Pronto l'emendamento del Governo sull'esenzione IRPEF agricola: sarà pari al 100 per cento il taglio per i redditi agrari e dominicali fino a 10.000 euro, mentre per le somme superiori e entro il limite di 15.000 euro l'esonero sarà del 50 per cento. I dettagli nel corso della conversione del decreto Milleproroghe, che ripristina l'agevolazione per il biennio 2024-2025
Esenzione dell’IRPEF agricola per il 2024 e per il 2025 in misura piena per i titolari di redditi fino a 10.000 euro.
Per le somme superiori, ed entro il limite di 15.000 euro, l’agevolazione si applicherà in misura parziale e sarà pari al 50 per cento dell’IRPEF dovuta sui redditi agrari e dominicali.
Questi alcuni dei dettagli contenuti nell’emendamento al decreto Milleproroghe che il Governo ha presentato nella serata del 13 febbraio 2024 per accogliere alcune delle richieste degli agricoltori e avanzate nell’ambito della protesta dei trattori.
La protesta degli agricoltori, si ricorda, è stata causata da diverse ragioni.
In primis, gli agricoltori chiedono l’annullamento di tutti i patti bilaterali con Paesi Extra UE che stanno uccidendo le imprese agricole, secondo quanto recentemente dichiarato da Danilo Calvani, uno dei coordinatori del CRA, il Comitato degli Agricoltori Traditi. La prima ragione dunque è legata alla concorrenza potenzialmente sleale di alcuni produttori extra UE, non soggetti agli standard di sicurezza alimentare dell’Unione Europea.
Ma c’è anche il tema del “giusto prezzo” dei prodotti agricoli, che risente inevitabilmente della variabile fiscale. Ed è su questo punto che vorremmo ovviamente focalizzarci in questo approfondimento.
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IRPEF agricola, esenzione confermata per 2024 e 2025: doppio limite di reddito per lo sconto integrale o parziale
È stato l’articolo 1, comma 44 della legge n. 232/2016, la Legge di Bilancio 2017, ad aver introdotto originariamente l’esenzione IRPEF per i redditi agrari e dominicali prodotti da coltivatori diretti e IAP, misura prevista inizialmente per il triennio 2017-2019 e successivamente prorogata di anno in anno.
La proroga dell’esenzione IRPEF per gli agricoltori è rimasta uno standard fino alla scorsa Manovra e, ad ultimo, il rinnovo della misura è contenuta nell’articolo 1, comma 80 della Legge di Bilancio 2023.
La mancata riproposizione della misura nella Legge di Bilancio 2024 ha fatto quindi arrivare a naturale scadenza l’agevolazione per i 431.215 lavoratori agricoli autonomi censiti dall’INPS nell’ultimo Osservatorio pubblicato a novembre dello scorso anno.
Questa quindi una delle ragioni alla base della protesta dei trattori, anche considerando che all’agricoltura sono state destinate davvero poche risorse dalla Legge di Bilancio 2024, come possiamo verificare dalla tabella seguente (fonte: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Focus sulla legge di Bilancio per il 2024, Legge n. 213 del 30 dicembre 2023):
A seguito del dialogo avviato tra associazioni del settore e Governo, il decreto Milleproroghe 2024 ripristinerà l’esonero, anche se in versione ristretta.
L’emendamento presentato il 13 febbraio dall’Esecutivo prevede nel dettaglio che per gli anni 2024 e 2025 non concorreranno alla formazione del reddito complessivo i redditi dominicali e agrari nelle seguenti percentuali:
- esenzione integrale per i redditi fino a 10.000 euro;
- esenzione del 50 per cento per i redditi oltre i 10.000 euro e fino a 15.000 euro;
- nessuna esenzione oltre i 15.000 euro.
A beneficiarne saranno coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Saranno escluse le società agricole di persone, SRL e cooperative, che hanno esercitato l’opzione per la tassazione dei redditi su base catastale.
A finanziare l’esonero dell’IRPEF agricola sarà il fondo per l’attuazione della riforma fiscale, dal quale si attinge per un totale di 220 milioni di euro per il 2025 e di 130 milioni circa per il 2026.
Tassazione piena dei redditi prodotti dal 2024 oltre i 15.000 euro e per società e cooperative: gli effetti dello stop all’esenzione IRPEF
La riproposizione dell’esenzione IRPEF agricola non sarà per tutti ma, come sopra evidenziato, sarà limitata a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali titolari di redditi fino a 10.000 euro, o 15.000 euro per il dimezzamento dell’imposta dovuta.
Sopra tale soglie, così come per le SRL, le società agricole di persone e le cooperative che hanno optato per il regime di tassazione dei redditi su base catastale, la tassazione dei redditi dominicali e agrari sarà piena.
In queste ipotesi, con la dichiarazione IRPEF 2025 tornerà quindi la tassazione ordinaria dei terreni anche per CD e IAP, basata sulle rendite catastali: il reddito dominicale andrà rivalutato dell’80 per cento e poi del 30 per cento, mentre il reddito agrario dovrà essere calcolato rivalutando la tariffa d’estimo risultante dal catasto del 70 per cento.
I dati così determinati andranno indicati nel quadro RA del modello Redditi, al fine di calcolare correttamente il reddito dei terreni, suddiviso per l’appunto in reddito dominicale o agrario.
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