confintesa Francesco Prudenzano, mentre più scettico sull’operazione anagrafe si è mostrato il segretrario della Flp Marco Carlomagno che si chiede come saranno valutate le competenze acquisite dai lavoratori, ma non riconducibili a precisi titoli di studio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: La Pubblica Amministrazione verso l’Anagrafe digitale dei dipendenti pubblici