Meno benefici sulla tredicesima 2023: aumenti in busta paga meno corposi, rispetto a quelli relativi allo stipendio, per la mensilità aggiuntiva. E per il prossimo anno, per ora, non è previsto alcun taglio del cuneo fiscale e contributivo, nonostante la detassazione annunciata dal Governo
Dallo scorso luglio i lavoratori e le lavoratrici dipendenti hanno ricevuto in busta paga gli aumenti legati al taglio del cuneo fiscale e contributivo potenziato dal Decreto Lavoro. Sulla tredicesima 2023, però, non sono previsti gli stessi benefici.
L’esonero contributivo viene applicato in misura ridotta:
- pari al 2 per centro per le retribuzioni fino a 35.000 euro;
- pari al 3 per cento per quelle fino a 25.000 euro.
La decontribuzione, quindi, diventa meno favorevole in relazione alla mensilità aggiuntiva. In estrema sintesi tra stipendio e tredicesima c’è un vantaggio maggiore sul primo e minore sulla seconda.
E se da un lato, nel lungo periodo, la riforma fiscale prevede una detassazione, con l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF, dall’altro l’attuale impianto della Legge di Bilancio per il 2024 non prevede alcun taglio.
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Tredicesima 2023: gli aumenti in busta paga diminuiscono per la mensilità aggiuntiva
Ma guardiamo, prima di tutto, al futuro imminente. In linea generale le lavoratrici e i lavoratori dipendenti ricevono la loro tredicesima a dicembre: alla luce delle novità di cui si discute, vale la pena soffermarsi sulle regole che riguarderanno il 2023 già certe e messe nero su bianco.
Dallo scorso luglio le buste paga hanno subito degli aumenti legati all’applicazione del taglio del cuneo fiscale e contributivo che arriva fino al 7 per cento.
Con il Decreto Lavoro, infatti, l’esonero contributivo del 2 e del 3 per cento è stato aumentato di 4 punti percentuali ma solo per la seconda parte dell’anno, da luglio a dicembre, con benefici complessivi che possono arrivare a circa 100 euro al mese.
Lo stesso trattamento, però, non sarà riservato alla tredicesima mensilità che può beneficiare solo della decontribuzione in versione ridotta prevista dalla Legge di Bilancio 2023.
L’articolo 39 del Decreto Lavoro recita:
“Per i periodi di paga dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023 l’esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore, determinato ai sensi dall’articolo 1, comma 281, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 è incrementato di 4 punti percentuali, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima”.
I vantaggi previsti per gli stipendi del secondo semestre di quest’anno, quindi, si riducono per quanto riguarda la tredicesima.
Tredicesima 2023 e taglio del cune fiscale e contributivo: istruzioni INPS
L’applicazione pratica degli aumenti in busta paga legati al taglio del cuneo fiscale e contributivo sono stati chiariti in maniera dettagliata anche dall’INPS nella circolare numero 1932 del 24 maggio 2023.
“L’esonero in oggetto, in relazione alla tredicesima mensilità, erogata in unica mensilità nel mese di competenza di dicembre 2023, troverà applicazione:
- nella misura di 2 punti percentuali, a condizione che la tredicesima mensilità non ecceda l’importo di 2.692 euro;
- nella misura di 3 punti percentuali, a condizione che la tredicesima mensilità non ecceda l’importo di 1.923 euro.
Laddove la tredicesima mensilità venga erogata mensilmente, la riduzione contributiva in oggetto troverà applicazione relativamente al singolo rateo di tredicesima:
- nella misura di 2 punti percentuali, a condizione che il rateo mensile di tredicesima non ecceda l’importo di 224 euro (pari all’importo di 2.692 euro/12);
- nella misura di 3 punti percentuali, a condizione che il rateo mensile di tredicesima non ecceda l’importo di 160 euro (pari all’importo di 1.923 euro/12”).
Tredicesima 2023 senza aumenti, per ora nessun beneficio per il prossimo anno
Chiarite le regole previste per quest’anno vale la pena soffermarsi anche sulle prospettive future.
L’impianto attuale della Legge di Bilancio 2024, su cui lavorerà il Parlamento per arrivare al pacchetto definitivo di novità entro l’anno, prevede una conferma del taglio del cuneo fiscale potenziato al 6 e al 7 per cento per il prossimo anno. L’esonero previsto per il prossimo anno, però, non toccherà la tredicesima.
Nel 2024, stando alle regole in cantiere, non saranno riconosciuti neanche i vantaggi previsti, in misura ridotta, per quest’anno.
Allo stesso tempo, però, la riforma fiscale dovrà proseguire il suo corso e tra le novità in cantiere è stata messa nero su bianco anche la volontà di prevede l’applicazione sulla mensilità aggiuntiva di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF.
Il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, il 2 maggio 2023, durante l’audizione presso le Commissioni riunite Finanze di Camera e Senato sulla riforma fiscale aveva anticipato:
“(L’incremento) può essere anche il premio di produttività. E perché no? Assoggettare la tredicesima mensilità, laddove ci sono risorse, a una tassazione più bassa: mettere più soldi in tasca agli italiani quando nell’ultimo mese dell’anno dovranno sostenere spese per le festività natalizie, per i regali ai figli e via dicendo. È una cosa che già c’è nella delega, che dobbiamo sperimentare e vedere come costruirla”.
Il decreto attuativo che modifica proprio il sistema dell’imposta sul reddito delle persone fisiche non sembra intervenire in questo senso, ma il 2024 è ancora tutto da scrivere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tredicesima 2023: gli aumenti in busta paga diminuiscono per la mensilità aggiuntiva