Nel 2024 sono stati presentati 24,7 milioni di 730 precompilati, ma solo 5 milioni sono stati gestiti direttamente dai contribuenti. Un dato in crescita, ma che evidenzia anche le difficoltà della gestione fai da te dell’adempimento dichiarativo, dopo 10 anni di sperimentazione
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Cresce il numero di 730 precompilati trasmessi direttamente dai contribuenti: nel 2024 sono stati 5 milioni gli invii fai da te, contro i 4,5 dell’annualità precedente.
Questo uno dei dati che emerge dalla presentazione fornita il 17 febbraio 2025 sui risultati dell’Agenzia delle Entrate.
I numeri però vanno analizzati nel complesso, per una visone chiara dell’impatto della dichiarazione precompilata. Nel 2024 sono in totale 24,7 milioni i 730 trasmessi in modalità precompilata, ma solo una piccola quota è stata gestita direttamente dal dichiarante, in totale autonomia utilizzando i servizi online del Fisco.
I restanti 19,7 milioni evidenziati dai dati forniti dall’Agenzia delle Entrate sono stati trasmessi per il tramite di CAF e intermediari.
Il 730 precompilato fatica a decollare, nonostante le semplificazioni
Dal modello del “Mi dica, poi io verifico e le faccio sapere nei prossimi anni” a un altro sintetizzabile in “questo è quanto dovuto e, se per lei va tutto bene, ci vediamo per la prossima dichiarazione”. Con queste parole nel lontano 2014 veniva illustrato il cambio di passo della dichiarazione precompilata, che ha fatto il suo debutto nel 2015 in forma sperimentale.
Il modello 730 precompilato è da sempre presentato come il simbolo del cambio di passo tra Fisco e contribuenti, nell’ottica di una maggiore collaborazione e semplificazione finalizzata a favorire il corretto adempimento degli obblighi tributari. Una linea tutt’oggi perseguita: nell’Atto di Indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale 2025-2027 la precompilata si conferma centrale per garantire la “semplificazione del sistema tributario e al miglioramento dei rapporti tra contribuente e amministrazione fiscale”.
Un obiettivo ambizioso e che si scontra con la complessità delle regole fiscali, anche dal punto di vista del linguaggio di norme, circolari e istruzioni di supporto alla compilazione della dichiarazione.
Con il 730 semplificato cambia il linguaggio del Fisco
Proprio a tal fine nel 2024 ha fatto il suo debutto una nuova modalità semplificata di compilazione del modello 730 precompilato, ossia una raccolta delle voci a disposizione dell’Agenzia delle Entrate con una nuova interfaccia.
Il linguaggio è stato semplificato e la proposizione dei dati è stata resa più intiuitiva e naturale, ha illustrato l’Agenzia delle Entrate.
Un tentativo ulteriore di “aprire le porte” del 730 online al numero più ampio di contribuenti. E i dati forniti dall’Agenzia mostrano, forse, che il tentativo non è stato del tutto vano.
I numeri diffusi il 17 febbraio mostrano un andamento in crescita per quanto riguarda il numero totale di modelli 730 precompilati presentati negli ultimi anni, passando da 21,4 milioni nel 2019 a 24,7 milioni nel 2024.
L’incremento è costante e si attesta intorno ai 500.000 modelli in più ogni anno. Un risultato che è indubbiamente dovuto alla crescente familiarità con la precompilata ma anche alla sua maggiore efficienza e completezza.
Interessanti sono però i dati che fotografano la situazione dei modelli inviati direttamente dai contribuenti. Dal 2019 al 2024, il numero di modelli 730 precompilati inviati direttamente è passato da 3,2 milioni a 5 milioni, con un aumento di 1,8 milioni di invii diretti. Una crescita sostenuta e importante, ma può dirsi sufficiente?
MODELLO 730 PRECOMPILATO | 2019 | 2020 | 2021 | 2022 | 2023 | 2024 |
---|---|---|---|---|---|---|
Totale modelli precompilati presentati | 21,4 | 22,2 | 22,8 | 23,2 | 23,9 | 24,7 |
di cui Inviati direttamente dal contribuente | 3,2 | 3,8 | 4,1 | 4,1 | 4,5 | 5 |
Il 730 precompilato come base di partenza per CAF e intermediari
Non è un dato che sorprende ma è bene evidenziarlo: dei 24,7 milioni di 730 precompilati trasmessi nel 2024, circa 20 milioni sono stati trasmessi per il tramite di CAF e intermediari, a conferma che il lavoro effettuato dall’Agenzia delle Entrate per la raccolta dei dati dei contribuenti è per lo più una “base di partenza” per l’attività di consulenza da parte dei professionisti.
Nonostante il trend crescente di invii fai da te, resta comunque basso il numero di chi sceglie di affidarsi completamente al servizio di precompilazione del Fisco.
Una questione che le opposizioni hanno posto all’attenzione del MEF, per una valutazione del rapporto costi-benefici della dichiarazione precompilata.
Arrivati al 10° anno di sperimentazione del modello 730 precompilato, il Senatore del M5S, Mario Turco, ha formalmente richiesto di conoscere i costi dell’operazione che, di anno in anno, coinvolge non solo l’Agenzia delle Entrate ma anche professionisti e imprese.
Una mole rilevante di dati che confluiscono nelle precompilate sono infatti trasmessi da soggetti terzi: da farmacie e medici per quel che riguarda le spese sanitarie, fino alle scuole per quanto concerne le spese di istruzione.
In sintesi, se da un lato è vero che i dati aggiornati al 2024 mostrano una tendenza positiva sia per il numero totale di modelli 730 precompilati presentati sia per quelli inviati direttamente dai contribuenti, dall’altro è necessario chiedersi se era questo il risultato atteso, e se è la precompilata la strada maestra per ridisegnare - e semplificare - il rapporto tra Fisco e contribuenti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il 730 precompilato fatica a decollare, nonostante le semplificazioni