Il Superbonus? Un'agevolazione elitaria. È questo il quadro che emerge dai dati forniti dalla Corte dei Conti il 14 marzo 2023 al Senato: tante risorse impiegate, lavori per un numero ristretto di immobili e benefici riservati soprattutto a chi ha redditi più alti e più competenze
A maggio 2020 il Superbonus, una detrazione pari al 110 per cento per alcuni interventi edilizi, veniva presentata come una misura per tutti. Ma a distanza di tre anni, dopo infinite discussioni, proroghe e modifiche alla normativa, la Corte dei Conti traccia l’identikit di una misura elitaria e costosa.
Lo dimostrano le risorse impiegate, il numero degli immobili oggetto di interventi, ma anche le cittadine e i cittadini maggiormente favoriti dalle misure: quelli con redditi più alti e con più competenze.
A fornire i dati è la stessa Corte dei Conti nell’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti d’imposta che si è tenuta il 14 marzo presso la commissione Finanze e Tesoro del Senato.
Il Superbonus? Un’agevolazione elitaria che favorisce i contribuenti con i redditi più alti
Con il Decreto Rilancio, approvato a maggio 2020 con un peso specifico di 155 miliardi, arriva la decisione di portare al 110 per cento la detrazione per alcuni interventi edilizi legati all’efficentamento energetico e alla riduzione del rischio sismico, solo per fare due esempi.
È una novità assoluta che rende particolarmente appetibili le agevolazioni fiscali legate all’edilizia, potenziata dall’introduzione di due modalità alternative di fruizione messe fuori gioco dallo scorso febbraio: lo sconto in fattura e la cessione del credito maturato senza alcuna limitazione.
“Introdurremo un Superbonus per la casa: tutti quanti potranno ristrutturare le loro abitazioni per renderle più green. Non si spenderà un soldo per queste ristrutturazioni”.
Con queste parole, il premier in carica Giuseppe Conte presenta le novità contenute nel DL n. 34 del 2020.
A distanza di quasi tre anni e dopo oltre 30 modifiche normative: l’identikit del Superbonus al 110 per cento che viene fuori dai dati forniti dalla Corte dei Conti è tutt’altro che il profilo di una misura sociale, destinata a tutti e tutte.
“L’indiscriminato “libero accesso” ai benefici, pur mitigato, per quanto riguarda il Superbonus delle unità unifamiliari, dalle limitazioni soggettive (reddito familiare) e oggettive (abitazione principale) introdotte dal 2023, favorisce comunque i proprietari più dotati di risorse (finanziarie, ma anche tecnico-professionali)”.
Il Superbonus, una misura per pochi: ingenti risorse, benefici selettivi
Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, sebbene mosse da necessità tangibili, non fanno altro che rendere le agevolazioni edilizie sempre più elitarie.
“L’improvvisa abolizione della possibilità di cessione, pur con una lunga fase di transizione, acuisce i problemi di liquidità creatisi con l’esaurimento della capienza fiscale delle imprese e dei potenziali cessionari e accentua il carattere di potenziale regressività dei sussidi, certamente d’ora in poi utilizzabili solo in presenza di ampia capienza fiscale da parte dei beneficiari”.
Alle considerazioni tecniche si allineano le reazioni delle lettrici e dei lettori di Informazione Fiscale che, partecipando a un sondaggio sul tema, hanno bocciato le ultime novità che riguardano il Superbonus sottolineando, tra gli altri, lo stesso punto: lo stop alle modalità di fruizione alternative alla detrazione rischiano di escludere dai benefici tutte e tutti coloro che hanno redditi bassi.
Per un bilancio complessivo sull’agevolazione vale la pena, poi, considerare altri aspetti. Il Superbonus ha avuto un costo altissimo, oltre ogni previsione iniziale:
“A fronte dei 12 miliardi iniziali previsti dal decreto legge n. 34/2020 gli interventi di proroga hanno portato le attese delle risorse impegnate a 33 miliardi, a fronte di un onere per l’erario al momento stimato in oltre 75 miliardi”.
A queste cifre, poi, deve aggiungersi anche l’impatto dei crediti in circolazione che continuerà ad avere un effetto sul deficit.
Sulla base di queste considerazioni e riportando alla memoria le parole dell’ex premier Conte, una domanda nasce spontanea: i benefici sono stati all’altezza dei costi?
Gli interventi sono stati effettuati su meno di 400.000 immobili, una cifra esigua rispetto ai 57 milioni di unità immobiliari e ai circa 20 milioni di abitazioni principali esistenti in Italia.
Sicuramente il Superbonus ha portato anche buoni frutti: in un momento di stasi completa dell’economia, ha dato uno slancio al settore edilizio favorendo l’attività economica e l’occupazione e ha agevolato un recupero del gettito attraverso le imposte dirette e l’IVA.
Tirando le somme, però, resta un fatto importante per la Corte dei Conti: “le risorse impiegate non sembrano essere state sufficientemente focalizzate né con riferimento ai soggetti fragili e realmente bisognosi dello stimolo, né agli obiettivi di efficienza energetica di lungo periodo, che richiederanno interventi continuativi nei prossimi anni”, tema attualissimo alla luce dell’approvazione della direttiva case green da parte del Parlamento europeo.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il Superbonus? Agevolazione elitaria: molte risorse per pochi immobili e benefici per i redditi più alti