Sanzioni dichiarazione IVA 2022 tardiva e omessa e ravvedimento operoso: focus sulle regole dopo la scadenza. L'invio tardivo è ammesso entro 90 giorni. La dichiarazione inviata successivamente si considera omessa, ma costituisce comunque titolo per il recupero delle imposte dovute.
Sanzioni dichiarazione IVA 2022 omessa, tardiva e ravvedimento operoso: quali regole si applicano?
Secondo quanto previsto dagli articoli 2 e 8 del DPR n. 322/1998, la dichiarazione IVA presentata entro il termine di 90 giorni dalla scadenza ordinaria si considera valida, salva l’applicazione delle sanzioni.
La scadenza da rispettare è quindi il 29 luglio 2022, termine che corrisponde ai 90 giorni successivi al termine di invio della dichiarazione IVA 2022.
La sanzione ordinaria in caso di omessa presentazione della dichiarazione IVA 2022 va dal 120 al 240 per cento delle imposte non versate, con un minimo di 250 euro. La soglia minima di 250 euro è prevista anche in caso di dichiarazione IVA per la quale non risultano dovute imposte, con un massimo di 2.000 euro.
Nel caso di invio tardivo della dichiarazione IVA 2022 entro 90 giorni, è possibile applicare il ravvedimento operoso sulla sanzione dovuta, che passa quindi all’importo minimo di 25 euro.
Sanzioni dichiarazione IVA 2022 tardiva entro 90 giorni
L’invio tardivo della dichiarazione IVA 2022 entro 90 giorni dalla scadenza del 2 maggio può essere sanato beneficiando della riduzione delle sanzioni con ravvedimento operoso.
La scadenza è fissata al 29 luglio 2022, termine entro il quale si considera validamente presentata la dichiarazione IVA trasmessa tardivamente, entro 90 giorni dalla scadenza ordinaria.
In caso di invio entro 90 giorni dalla scadenza, la sanzione applicata è pari ad un minimo di 250 euro e fino a 2.000 euro.
La violazione può essere sanata con ravvedimento operoso, e quindi con una sanzione di importo ridotto pari a 25 euro (1/10 della sanzione ordinaria), da versare utilizzando il modello F24 e il codice tributo 8911.
Sanzioni dichiarazione IVA 2022 omessa
Nel caso di invio oltre 90 giorni dalla scadenza la dichiarazione IVA è considerata omessa ma è in ogni caso ritenuta valida per la riscossione dell’imposta che ne risulti dovuta.
Nel caso di omessa presentazione della dichiarazione IVA annuale la sanzione dovuta va dal 120 per cento al 240 per cento dell’ammontare dell’imposta.
La sanzione minima applicata non può in ogni caso essere inferiore a 250 euro, anche qualora non siano dovute imposte, fino ad un massimo di 1.000 euro.
In base a quanto previsto dall’articolo 5, comma 1, D.lgs. n. 471 del 1997 se la dichiarazione omessa è presentata dal contribuente entro la scadenza per l’invio della dichiarazione del periodo d’imposta successivo e prima dell’avvio dell’attività di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate, la sanzione dovuta va dal 60 per cento al 120 per cento delle imposte dovute, con un minimo di 200 euro.
Se non sono dovute imposte si applica la sanzione da 150 a 1.000 euro.
Sanzioni dichiarazione IVA integrativa o correttiva oltre i termini
Dopo la scadenza della dichiarazione annuale, il contribuente può rettificare o integrare i dati trasmessi presentando una nuova dichiarazione IVA integrativa o correttiva oltre i termini compilata in ogni sua parte.
A seguito delle novità introdotte dal decreto legge 193/2016, le dichiarazioni IVA a favore potranno essere integrate con le stesse tempistiche previste per la presentazione della dichiarazione IVA a sfavore: la scadenza prevista per la correzione di errori od omissioni oltre la scadenza segue i termini previsti per l’accertamento.
Pertanto, la dichiarazione Iva integrativa potrà essere presentata entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui è stata presentata la dichiarazione originaria.
Se l’integrativa è presentata entro 90 giorni dalla scadenza le sanzioni previste sono le seguenti:
- da 250 euro a 2.000 euro se la correzione riguarda errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato (sanabile con ravvedimento operoso);
- pari al 30 per cento di quanto non versato se la dichiarazione è presentata per correggere errori non rilevabili in sede di controllo automatizzato o formale (anche in questo caso con possibilità di ravvedimento).
Se invece la dichiarazione IVA integrativa è presentata dopo 90 giorni la sanzione dovuta è così determinata:
- se la dichiarazione è presentata per correggere errori non rilevabili in sede di controllo formale, la sanzione sarà pari al 90 per cento della maggiore imposta dovuta;
- in caso di integrativa presentata per correggere errori rilevabili in sede di controllo si applicherà la sanzione per omesso versamento.
Si ricorda che possono presentare la dichiarazione IVA integrativa soltanto coloro che hanno validamente presentato la dichiarazione originaria, comprese le dichiarazioni trasmesse entro 90 giorni dalla scadenza.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Sanzioni dichiarazione IVA 2022 omessa o tardiva e ravvedimento operoso