Si avvicina la scadenza del secondo acconto Irpef 2018: ecco istruzioni e codice tributo da indicare nel modello F24.
È fissata al 30 novembre la scadenza del secondo acconto Irpef 2018.
Si tratta di un appuntamento importante per i titolari di partita IVA e non che entro tale data dovranno effettuare il versamento con modello F24 del secondo acconto delle imposte dovute sulla base della dichiarazione dei redditi.
Se per i lavoratori dipendenti e pensionati è il sostituto d’imposta (datore di lavoro o INPS) a trattenere l’importo dovuto direttamente dalla busta paga, i lavoratori autonomi, imprese e professionisti, dovranno provvedere autonomamente al versamento del secondo acconto Irpef, utilizzando il codice tributo e le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate.
Si ricorda che chi deve pagare il secondo acconto delle imposte (Irpef, Ires, Irap, contributi INPS, cedolare secca, eccetera) dovrà far riferimento a quanto indicato nella dichiarazione dei redditi: la scadenza del 30 novembre interessa i contribuenti per i quali l’imposta dichiarata, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze, è superiore a 51,65 euro.
Bisogna inoltre ricordare che esistono diverse modalità di calcolo del secondo acconto Irpef 2018: è possibile usare il metodo storico o previsionale.
Di seguito tutte le istruzioni sulla scadenza del secondo acconto Irpef, codice tributo, istruzioni e modalità di pagamento con il modello F24.
Secondo acconto Irpef 2018: scadenza, codice tributo F24 e istruzioni
Per il versamento del secondo acconto Irpef in scadenza il 30 novembre 2018 bisognerà utilizzare il modello F24 ed inserire il codice tributo 4034 rubricato “acconto seconda rata o acconto in un’unica soluzione”, compilando la sezione Erario.
In merito alle istruzioni per la compilazione del modello F24, si ricorda che nel campo “anno di riferimento” bisognerà indicare il 2018 e compilare la “colonna 4” con gli importi da versare a debito. La “colonna 5 - importi a credito compensati” deve essere compilata solo nel caso in cui si abbiano effettivamente importi da riportare in compensazione.
L’importo del secondo acconto Irpef, a differenza di quanto previsto per il saldo dell’anno precedente ed il primo acconto dell’anno in corso, non può essere oggetto di rateizzazione e dovrà essere quindi versato in un’unica soluzione.
Tuttavia, è possibile avvalersi del ravvedimento parziale o frazionato, così come indicato anche dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione numero 67/E del 23 giugno 2011.
- Ravvedimento parziale o frazionato: le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate
- Clicca sull’icona per eseguire il download della risoluzione numero 67/E del 2011 con cui l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in ordine alla possibilità di avvalersi del ravvedimento parziale o frazionato.
Chi deve pagare il secondo acconto Irpef 2018
Come sopra anticipato, non tutti sono tenuti a pagare il secondo acconto Irpef 2018.
La scadenza del 30 novembre interessa i contribuenti che, sulla base di quanto indicato in dichiarazione dei redditi, sono tenuti a versare un’importa (riferita all’anno precedente e al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute e eccedenze, superiore a 51,65 euro.
La regola generale prevede infatti che l’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:
- unico versamento, entro il 30 novembre, se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;
- due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima pari al 40% entro il 30 giugno (insieme al saldo), la seconda – il restante 60% - entro il 30 novembre.
Calcolo secondo acconto Irpef 2018: metodo storico o previsionale
Sono due le modalità di calcolo del secondo acconto Irpef 2018.
Il metodo storico presuppone che si vada a vedere se la dichiarazione dei redditi che abbiamo presentato presenta un importo nel rigo RN34 “Differenza“.
Qualora tale importo superi euro 51,65 l’acconto è dovuto.
Il calcolo del secondo acconto Irpef con il metodo storico presuppone quindi che il versamento sia effettuato in base all’importo dell’imposta dovuta nell’anno precedente. Di conseguenza, in caso di redditi costanti o crescenti nel tempo, il versamento degli acconti con il metodo storico consente al contribuente di non dover versare imposta a saldo.
Il metodo storico è particolarmente conveniente nel caso in cui il contribuente considerato abbia redditi costanti o crescenti rispetto all’anno precedente; può diventare sconveniente nel momento in cui tali redditi si rivelino decrescenti.
In quest’ultimo caso è possibile adottare il metodo previsionale, che consiste nel procedere con il calcolo del secondo acconto Irpef basandosi sul reddito che si prevede di raggiungere nell’anno in corso.
In altre parole il secondo acconto Irpef con metodo previsionale si calcola considerando il reddito effettivo che si conseguirà nell’anno 2018. In questo caso il vantaggio consiste nella possibilità di pagare quanto effettivamente dovuto in caso di reddito finale inferiore a quello dell’anno precedente.
L’applicazione di questo metodo di calcolo deve avvenire con molta accortezza: l’eventuale versamento di un secondo acconto Irpef inferiore a quanto dovuto determina la sanzione per insufficiente versamento dell’imposta, oltre a dover ovviamente versare quanto indebitamente omesso a titolo di imposta medesima.
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